4/12/2006 ore: 10:57

"Pensatoio" E Profumo gelò i neo-entusiasti dell’italianità

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    luned? 4 dicembre 2006

    Pagina 4 - Economia/Primo Piano


    IL PENSATOIO
    ITALIANIEUROPEI A CONVEGNO
      E Profumo gel?
      i neo-entusiasti
      dell’italianit?
        Un valore o un freno?

        Il caso
        Francesco Spini
          MILANO
          L a via italiana ? la pi? gettonata per i destini di Alitalia. Ci conta Luca Cordero di Montezemolo - ieri a rappresentare l’impresa privata al workshops della fondazione Italianieropei - secondo cui ? ?la prima strada su cui puntare?, nella scelta di chi acquister? la quota di Alitalia messa in vendita dal Tesoro. Una soluzione per cui ?da presidente di Confindustria sarei molto contento, oltre che orgoglioso. C’? bisogno di un piano industriale, di imprenditori che mettano denaro, idee e competenze. Mi auguro che questo possa avvenire con imprenditori italiani?. L’importante, secondo Montezemolo ? ?mettere da parte 20 anni di errori commessi su Alitalia, fatti di ingerenze politiche e di politiche sindacali miopi e non concorrenziali?. D’accordo con il numero uno degli industriali anche il vicepremier e ministro degli Esteri, nonch? presidente della fondazione, Massimo D’Alema: ?Ovviamente - dice -, da cittadino ancor prima che da uomo di governo, preferirei che la compagnia di bandiera finisse nelle mani di italiani. Poi ? chiaro che la gara ? aperta a tutti...?. Mentre gran parte del mondo politico e industriale, insomma, tifa tricolore per la soluzione del caso Alitalia, c’? chi, come Alessandro Profumo, amministratore delegato di UniCredit, ritiene che l’italianit? come ? stata interpretata in Italia finisca per essere un disvalore. ?Nel nostro Paese - spiega il banchiere - ci sono poche grandi imprese, con strutture proprietarie relativamente deboli. Dietro alla difesa dell’italianit? c’? lo scopo di consolidarne la debolezza delle stesse strutture proprietarie. Ma l’italianit? ? diventata un fattore bloccante. Se ne parla a livello emozionale per limitare il cambiamento e non cercare assetti migliori?.
            Il banchiere si spinge oltre, parla di un sistema collusivo tra politica e imprese, che tiene pi? a cuore i destini della propriet? di un’azienda che non quelli della stessa. ?Cos? abbiamo che imprese competitive e non competitive sono pi? o meno le stesse da molti anni. Significa che queste ultime non escono dal mercato. Alla fine tutto questo costituisce un danno per tutti, a cominciare dai consumatori. E’ il caso, ad esempio, di Alitalia?.
              La via contrapposta alla ?collusione tra politica e imprese? ? quella del mercato, ?non come scelta ideologica - precisa Profumo - ma perch? ci consente di liberare energie e di creare il contesto entro cui attrarre gli investitori?. Fa il caso inglese, dove ?il 50% della ricerca ? merito di gruppi multinazionali presenti in quel Paese. Ci? che conta ? tutelare le imprese, non le propriet? che colludono?. Profumo chiede un mercato fatto ?di regole e authority di controllo?. ?Dobbiamo passare da una logica di collusione tra politica ed economia a una logica di coalizione, di comune responsabilit? della classe dirigente?, assicura anche D’Alema. Montezemolo, ascolta, annuisce, ma chiede maggiori garanzie. Ascolta i piani di D’Alema, che propone un nuovo patto sociale per la produttivit?, e del sottosegretario Enrico Letta pronto ad aprire al mercato e a riformare le authority. Ma il presidente di Confindustria avverte: ?Siamo di fronte a un forte impegno riformista e l’auspicio ? che l’impegno su privatizzazioni, authority e ricerca possa essere realizzato. Le buone intenzioni ci sono, ma c’? il rischio di una mancanza di coesione politica e di cultura di mercato?.

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