26/4/2007 ore: 10:05
"PD" I programmi per la Cgil: Conquista o abbandono?
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Pagina 4 - Politica-Società Per alcuni l'omologazione avverà con tempi lenti e passerà per la Cisl. Per altri non accadrà nulla Conquista o abbandono? Per il momento, la linea del segretario Guglielmo Epifani di non schierarsi con il Pd (che a Firenze ha provocato più di qualche tensione palpabile con Fassino), grazie anche a mezza segreteria lontana anni luce dal nuovo partito, tiene, ma le controindicazioni sono tante. E verrebbe qui da dire, sia nel merito che nel metodo: nel metodo, perché una linea così potrebbe accentuare la spinta delle smanie annessioniste. Nel merito, perché davanti al sindacato ci sono alcuni temi di non facile soluzione, tra cui la riforma della contrattazione, che poi vuol dire salari, le pensioni e la precarietà. I più informati dicono che i vertici del Pds non è che non abbiano provato a fare qualche incursione nella Cgil nei mesi scorsi. Ma di fronte a diverse resistenze (i sindacalisti, si sa, non sono dei cuor di leone) hanno deciso di rimandare tutto a tempi migliori. Per il momento hanno nel sacco qualche camera del lavoro e qualche segretario regionale, niente di più. L'altra ipotesi potrebbe essere quella dell'aggiramento, praticabile attraverso una accelerazione al processo di unità sindacale. I tempi, in questo caso, non sarebbero immediati e prevederebbero una forte sterzata sui temi caldi. «Cosa difficile - fa notare il segretario della Fiom di Torino Giorgio Airaudo - se si considera il fattore democrazia. Sarebbe ben strano che un partito che parla tanto di primarie poi sul sindacato su una scelta così importante non usasse lo stesso metodo». Giorgio Airaudo non vede il pericolo "cinghia di trasmissione" come incombente, perché, dice, citando il caso di Mirafiori, la somma degli iscritti tra Ds, Prc e Pdci ai circoli aziendali di partito non arriva a 250. Insomma, tra rappresentanza politica e rappresentanza sociale c'è una divaricazione palpabile che difficilmente, visti i tempi, potrà tornare a coincidere. «Contemporaneamente, però, - aggiunge Airaudo - dobbiamo dire alla politica di saper rappresentare il lavoro». Per Dino Greco, segretario della Camera del lavoro di Brescia, la posizione di Epifani più che costituire un argine sta costringendo il sindacato a «una posizoine virtuale». L'assenza di caratterizzazione sui temi che contano e, soprattutto, l'assenza di mobilitazione, configura i sintomi del «governo amico». Greco cita la vicenda della Funzione pubblica, la cui chiusura del contratto è stata annunciata per ben due volte e poi smentita. Nel mentre, però, la data dello sciopero ancora non è stata fissata. «Al di là delle adiacenze e delle scelte che scaturiranno in Cgil, ssembra essere in atto un processo di fusione per incorpporazione nei settori libealdemocratici». Per Paola Agnello Modica, della segreteria nazionale, la Cgil «continuerà a pensare alla centralità del lavoro e non dei cittadini utenti». La Agnello Modica l'importanza della fase attuale in cui le componenti sono state cancella e dichiara, a livello personale, di essere interessata a una «ricostruzione unitaria di quella sinistra che non abbia smarrito le sue radici e, quindi, il lavoro, ovviamente aggiornato con gli elementi della pace, dell'ambiente, della laicità e della differenza di genere». |