29/1/2002 ore: 9:46

"Opinioni" Scioperi, cittadini in ostaggio e la conquista del consenso - di Pietro Ichino

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COMMENTO

Scioperi, cittadini in ostaggio e la conquista del consenso

di PIETRO ICHINO
I vantaggi, per i lavoratori e per le collettivit?, dei blocchi ?virtuali?

      Oggi sciopero generale, dell’industria e dei servizi; ma non ? la stessa cosa quando a scioperare sono gli operai di una fabbrica e quando a farlo sono i conducenti di tram e autobus. All’azienda municipale dei trasporti una giornata di sciopero costa ben poco. Anzi, per lo pi? gliene deriva, in termini contabili, un beneficio: sia perch? essa opera normalmente in perdita, essendo (giustamente) il prezzo del servizio al pubblico inferiore al costo di produzione, sia perch? sono numerosissimi gli utenti che col loro abbonamento mensile pagano il servizio anche per la giornata in cui ne sono privati. La realt? ? che l’efficacia dello sciopero dei trasporti pubblici ? data essenzialmente dal costo che esso impone alla cittadinanza. Le confederazioni sindacali maggiori farebbero bene a tenerne conto pi? di quanto oggi non facciano (anche se va dato loro atto della parsimonia molto maggiore, rispetto ai sindacati autonomi, con cui proclamano scioperi nel settore dei servizi): il costo dello sciopero per la collettivit? si ritorce immediatamente contro i lavoratori, in termini di perdita di consenso nell’opinione pubblica. ? proprio inevitabile che in questo settore la necessaria dialettica sindacale, garantita dalla nostra Costituzione, si svolga a spese della cittadinanza?
      Un modo per ricondurre il conflitto sindacale nei servizi pubblici alle sue conseguenze normali esiste, ha gi? incominciato a essere sperimentato in qualche caso isolato e l’authority competente, la Commissione di Garanzia presieduta da Gino Giugni, ha dato l’anno scorso alcune indicazioni positive in proposito. Un accordo collettivo pu? prevedere la possibilit? che, in alternativa allo sciopero tradizionale, venga proclamato uno ?sciopero virtuale?, durante il quale il servizio viene svolto regolarmente, ma i lavoratori rinunciano alle proprie retribuzioni e l’azienda si obbliga a devolvere a un’iniziativa socialmente utile una somma pari a un multiplo dell’ammontare delle retribuzioni stesse. In altre parole, si riporta lo sciopero nel servizio pubblico agli effetti che esso produce in qualsiasi azienda industriale: i lavoratori esercitano la propria pressione sulla controparte in modo diretto, incidendo immediatamente sul suo bilancio, e non in modo indiretto, prendendo in ostaggio l’intera collettivit?. Il costo dello sciopero virtuale per il datore di lavoro pu? essere determinato moltiplicando le retribuzioni perdute dai lavoratori per due, per tre, per quattro: un costo che lo sciopero oggi per lo pi? non produce per l’azienda erogatrice del servizio pubblico di trasporto; un costo, comunque, di molto inferiore a quello che oggi lo sciopero dei trasporti produce ingiustamente per la collettivit?.
      Certo, alla diffusione di accordi collettivi di questo genere gioverebbe una legge che esentasse da imposte e contributi previdenziali le retribuzioni a cui i lavoratori rinunciano con l’adesione allo sciopero virtuale. Ma gli accordi possono essere stipulati anche prima di questo intervento legislativo. A prendere l’iniziativa dovrebbero essere le confederazioni maggiori, pi? attente agli interessi della collettivit?: ? infatti proprio la loro maggiore attenzione e parsimonia nel fare ricorso allo sciopero nei servizi pubblici che offre ai sindacati autonomi l’opportunit? di presentarsi ai lavoratori del settore come difensori pi? determinati e aggressivi dei loro interessi.
      Il ricorso allo sciopero virtuale renderebbe meno incisiva l’azione del sindacato? Non credo proprio. Nella societ? dell’informazione, non vince chi si mette contro l’opinione pubblica. Viceversa, una minima parte delle risorse rese disponibili dallo sciopero virtuale basterebbe al sindacato per lanciare alla collettivit?, dagli schermi televisivi e dalle pagine di tutti i maggiori quotidiani, questo messaggio: ?Siamo in lotta per questi e questi motivi; ma abbiamo fatto in modo che la nostra lotta non rechi danno agli utenti del servizio, anzi consenta questa e quest’altra iniziativa socialmente utile. Contiamo sul vostro sostegno?.
      I motivi dello sciopero, siano essi sindacali o - come oggi - politici, raccoglierebbero molti pi? consensi tra i lettori o ascoltatori di quel messaggio che tra i cittadini appiedati nelle citt? invase dalle auto e dallo smog


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