16/9/2003 ore: 10:56
«Non siamo una fronda della Cgil»
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martedì 16 settembre 2003
Assemblea a Roma sul documento sottoscritto da quarantanove dirigenti confederali critici sulla linea Epifani
«Non siamo una fronda della Cgil»
ROMA Sono stati oltre seicento, secondo gli organizzatori, i dirigenti e i quadri della Cgil che
hanno partecipato ieri a Roma all’incontro convocato per discutere il documento presentato
alcuni giorni fa e che porta la firma di 49 dirigenti confederali.
Dal convegno di quella che viene indicata come l’ala riformista della Cgil, è partito un invito
a «schiodarsi dal conformismo ai desiderata dei vertici che considera la discussione un fastidio»
e a riprendere in mano i temi forti come lavoro nero, welfare allargato e unità sindacale.
Nessun contrapposizione con i vertici della confederazione, però. «Chi ha visto in questa
operazione - ha affermato Agostino Megale, presidente dell’Ires, aprendo i lavori - fronde o logiche
correntizie, non ci conosce, poichè il nostro obiettivo guarda alla Cgil e ai contesti di una
nuova politica». «Facciamo parte della maggioranza - ha sottolineato Antonio Panzeri, ex segretario
della Camera del lavoro di Milano e responsabile del segretariato per l’Europa della confederazione
- non siamo stati noi a cambiare la maggioranza congressuale e non teniamo nessun atteggiamento
liquidatorio».
«Anche in questa assemblea - ha ribadito Aldo Amoretti, presidente dell’Inca - ci sono molte anime, ma il vertice deve capire che è un’esigenza liberare i cervelli. La Cgil non considera più la discussione una ricchezza, ma non può pensare di essere autosufficiente, deve mettere l'unità sindacale in cima ai propri impegni».
Ancora Megale: «C’è bisogno di un nuovo inizio e bisogna partire da una piattaforma unitaria per il confronto con il governo anche attraverso assemblee unitarie con lavoratori e pensionati». «Insieme alle azioni di contrasto che pure bisogna mettere in campo - spiega Panzeri -bisogna portare avanti il discorso su un welfare più inclusivo dei ragazzi, sulle politiche contrattuali e retributive e sull'unità sindacale. Sarebbe
utile creare un appuntamento programmatico in Cgil per portare i propri punti di vista».
A replicare ai promotori del convegno è stato il segretario confederale, GianPaolo Patta.
«Questo documento - ha detto - segna una linea alternativa al congresso di Rimini. La direzione che indica è vicina a quella della Cisl soprattutto sui temi della democrazia economica. Il documento, comunque, - ha aggiunto Patta - è un contributo importante, fa chiarezza tra coloro che non hanno aderito alle linee di Rimini. Fa bene venire allo scoperto e confrontarsi, anche se preferisco una Cgil unita».