18/5/2007 ore: 10:49
"Mondo" Dalla parte dei lavoratori (K.Kennedy)
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Prima Pagina (segue a pagina 29) - Commenti Una storia americana Negli ultimi anni questo piccolo gruppo di lavoratori agricoli del sud-ovest della Florida ha riunito intorno a sé a sostegno della causa per cui si batte, grandi dirigenti sindacali come John Sweeney della AFL-CIO (la più grande federazione sindacale degli Stati Uniti), esponenti religiosi come il reverendo Bob Edgar del National Council of Church, e persino attori come Martin Sheen e musicisti quali Zack de la Rocha e Tom Morello. I lavoratori agricoli e i loro alleati, noti con il nome di Alliance for Fair Food, hanno dato vita ad un movimento per i diritti umani. E sono riusciti a concludere accordi sui diritti dei lavoratori nel settore della grande distribuzione alimentare, con la Taco Bell prima e ora con McDonald’s. Come ci hanno insegnato Dolores Huerta e Cesar Chavez con i primi movimenti americani dei lavoratori agricoli, il rispetto dei diritti umani non può essere affidato solamente al governo, alle forze dell’ordine e alla magistratura. Quarantuno anni fa mio padre, Robert F. Kennedy, fece la conoscenza per la prima volta delle lotte per i diritti umani dei lavoratori agricoli a Delano, California, in occasione di una audizione del Senato tenuta sul campo. Cesar, Dolores e la United Farm Workers stavano portando avanti una azione di boicottaggio dell’uva da tavola della California costringendo aziende e consumatori che compravano e vendevano l’uva a ritenersi anelli di una catena che perpetuava la povertà e il disprezzo dei diritti dei lavoratori. A quaranta anni di distanza, la legislazione del lavoro, il salario e le condizioni di lavoro rimangono difficili per i lavoratori agricoli che sono costretti a continuare la lotta. A questo proposito va osservato che negli ultimi decenni il movimento sindacale negli Stati Uniti si è notevolmente indebolito. Alla fine del 2006 appena il 12% dei lavoratori erano iscritti al sindacato, con una riduzione del 50% circa rispetto al 1979. Nel 2000 le Nazioni Unite hanno concluso che porre fine alle violazioni dei diritti umani era un tema al centro della battaglia per una cittadinanza responsabile nel XXI secolo. Il Global Compact dell’Onu e i successivi accordi Onu sulle norme in materia di diritti umani impongono alle aziende di dichiarare che non appoggiano direttamente violazioni dei diritti umani e che, al contempo, tutelano i diritti umani nell’ambito della loro catena di distribuzione e della loro sfera di influenza. McDonald’s insieme ad altre 50 multinazionali ha sottoscritto il Global Compact e lo ha reso esecutivo con l’accordo di aprile. Le associazioni aziendali della CIW affondano le loro radici in tre principi in materia di diritti umani internazionalmente riconosciuti. Anzitutto siamo tutti d’accordo nel condannare la schiavitù e il lavoro forzato. L’industria agricola in Florida, per dirla con le parole dei funzionari federali, è diventata «il ground zero della moderna schiavitù». La CIW impone ai suoi partner aziendali di adottare nella loro catena di distribuzione una politica verificabile di tolleranza zero nei confronti della moderna schiavitù. Dal 1997 ha contribuito a portare fino in tribunale sei casi di schiavitù riguardanti oltre 1.000 lavoratori agricoli della Florida. Dal momento che le violazioni dei diritti economici e sociali sono spesso il presupposto del lavoro forzato, la CIW è consapevole del fatto che i codici anti-schiavitù delle grandi aziende da soli non bastano a garantire la libertà dei lavoratori agricoli. Le aziende debbono anche riconoscere il diritto dei lavoratori alla sicurezza economica e alla partecipazione nel fare in modo che le aziende rispettino i codici anti-schiavitù. Tutti hanno il diritto umano a condizioni di lavoro giuste ivi compresi salari equi che consentano una vita decorosa ai lavoratori e alle loro famiglie. Oggi il reddito annuo medio di un lavoratore agricolo di Immokalee è inferiore ai 7.500 dollari, ben al di sotto della “soglia di povertà” così come definita dal governo. Il salario medio annuo negli Stati Uniti è di 37.700 dollari. La CIW chiede che i lavoratori agricoli siano pagati un penny (0,01 dollari americani) per libbra di pomodori raccolti direttamente per acquirenti quali McDonald’s, il che equivale di fatto a vedere raddoppiato il loro salario. Se l’intero settore concludesse contratti analoghi, i lavoratori agricoli e le loro famiglie potrebbero uscire dalla povertà estrema nella quale si trovano. Infine i dipendenti e i loro rappresentanti come la CIW hanno il diritto a partecipare con le grosse aziende all’individuazione e all’attuazione di metodi idonei a tutelare i diritti umani in tutta la catena aziendale. Norme internazionalmente accettate in materia di diritti umani impongono alle aziende di lavorare con gruppi come la CIW per garantire che le società e i loro fornitori accettino le loro responsabilità e controllino in maniera affidabile, indipendente e trasparente i codici di comportamento che consentono ai lavoratori e alle vittime di violazioni di avere una voce. Tutti gli esseri umani sono titolari allo stesso modo, universalmente e per sempre dei diritti umani. Le grosse aziende debbono capire che questi diritti sono indivisibili e interdipendenti. Senza questi diritti, schiavitù, povertà e maltrattamenti continueranno a macchiare in maniera vergognosa il settore della vendita al dettaglio di prodotti alimentari negli Stati Uniti. ***
Kerry Kennedy,
scrittrice e attivista dei diritti umani, è fondatrice del Robert F. Kennedy Memorial Centre for Human Rights © IPS Traduzione di Carlo Antonio Biscotto Per saperne di più sulla Coalition of Immokalee Workers, associazione dei lavoratori del settore agricolo-alimentare della Florida, clicca su: www.ciw-online.org |