27/11/2006 ore: 11:21

"Malore" Il destino di Prodi appeso alla sorte del rivale

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    luned? 27 novembre 2006

    Pagina 6 - Primo Piano


    Partito democratico - Tabacci: ?Se
    Berlusconi si ritirasse, potrebbe entrare
    in crisi la fusione Ds-Margherita?

    Malore
      Il destino di Prodi
      appeso alla sorte
      dell’eterno rivale

      Retroscena
      Leadership ?speculari?
        Fabio Martini
        ROMA
          Sar? per la tempestivit? inusuale dello staff di Palazzo Chigi, sar? per uno slancio genuino, sta di fatto che Romano Prodi ? stato il primo a far diffondere i suoi auguri a Silvio Berlusconi (poi sarebbero arrivati gli altri, tra cui quello del presidente Giorgio Napolitano). Alle 14 - appena 45 minuti dopo il flash dell’Ansa che annunciava il malore - le agenzie battevano la nota di Prodi. Con un incipit insolitamente confidenziale: ?Caro Silvio, sono rimasto particolarmente turbato e preoccupato da quanto accaduto oggi mentre parlavi con la consueta grinta ai giovani del tuo partito?. Soltanto in coda, un Prodi pi? formale: ?Sono certo che si sia trattato di un piccolo problema e ti auguro la pi? pronta guarigione?. E a fine giornata una comparazione fra i tanti messaggi di auguri inviati a Berlusconi dai leader del centrosinistra consentiva di assegnare a Prodi la palma del pi? affettuoso.


          Certo, tante volte si ? ripetuto che Prodi e Berlusconi ?simul stabunt, simul cadent? e cio? assieme stanno in piedi e assieme sono destinati a cadere. Tanto ? vero che anche ieri pomeriggio molti politici, leggendo la dichiarazione di Prodi, sottovoce si sono abbandonati a commenti agrodolci, convinti che il calore del presidente del Consiglio fosse autentico, cos? come la speranza di una pronta guarigione del suo eterno rivale. Ed ? altrettanto vero che tra i duellanti dell’ultimo decennio i rapporti sono meno flebili di quanto non lasci intendere una sfida verbale personale che ? stata spesso cruenta. C’? di pi?. Nella primavera del 2005, quando nei due poli stavano uscendo allo scoperto (nella Margherita e nei Ds, nell’Udc e in An) i detrattori delle leadership in carica, Silvio Berlusconi e Romano Prodi sono arrivati a parlarsi tra loro e - pare - a stringere un patto, questo s? top secret, che consisteva nel non attaccarsi a vicenda troppo personalmente e troppo duramente.

          Ma davvero un passaggio di testimone nel centrodestra magari per eccesso di stress, avrebbe l’effetto di far cadere all’istante il governo Prodi? Si pu? paragonare meccanicamente la primavera del 2005 con l’inverno del 2006? Dice un prodiano della prima ora come Franco Monaco: ?Premesso che ragionare oggi su scenari futuri mi pare davvero un po’ cinico, gi? prima del malore di Berlusconi era ipocrita negare una specularit? tra le due leadership. I due hanno contribuito all’avvento e alla stabilizzazione del bipolarismo. E l’alternativa a Berlusconi ? questione gi? posta nel suo campo, un processo che si intreccia con la prospettiva a medio e lungo termine del dopo-Prodi. Cosa altro ? il partito democratico??.

          Ma sopravvivrebbe quel progetto ad un’eventuale decisione di Berlusconi di tirarsi indietro? Dice un personaggio di frontiera come l’Udc Bruno Tabacci: ?Se un Berlusconi di nuovo in salute si convincesse per? che fosse arrivato il momento di fare un passo indietro, a quel punto per Prodi diventerebbe dura. Si riaprirebbero tutti i giochi e la stessa prospettiva del partito democratico rischierebbe di entrare in crisi?. Certo, ragionamenti interessati da parte di chi - l’Udc da una parte, l’Udeur di Mastella dall’altra - non ha mai nascosto di essere sensibile alla suggestione di un rimescolamento di carte, con la nascita di un agglomerato di centro da far lievitare sullo smembramento di Forza Italia. Tutti ragionamenti restati per anni sulla carta e tali destinati a rimanere se non dovesse mettersi in movimento la Margherita, un partito nel quale convivono due anime sensibili alle sirene del neocentrismo, quella che fa capo a Francesco Rutelli e quella dei Popolari di Franco Marini.

          Nel corso del 2005, con la svolta moderata e la decisione di presentare il simbolo della Margherita alle Politiche, Francesco Rutelli aveva sostenuto di puntare sullo ?scongelamento elettorale di Forza Italia?. Una scommessa rivelatasi infondata e che ha aperto la strada al partito democratico anche nella Margherita. Ma con l’ipotetico forfeit di Berlusconi, Rutelli potrebbe accarezzare di nuovo il vecchio progetto? In un’intervista al Corriere della Sera, poche ore prima del malore di Berlusconi, aveva lanciato due messaggi: ?Il partito democratico ? ad un punto avanzatissimo? ed ? ?ancorato ad un grande progetto nazionale di modernizzazione?, ma il governo Prodi ?vive se si fanno le liberalizzazioni?.

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