«Mai così forte la rottura tra sindacati»
Venerdí 12 Luglio 2002
Cofferati sull'invito a colazione: «Meglio convitati di pietra» - I leader che hanno firmato: fa solo politica «Mai così forte la rottura tra sindacati»
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ROMA - «È una spaccatura sindacale più grave e preoccupante di quella dell'84». Sergio Cofferati è netto sul tema che ha riportato in superficie le dissonanze con l'Ulivo anche se spende solo qualche parola per commentare gli incontri dei giorni scorsi con i partiti dell'opposizione. «Utili», li ha definiti senza trovare molto altro da dire se non escludere che con i vertici Ds si sia parlato di Cisl e Uil e smentire le frasi a lui attribuite su D'Alema e Fassino (vedi articolo a pag.15). Ma, ieri, proprio mentre i leader della Quercia e della Margherita si affannavano in dichiarazioni sulla ricostruzione dell'unità sindacale, Cofferati ha prospettato una strada in salita, più che in passato. «La ricomposizione con Cisl e Uil - ha spiegato in una conferenza stampa - è più difficile rispetto allo strappo del 1984 sulla scala mobile quando le differenze di opinione erano concentrate sulla questione salariale e non incidevano, come accade oggi, sul tema della rappresentanza». Le conseguenze dello strappo, segnato dalla firma separata di Cisl e Uil al Patto per l'Italia, non sono ancora tutte visibili. C'è l'incognita della stagione contrattuale d'autunno che potrebbe portare le confederazioni a presentare piattaforme salariali separate anche se il leader Cgil non vede, lì, gli effetti diretti della rottura. «Abbiamo appena firmato tutti e tre insieme un importante contratto collettivo. Dunque, mi sembra che l'attività negoziale sia più protetta». Ed è sull'attività negoziale che Cofferati fissa un possibile appuntamento unitario con Cisl e Uil. «Se nella prossima Finanziaria - ha detto - dovessero mancare i soldi per i contratti pubblici, immagino che tutti i sindacati firmatari dell'accordo con il Governo reagiranno con forza». Se resta sospeso a settembre l'appuntamento con le altre due confederazioni, Cofferati invece declina subito l'invito del premier per «una colazione». Il «no, grazie» arriva con il vezzo di una citazione tratta dal libretto di Lorenzo Da Ponte, "Il dissoluto punito ovvero il Don Giovanni". «Ringrazio il presidente del Consiglio - ha detto Cofferati - ma in questa vicenda sindacale sembra che io sia diventato il convitato di pietra. Vorrei rispondere alle parole del Cavaliere con quelle del Commendatore. "Non si pasce di cibo mortale chi si pasce di cibo celeste. Altre cure più gravi di queste, altra brama quaggiù mi guidò". La mia, è di far vincere la Cgil». Una linea di lotta già tracciata, che include la «consultazione di lavoratori e pensionati» per esprimere un giudizio sul Patto per l'Italia, bocciato dalla Cgil su tutti i fronti: lavoro, fisco, Sud. Da Cisl e Uil il «no» era già arrivato ma Cofferati rilancia: «La nostra raccolta di firme contro la riforma dell'articolo 18 e sull'estensione dei diritti sarà, in qualche modo, un metodo sostitutivo della consultazione. Puntiamo a raccogliere 5 milioni di adesioni». Cisl e Uil, intanto, insistono nell'accusare la Cgil di fare politica. Sugli incontri Cgil-Ds è arrivato il commento di Luigi Angeletti: «È piuttosto curioso - ha commentato il leader Uil, che ieri ha visto Rutelli e lunedì vedrà Fassino - che dirigenti sindacali spieghino a dirigenti politici cosa devono fare». E Savino Pezzotta rincara: «Mi ha davvero impressionato - ha detto - il fatto che il segretario di una confederazione abbia convocato i capi di partito, quasi a compararsi anche lui a un capo di partito». La tesi di Pezzotta è che la Cgil stia snaturando il suo ruolo sindacale ma, poi, sia il leader Cisl che Uil non disperano in un recupero dell'unità. «Non è vero - ha detto Angeletti - che la rottura è più grave del 1984. Anche in queste ore sono stati fatti accordi unitari. Questo dimostra che quando si fa il mestiere del sindacalista i rapporti tornano ad essere normali». Insomma, segnali di ottimismo che danno senso allo sforzo dell'Ulivo. «Bisogna evitare che la rottura cresca», ha detto ieri Rutelli al termine dell'incontro con il leader Uil. «Abbiamo con Cisl e Uil - ha detto il leader della Margherita - riaffermato la comune impronta riformista e la piena autonomia tra partiti e sindacato». E anche Piero Fassino si dice pronto a lavorare «per individuare terreni che possano favorire la ricomposizione sindacale». Il principio dell'autonomia partiti-sindacati non esclude, quindi, operazioni di rammendi.
Lina Palmerini
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