4/3/2012 ore: 13:48

«Libera la domenica dal lavoro» La protesta del commercio

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Certo, parlando della liberalizzazione totale di orari e giorni degli esercizi commerciali, è necessario parlare dei tanti aspetti economici sollevati dal provvedimento adottato dal governo Monti con il decreto salva-Italia: la sua effettiva capacità di risollevare i consumi e favorire la crescita, la possibilità
che favorisca o meno l`occupazione, e l`incidenza sugli equilibri di mercato tra grande e piccola distribuzione. Tutti aspetti su cui si concentrano le critiche mosse da regioni, enti locali, sindacati, associazioni ed imprese che stanno contrastando la norma in ogni modo, ricorsi al Tar e alla Corte Costituzionale compresi.

TEMPO LIBERO SENZA PREZZO

Ma esiste anche un altro aspetto da considerare, spesso ignorato dal dibattito tra pro e contro, ed è quello della completa mercificazione del tempo libero dei lavoratori, conseguenza inevitabile di perture dei negozi sette giorni su sette: «Il lavoro delle persone non ha solo una valenza economica, ma anche sociale, psicologica, medica e demografica. Eppure la dimensione economica è l`unica presa in considerazione, da tempo ha schiacciato tutto il resto, facendo trionfare una sorta di marxismo alla rovescia», spiega Domenico De Masi, professore di Sociologia del lavoro all`Università La Sapienza di Roma. «Tutto si è appiattito sui tempi brevi dell`economia, che prima si è mangiata i tempi lunghi della politica, ed ora rischia di essere mangiata a sua volta dai tempi brevissimi della finanza e delle agenzie di rating. Nessuno spazio, purtroppo, sembra rimanere per un nuovo umanesimo che si occupi anche degli spazi di vita delle persone, e dei lavoratori in particolare. Un nuovo umanesimo n base al quale - continua De Masi - servirà anche ridefinire lo sviluppo sostenibile del nostro paese, che non può più pensarsi in termini di più consumi e più crescita. Non in questa fase storica, con i processi di veloce sviluppo in corso dei paesi del secondo e terzo mondo». Ed è infatti con lo slogan «La domenica non ha prezzo, il tempo libero è prezioso per tutti, anche per i lavoratori e le lavoratrici del commercio» che Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno deciso di aderire oggi alla giornata europea per le domeniche libere dal lavoro promossa dalla European Sunday Alliance, una rete di organizzazioni sindacali, associazioni civili e religiose che puntano le loro attività sul rispetto dei tempi di vita e di lavoro. Su tutto il territorio nazionale, dunque, si svolgeranno iniziative per coinvolgere e sensibilizzare l`opinione pubblica, per chiedere «regole certe che rispettino le esigenze dei cittadini consumatori, ma anche i diritti dei dipendenti, per la maggior parte donne, con forti difficoltà a trovare tempi e modi per conciliare concretamente vita privata e lavorativa». Tutto questo nella convinzione che «le liberalizzazioni del commercio non creeranno nuovi posti, ma esauriranno chi già c`è con turni pesanti e richieste eccessive di flessibilità». Ed ancora, nella convinzione - comune alle associazioni datoriali di piccole e medie imprese - che i nuovi orari non aumenteranno in alcun modo le vendite, viste le difficoltà di reddito delle famiglie italiane colpite dalla crisi, e che i negozi già in difficoltà rischieranno di sparire sotto i colpi della grande distribuzione e dei centri commerciali. Per l`occasione, stamattina a Roma sarà organizzato un presidio davanti al centro commerciale Cinecittà 2 in viale Togliatti, al quale prenderà parte anche la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, con banchetti per la raccolta di firme per la petizione «Liberi dalle liberalizzazioni» e per l`offerta ai cittadini di caffè e cornetti caldi. A Milano giocolieri, trampolieri, clown e musicisti animeranno il pomeriggio di largo Cairoli, mentre a Firenze si ballerà e canterà in piazza della repubblica con la musica della Banda Bandao. Feste di piazza con presidio anche a Udine, Bari, Pisa e Genova. A Napoli, invece, sarà organizzato un volantinaggio nell`isola pedonale di via Scarlatti, dove avverrà anche un flash-mob degli artisti di strada che abitualmente sono in zona. Una grande giornata di protesta a cui hanno aderito anche i pensionati dello Spi Cgil, che per solidarietà diserteranno i centri commerciali, e l`Associazione Nazionale dei Panificatori, che a causa della liberalizzazione della produzione di pane fresco vedrebbe «svuotare il valore del prodotto e del lavoro, con ricadute sulla qualità produttiva del comparto e, a lungo termine, con il ridimensionamento del settore»?
Cgia: se sale l`Irapper le imprese stangata da 3,5 mld Nom «Se le Regioni, ormai sempre più a corto di risorse finanziarie, deciderannodi aumentare l`aliquota Irap di un punto, portandola al limite massimo del 4,82% l`aggravio fiscale sulle imprese sarà di 3,5 miliardi di euro». Lo dice il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi. «Lo sblocco dei tributi locali e regionali previsto per fanno di imposta 2012 dal recente decreto sulle semplificazioni fiscali - rileva - rischia di tramutarsi in una vera e propria stangata per le imprese del Centro-Nord».

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