"Lettere al giornale" Farmacia, sogno proibito
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LETTERE
 Farmacia, sogno proibito
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Il farmacista di serie A è il titolare della farmacia. Gode di una serie incredibile di privilegi. Gode in primo luogo di incassi sicuri, perchè determinati da un bacino di utenza stabilito per legge (una farmacia ogni 4mila abitanti nei comuni con più di 12.500 abitanti). Il suo futuro è pressoché assicurato, essendo l'Italia un Paese a crescita zero. Infatti, essendo il numero delle farmacie legate alla popolazione, è sicuro non si apriranno più farmacie. A ciò si aggiunga che la convenzione pubblica è ereditabile e i titolari sono gli unici che possono lasciare a figli e nipoti una convenzione pubblica, a differenza di altre categorie come medici e notai. Per di più i titolari possono esercitare la professione fino alla morte e in pratica godono della esclusività di vendita di farmaci, omeopatici, fitofarmaci, presidi medico-chirurgici, articoli sanitari. Ci sono poi i farmacisti di serie B (collaboratori di farmacia). Prendono uno stipendio da fame, attorno ai 2 milioni a cui si deve sottrarre la quota obbligatoria per la cassa previdenziale che è di circa 5 milioni l'anno. I farmacisti di serie B, però, hanno la stessa laurea, la stessa abilitazione, la stessa pratica professionale. Ma non possono aprire liberamente una farmacia. La possibilità di vincere a concorso una farmacia è pari a zero, perché non ce ne saranno e perché abbiamo un punteggio più basso. Per queste persone il precariato è costante: molti sono sottopagati, sfruttati o lavorano in nero perchè hanno bisogno. Le farmacie sono a numero chiuso, ma le facoltà di farmacia a numero aperto. Ferdinando Cavaliere (Presidente Fanti - farmacisti non titolari) Mercoledí 06 Giugno 2001
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