"Lettera" Fondi pensione, scelta da fare al più presto

PLUS Sabato 8 Febbraio 2003
LA POSTA DEL RISPARMIATORE |
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a cura di Marco Liera
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Fondi pensione, scelta da fare al più presto Chi ha il contratto del commercio può aderire a Fon.Te La tempestività è la variabile critica
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Sono una lavoratrice dipendente presso un'associazione di categoria che applica il contratto commercio. Vorrei aderire ad un fondo pensione
ma ho qualche dubbio. Prima di tutto vorrei sapere se nella mia situazione, posso aderire ad un fondo aperto; vorrei sapere inoltre quali sono i vantaggi fiscali e quali gli obblighi del mio datore di lavoro. R.V. via e-mail
I fondi pensione sono strumenti che consentono al lavoratore di assicurarsi una pensione complementare a quella pubblica. La loro natura può essere di due tipi: negoziali (o chiusi) o aperti. I fondi pensione chiusi sono rivolti esclusivamente a determinate categorie di lavoratori (tipicamente dipendenti); mentre i fondi pensione aperti, che sono nati per iniziativa di banche, Sim, compagnie di assicurazione o di società di gestione del risparmio, sono rivolti a tutti coloro che non dispongono di casse negoziali. In quanto dipendente con contratto commercio, la lettrice, se interessata a farsi una pensione integrativa, potrà opportunamente aderire al fondo della sua categoria, il Fon.Te, che al 30 settembre 2002 contava 16.500 iscritti, su un potenziale di due milioni. L’iscrizione al Fon.Te (website: www.fondofonte.it) permetterà alla lettrice di poter contare sulla contribuzione datoriale al fondo e sul trasferimento al fondo di una quota dell’accantonamento del Tfr maturando (di tutto il Tfr matu rando se la data di prima assunzione è posteriore al 28 aprile 1993). In particolare, lo statuto del fondo Fon.Te prevede una contribuzione pari allo 0,55% della retribuzione a carico del lavoratore, un altro 0,55% a carico dell’azienda e il 3,45% della retribuzione prelevato dal Tfr maturando. I contributi annui complessivamente versati al fondo (dall’associato e dal datore di lavoro), ad eccezione delle quote di Tfr, sono deducibili entro il limite massimo del 12% del reddito complessivo dell’associato e, comunque, non oltre i 5.164,57 À . Per i redditi da lavoro dipendente, fermi restando i limiti sopra indicati, la deduzione spetta per un importo complessivamente non supe- riore al doppio della quota di Tfr destinata al fondo. In teoria, la lettrice può aderire anche a un fondo pensione aperto. Ma l’operazione non sarebbe conveniente dal suo punto di vista, perchè in quel caso non fruirebbe nè della contribuzione datoriale, nè dello smobilizzo del Tfr, e comunque potrebbe godere di eventuali benefici fiscali solo previa adesione a Fon.Te. L’alternativa vera per la lettrice sarebbe la sottoscrizione di un piano di accumulazione di un fondo comune ben gestito e a basso costo: strumento che non gode di alcuna deducibilità in fase di accumulazione, ma che è liquidabile in qualsiasi momento (a differenza dei fondi pensione) e che è molto meno tassato dei fondi pensione al momento della liquidazione. Il vero punto critico è quello della tempestività: quanto prima la lettrice aderisce al fondo, tanto più elevata sarà la sua pensione complementare. Una volta aderito, avrà sempre la possibilità di aumentare la contribuzione a proprio carico, ricordando i limiti di deducibilità citati.
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