1/2/2005 ore: 11:35
"Legge Biagi 3" Ha vinto l'effettività del diritto al lavoro (M.Tiraboschi)
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domenica 30 gennaio 2005 sezione: NORME E TRIBUTI - pagina 20 Ha vinto l'effettività del diritto al lavoro Un colpo anche ai progetti alternativi allo studio di alcune autonomie Gli articolati e robusti ricorsi presentati dalle Regioni Marche, Toscana, Emilia-Romagna e Basilicata, contro uno svariato numero di articoli e commi del provvedimento, sono stati tutti smontati dalla Corte punto per punto. Per contro, unicamente due disposizioni marginali, in materia di assunzioni obbligatorie in ipotesi di lavoro interinale e tirocini estivi, peraltro ereditate dal Pacchetto Treu del 1997, sono state ritenute in contrasto con la Costituzione. L'impianto della legge, nel suo complesso e nelle sue disposizioni di dettaglio, è stato dunque integralmente confermato. L'intervento della Corte conferma che la riforma Biagi si muove nella prospettiva di una modello organizzativo che, coerentemente alle linee di azione definite nell'ambito della Strategia europea per la occupazione, garantisce a tutti i lavoratori, indipendentemente dalla Regione di appartenenza, i livelli essenziali delle prestazioni poste a presidio del diritto costituzionale al lavoro. Quei livelli essenziali che, secondo un orientamento consolidato della Corte, non sono necessariamente da intendersi alla stregua di livelli minimi, ma piuttosto come contenuto essenziale delle prestazioni poste a presidio della effettività di tale diritto al lavoro in funzione di obiettivi di solidarietà e uguaglianza sostanziale. La sentenza della Corte non si limita peraltro a far salva la legge Biagi. Ne risultano fortemente ridimensionati, a ben vedere, anche i progetti di legislazione del mercato del lavoro delle Regioni ricorrenti, che disegnano un modello organizzativo alternativo o, comunque indifferente alla legge 30 e al relativo decreto di attuazione. Sarebbe tuttavia sbagliato, alla luce della sentenza della Corte, avviare una nuova disputa alla ricerca di vincitori e vinti. Il vero messaggio contenuto nella sentenza della Consulta è che chi ha competenze nella regolazione del mercato del lavoro deve avere come unico obiettivo quello della effettività del diritto al lavoro. E questo obiettivo non può che essere perseguito in una prospettiva di leale collaborazione tra tutti gli attori istituzionali. Perché gli unici sconfitti, in un formalismo esasperato che enfatizza unicamente i contrasti di attribuzione delle competenze regolatore, sono, come al solito, solo i lavoratori e le imprese. |