7/11/2006 ore: 11:36

"Lavoro" «Più flessibilità all'assunzione» (T.Boeri/P.Garibaldi)

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    marted? 7 novembre 2006

    Pagina 13 - Economia

    L?INTERVENTO

    La proposta degli economisti di Lavoce.info per affrontare i nodi dell?occupazione

    ?Pi? flessibilit? all'assunzione
    per sconfiggere il lavoro precario?
      Il periodo di prova va
      allargato a sei mesi
      per non scoraggiare
      il datore di lavoro
      Qualunque prestazione
      deve avere la stessa
      copertura previdenziale,
      indipendentemente
      dal tipo di contratto

      Tito Boeri
      Pietro Garibaldi
        Nulla ha proposto la manifestazione di sabato per combattere il precariato, ma ha avuto il pregio di riportare il mercato del lavoro e la sua regolamentazione al centro della politica economica. Il Ministro Damiano, bersagliato dai manifestanti, ha annunciato una stretta sui contratti a tempo determinato, a meno che entro tre mesi le parti sociali trovino un accordo. Ma Confindustria sostiene che ridurre la facolt? delle imprese di assumere a termine vuol dire riportare il paese indietro di un decennio. Mentre sabato i manifestanti chiedevano addirittura l?abolizione del Pacchetto Treu. Insomma, siamo davanti ad un vicolo cieco, destinato ad acuire lo scontro sociale e dividere il Paese. La situazione ? intricata, ma una via d?uscita esiste: ? possibile garantire alle imprese la flessibilit? in entrata e ai lavoratori un percorso ben definito verso la stabilit?. Vediamo come. Le riforme di questi anni hanno reso pi? facile il primo ingresso nel mercato del lavoro, come dimostrato dal calo strutturale della disoccupazione giovanile di 6 punti percentuali nel periodo 1998-2005. Ma hanno creato un canale parallelo, una sorta di mercato del lavoro secondario. E il passaggio dal mercato del lavoro secondario a quello primario ? incerto, senza sentieri e percorsi stabiliti. Ci sono poi problemi di sostenibilit?: in assenza di correttivi, fra 20 o 30 anni le prime generazioni di lavoratori temporanei arriveranno all?et? di pensionamento con contributi insufficienti ad alimentare una pensione superiore ai minimi sociali. Bisogna definire un percorso che funzioni indipendentemente dall?et?, non solo per entrare, ma anche per rientrare nel mercato del lavoro. Non deve comportare salti nel vuoto, n? costi per lo Stato. Il percorso di ingresso deve valere per tutti ed essere sempre aperto. Ecco le nostre proposte, da attuare simultaneamente perch? parte di uno stesso disegno.

        Il sentiero a tappe verso la stabilit?. Il canale principale di entrata nel mercato del lavoro deve prevedere un sentiero di lungo periodo per i lavoratori e permettere alle imprese un?assunzione flessibile. Il posto di lavoro ? a tempo indeterminato, ma con un sentiero di entrata flessibile a tre fasi: prova, inserimento e stabilit?. Chi viene assunto con contratto a tempo indeterminato, ? soggetto a un periodo di prova di sei mesi, come gi? avviene per alcune categorie. Serve a non scoraggiare il datore di lavoro che vuole essere garantito circa le qualit? del lavoratore. Dal sesto mese al terzo anno, il lavoratore ? coinvolto in un periodo di inserimento in cui viene tutelato dall?articolo 18 per quanto riguarda il licenziamento disciplinare e discriminatorio e dalla protezione indennitaria (da due a sei mesi di salario) nel caso di licenziamento economico: ? il periodo in cui datore di lavoro e lavoratore investono in capitale umano specifico all?azienda. Al termine del terzo anno, la disciplina attuale sulla reintegra viene estesa anche ai licenziamenti economici. A questo punto per l?azienda, che gi? molto ha investito nel lavoratore, sarebbe costoso comunque interrompere il rapporto di lavoro. Questa rigidit? in uscita non dissuade le assunzioni. Riteniamo anche che la durata massima del contratto a tempo determinato (Ctd) debba essere ridotta a due anni, mentre si dovrebbero aumentare i contributi per l?assicurazione contro la disoccupazione versati da chi assume con Ctd, per coprire i costi, altrimenti scaricati sulla collettivit?, legati al pagamento di sussidi di disoccupazione agli ex-dipendenti il cui contratto non sia stato rinnovato Salario minimo. Coprirebbe i lavoratori lasciati fuori dalla contrattazione. Rimediando a una situazione in cui i datori di lavoro hanno un potere di mercato eccessivo, potrebbe anche creare pi? occupazione. Come mostrato dai paesi latino-americani, non ? ovvio che crei lavoro nero; potrebbe avvenire il contrario.

        Contributo previdenziale uniforme. Qualunque prestazione lavorativa deve avere la stessa copertura previdenziale, indipendentemente dal tipo di contratto, il che significa uniformare le aliquote contributive tra lavoro dipendente e autonomo, a partire dai contratti a progetto. Questi standard devono garantire un?adeguata copertura previdenziale. La Finanziaria compie un primo passo in questa direzione. Il legame fra contributi e pensioni future va reso pi? trasparente mandando a tutti i lavoratori rendiconti dell?evoluzione dei diritti previdenziali, alla scadenza. Un?impresa che trasforma in contratto a tempo determinato in uno a tempo indeterminato non potr? fruire del periodo di prova. Insomma, i contratti temporanei devono essere usati solo per prestazioni lavorative veramente a termine, mentre il periodo di prova lungo permetter? alle imprese di meglio gestire l?assunzione a tempo indeterminato.

        Salario minimo. Coprirebbe i lavoratori lasciati fuori dalla contrattazione. Rimediando a una situazione in cui i datori di lavoro hanno un potere di mercato eccessivo, potrebbe anche creare pi? occupazione. Come mostrato dai paesi latino-americani, non ? ovvio che crei lavoro nero; potrebbe avvenire il contrario.

        Contributo previdenziale uniforme. Qualunque prestazione lavorativa deve avere la stessa copertura previdenziale, indipendentemente dal tipo di contratto, il che significa uniformare le aliquote contributive tra lavoro dipendente e autonomo, a partire dai contratti a progetto. Questi standard devono garantire una adeguata copertura previdenziale. La Finanziaria compie un primo passo in questa direzione. Il legame fra contributi e pensioni future va reso pi? trasparente mandando a tutti i lavoratori rendiconti dell?evoluzione dei diritti previdenziali, come accade in Svezia: i contributi non verranno cos? percepiti come tasse, ma come risparmi per garantirisi una pensione adeguata. Non avrebbero cos? effetti negativi sull?occupazione.
      (testo integrale su www.lavoce.info)

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