"Lavoro" Intervista a Cesare Damiano
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domenica 15 aprile 2007
Pagina 3 - Primo Piano
Intervista Cesare Damiano
“Sbloccate i soldi per gli ispettori”
Maurizio Tropeano TORINO
Per tutta la mattina seduto in platea al congresso piemontese dei Ds, il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, ha sfogliato la relazione dell’Inail sull’andamento degli infortuni sul lavoro nel 2006. Una sintesi sarà diffusa il 3 maggio con gli ultimi aggiornamenti, in occasione della Giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro. Sfoglia e prende appunti che serviranno per l’intervento congressuale. Per la prima volta dopo 4 anni il numero di morti sul lavoro è tornato a salire: nel 2006 si sono registrati 1280 decessi, 15 in più del 2005. E dire che il numero complessivo degli infortuni è diminuito.
«È una piaga inaccettabile - spiega dalla tribuna del Lingotto - e serve un atto di responsabilità da parte degli imprenditori. Industriali, sindacati e governo devono svolgere un’azione corale sul territorio. Puntiamo sulla prevenzione ed è per questo che abbiamo deciso di organizzare per il 26 aprile la Giornata nazionale dell’emersione dal lavoro nero».
Ministro, va bene l’emersion day ma questo non basta a fermare le morti bianche. Non serve più concretezza?
«È quello che vogliamo fare. Chiederò al governo di sbloccare i fondi già stanziati per gli ispettori del Lavoro perché possano intensificare i controlli. Abbiamo fatto passi in avanti ma abbiamo ereditato una situazione difficile».
Quanti soldi sono fermi?
«Alcune decine di milioni. Tra l’altro è controproducente tenere bloccati fondi che una volta stanziati permetteranno al governo di recuperare soldi, tanti, che altrimenti resterebbero in nero. Abbiamo ereditato una situazione dove gli ispettori non avevano a disposizione i soldi per la benzina, il che rendeva impossibile i controlli. Non erano dotati di un palmare per incrociare i dati. Nel 2006 abbiamo portato dal 39% al 44% la percentuale di ispettori in servizio e, soprattutto, abbiamo coordinato il loro lavoro con quello dei carabinieri e delle altre forze dell’ordine».
Sta forse facendo campagna elettorale?
«No. Uno degli strumenti per garantire più sicurezza è proprio l’emersione del lavoro nero. I controlli degli ispettori hanno permesso di scoprire 77 mila lavoratori sconosciuti all’Inail e permesso di recuperare 33 milioni. Certo, la strada da percorrere è ancora molta, come si vede dalla scia d’incidenti mortali, ma è tracciata e non ci possono essere indugi per dare via libera ai nuovi fondi».
Il Consiglio dei ministri ha definito il Testo unico per la sicurezza sul lavoro. Quanto ci vorrà per approvarlo?
«Spero poco, visto l’ok delle parti sociali e delle Regioni. Siamo pronti a portare il testo in Senato, mi auguro che salute e sicurezza non siano temi solo della maggioranza ma pure dell’opposizione».
Per sconfiggere la tragedia delle morti bianche bastano solo maggiori controlli?
«Dobbiamo applicare le leggi esistenti. Interverremo nel campo agricolo, in accordo con le parti, per introdurre ammortizzatori sociali. Poi controlleremo le cooperative che fanno un’intermediazione impropria del mercato del lavoro, soprattutto in campo socio-sanitario».
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