"Lavoro" Damiano: esercito fantasma di lavoratori in nero
 |
martedì 20 febbraio 2007
Pagina 16 - Cronaca
Il ministro Damiano: e ora ispettori nelle aziende agricole
Edilizia, l´esercito fantasma "50mila i lavoratori in nero"
Altri settori da indagare sono quelli degli appalti telefonici e dei servizi di pulizia
Attilio Bolzoni
ROMA - Sono più o meno quanti gli abitanti di una città di provincia. Sono 50 mila. «Una città delle dimensioni della mia, Cuneo. Una città che emerge dal nulla, tutta popolata da sconosciuti», dice il ministro Cesare Damiano. Sono manovali, carpentieri, sono muratori quelli scoperti negli ultimi sei mesi dagli ispettori e dai carabinieri del suo ministero, il Lavoro.
Tutti uomini senza volto e senza nome, un esercito fantasma di ragazzi italiani e stranieri sparsi nei cantieri da Milano fino a Palermo. Una massa nascosta che stava costruendo pezzo per pezzo un po´ d´Italia.
Il ministro Damiano racconta in questa intervista «la lotta senza tregua» al lavoro nero cominciata all´inizio della scorsa estate, parla delle scelte che farà nei prossimi mesi, «tutte di discontinuità rispetto al passato per fronteggiare la piaga», annuncia che dopo i primi controlli a tappeto nell´edilizia ispezioni e verifiche si estenderanno nelle aziende agricole, negli appalti telefonici, nei servizi di pulizia e in tutte quelle altre attività particolarmente «esposte» al sommerso.
Proprio sconosciuti quei 50 mila edili signor ministro? E sconosciuti a chi?
«All´Inail e a tutti noi. Dai controlli che abbiamo fatto dall´agosto del 2006 alla fine di gennaio è quello il pauroso numero di lavoratori dell´edilizia che non risultavano da nessuna parte: sono esattamente 50.242. Molti sono giovanissimi. Tanti italiani, quasi 35 mila. E tutti gli altri stranieri. Ammettiamo che qualcuno di questi sia stato anche al primo impiego, ma tutti gli altri?».
I controlli che avete cominciato la scorsa estate stanno dunque producendo i primi risultati, sta affiorando la realtà che sospettavamo, che tutti conoscevamo; ma non avevamo ancora questi numeri sotto gli occhi..
«C´è un vento nuovo, meno lavoro nero significa una concorrenza leale fra le imprese. E questo vento nuovo è anche il frutto di una concertazione con le parti sociali. Con l´Ance, l´associazione nazionale dei costruttori edili e con i sindacati confederali che hanno condiviso tutte quelle norme adottate nel "pacchetto sicurezza" del ministero del Lavoro inserito nel decreto Bersani. Norme come la sospensione dei cantieri nei casi più gravi, l´obbligo di un tesserino di riconoscimento, l´assunzione preventiva del lavoratore, sanzioni pecuniarie, il potenziamento dei servizi ispettivi del ministero».
Quanti cantieri avete chiuso in questi sei mesi dopo gli accertamenti degli ispettori?
«I cantieri che abbiamo chiuso sono stati 584. La sospensione è prevista quando i lavoratori irregolari sono più del 20 per cento. In quei 584 cantieri c´era proprio quella situazione. Gli ispettori hanno trovato poco più di 4 mila lavoratori in regola e quasi 1700 lavoratori in nero. Di quelli irregolari più di 400 erano clandestini. Praticamente un quarto».
Cantieri che sono stati chiusi per sempre?
«No, 225 di quei cantieri dopo le sanzioni si sono messi in regola. Abbiamo però notato un fenomeno assai significativo: dopo i controlli e i provvedimenti di sospensione le imprese più piccole preferiscono scomparire piuttosto che regolarizzare la loro posizione, così i lavoratori vengono assorbiti dalle aziende più grandi. L´eccessiva frammentazione delle imprese in quel caso significa lavoro nero, meno sicurezza, significa livelli retributivi più bassi. D´altronde è ovvio: non basta presentarsi alla Camera di Commercio con un badile in mano per essere davvero un imprenditore edile. L´obiettivo è comunque quello di far sì che le imprese trovino più conveniente rispettare le regole e adottare le misure richieste dalla legge, piuttosto che pagare sanzioni pecuniarie o essere destinatarie di sanzioni interdittive».
Nell´edilizia c´è più «nero» al Nord o al Sud?
«Nel Mezzogiorno i numeri dicono che la situazione è un po´ più grave. Lì ci sono state meno revoche di sospensione nei cantieri che abbiamo ispezionato e poi sanzionato. Ma la spinta a regolarizzare è comunque molto forte. E´ vero che in Italia secondo le stime ci sono 3 milioni e mezzo di lavoratori in nero, ma è altrettanto vero che ci sono tantissime imprese regolari che sono sul mercato. Dobbiamo far sparire certi livelli anomali rispetto altri paesi europei».
E quindi andrete avanti con altri controlli, con ispezioni, con blitz nei cantieri anche nei prossimi mesi?
«Sicuramente, andremo avanti su questa strada senza tentennamenti. D´altronde i risultati ci stanno dando ragione. Abbiamo investito molte risorse, abbiamo notevolmente aumentato l´organico dei nostri ispettori...».
Quanti ispettori in più ci sono oggi al ministero del Lavoro?
«Da quando sono ministro io circa un migliaio».
E vanno in giro ogni giorno per i cantieri?
«Ogni giorno, i più giovani vanno in giro quotidianamente a fare i controlli».
Dopo questi primi 50 mila edili fantasma affiorati nelle imprese edili, quale sarà la prossima mossa contro il lavoro irregolare in Italia?
«Abbiamo cominciato con l´edilizia perché era ed è ancora un settore particolarmente esposto. Ma il lavoro nero non comincia e non finisce solo nei cantieri. Altri settori esposti sono quello dell´agricoltura, quello degli appalti telefonici, quelli dei servizi di pulizia e tanti altri ancora. Abbiamo cominciato dall´edilizia e quello che abbiamo sperimentato sul campo in questi sei mesi lo estenderemo presto altrove. Ci stiamo già lavorando, ci stiamo già preparando a introdurre norme come quella della comunicazione dell´assunzione preventiva. Questa è una norma estremamente importante, impone all´imprenditore di segnalare agli organi competenti l´assunzione di un dipendente un giorno prima che lo stesso occupi il suo posto di lavoro. E´ importante perché, in edilizia per esempio, il 12 per cento dei morti sul lavoro si verifica nello stesso giorno dell´assunzione. Meno lavoro nero vuol dire sempre più sicurezza, lavoro nero e morti bianche sono spesso collegate».
C´è già un dato che riguarda anche l´Agricoltura: risulta che nel corso del 2006 l´Inps ha annullato oltre 127 mila rapporti di lavoro. Cosa significa esattamente?
«Significa che probabilmente quelle 127 mila persone percepivano indennità e contributi ma senza averne diritto».
|
 |
Per offrire una migliore esperienza di navigazione questo sito utilizza cookie anche di terze parti.
Chiudendo questo banner o cliccando al di fuori di esso, esprimerai il consenso all'uso dei cookie.
Per saperne di più consulta la nostra Privacy e Cookie Policy