«La riforma delle pensioni si può migliorare»
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(Del 14/12/2001 Sezione: Economia Pag. 13)
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«La riforma delle pensioni si può migliorare» |
Tremonti corregge Maroni. Confindustria chiede un rinvio, sindacati scettici |
ROMA Pensioni, è duello all´interno nel governo. Che il ministro dell´Economia Tremonti non fosse molto soddisfatto del testo della delega legislativa messo a punto dal suo collega del Welfare Roberto Maroni era cosa nota. Ma proprio mentre ieri al tavolo negoziale a Palazzo Chigi con le parti sociali Maroni discuteva i dettagli della sua bozza, registrando la richiesta di Confindustria di sospendere la discussione per la pausa natalizia, da Bruxelles Tremonti nega recisamente la possibilità di far slittare a gennaio il varo della delega. Poi, il superministro dell´Economia riduce il testo Maroni a un mero «documento di lavoro». E fa sapere che si sta lavorando a «un´ulteriore bozza» che potrà trovare il consenso di tutte le parti sociali. Tremonti parla al termine del vertice Ecofin in una improvvisata conferenza stampa, e dice che c´è disponibilità a rivedere il Piano Maroni sulla previdenza che è «emendabile e perfezionabile». «Sono stato in contatto con il ministro Maroni e la Presidenza del Consiglio - spiega - credo che stia lavorando ad un'ulteriore bozza che, come la prima, è solo un documento di lavoro. Stiamo discutendo ed elaborando ipotesi». Il ministro si dice comunque fiducioso sulla positiva conclusione della trattativa con le parti sociali: «Penso che si possa trovare un accordo. In ogni caso noi abbiamo l'impegno e l'interesse ad una delega da presentare alla Camera come collegato alla Finanziaria, insieme alla delega fiscale. Abbiamo, insomma, una scadenza che dobbiamo rispettare nel nostro interesse. E credo che prima di quella scadenza ci sarà un nuovo documento che pensiamo potrà avere il grado di consenso e che comunque dovrà essere votato dal Parlamento». Quindi il Piano Maroni è emendabile? «Assolutamente si», risponde Tremonti, spiegando che «si tratta di una bozza che raccoglie ulteriori progressioni di lavoro, e sarà a sua volta una delega emendabile. La data limite per il varo della delega è il 21 dicembre. Non c´è dubbio che uno slittamento del varo della delega rischierebbe di far perdere alla riforma il «treno» della sessione di bilancio, che assicura una corsia preferenziale nella discussione parlamentare. Ma se è vero che il governo sta per sfornare un nuovo testo della delega - presumibilmente più vicino alle richieste di Confindustria, che ha bocciato severamente lo schema di Roberto Maroni, accolta invece positivamente da Cgil-Cisl-Uil - i margini per l´intesa non sono larghissimi. Una modifica radicale dell´articolato proposto da Maroni potrebbe evidentemente incontrare l´ostilità delle confederazioni, versando nuova benzina sul fuoco del conflitto acceso dalla riforma dell´articolo 18. Si tratterà di vedere quali saranno le novità contenute nella nuova «bozza di lavoro», della cui esistenza ieri nulla è stato detto ai rappresentanti delle parti sociali, ai quali è stato invece riferito che a giorni verrà data una risposta alla richiesta di «pausa di riflessione» indicata da Confindustria. Potrebbe rientrare la decontribuzione, oppure i disincentivi alle pensioni di anzianità; oppure la compensazione potrebbe essere trovata in interventi fiscali su Irpeg e Irap. Il presidente di Confindustria Antonio D´Amato aveva espresso in mattinata tutte le sue perplessità: una «vera riforma strutturale delle pensioni» può essere fatta solo introducendo anche disincentivi per chi opta per il pensionamento anticipato, e prevedendo una politica di decontribuzione per i neo assunti e per i giovani del Mezzogiorno. «Il Tfr - aveva detto il leader degli industriali - può essere messo sul tavolo solo di fronte ad una vera e definitiva riforma delle pensioni». E aveva ricordato che «una cosa deve essere chiara al governo: se l'economia tiene è perché le imprese hanno fiducia in un serio intervento strutturale. Ma la nostra apertura di credito non ha una scadenza illimitata». E al tavolo negoziale, la proposta a Maroni, Gianni Letta e il sottosegretario Brambilla: sospendere il confronto per una «pausa di riflessione». Il ministro Maroni - che parte oggi per il Giappone, e dunque non potrà partecipare al confronto sulla «nuova bozza» di delega, ha «registrato» la richiesta di Confindustria. I sindacati, invece, chiedono di andare avanti sul testo Maroni. Per il numero due della Uil Adriano Musi, «se ci fosse una "pausa", la delega non servirebbe più». Ma se il governo accoglierà le richieste di emendamento delle confederazioni, dice il segretario confederale Cisl Pier Paolo Baretta, «avrebbe il nostro via libera alla delega subito». Cgil-Cisl-Uil hanno poi chiesto al governo «di avere il testo della delega fiscale - ha detto Musi - chiesto da più di 20 giorni ma mai ricevuta fino a oggi. Continua a esserci omertà». Tra le richieste di modifica esposte dalle parti sociali, si fa strada una più stringente definizione dell´abolizione del divieto di cumulo (fissando un´età oltre la quale scatterebbe immediatamente); la possibilità di estendere l'opzione per il prolungamento del periodo di lavoro anche ai lavoratori che non usufruiscono della protezione dell'articolo 18 (come i dirigenti); che lo smobilizzo del Tfr sia su base volontaria, ma tenendo conto del silenzio-assenso. Si è parlato anche di lavoro e di ammortizzatori sociali: Sergio Cofferati, accennando alle crisi aziendali annunciate o in procinto di esplodere, ha chiesto una verifica delle risorse disponibili. Ma il ministro Maroni ha sottolineato che quelle già stanziate sono esaurite. |
Roberto Giovannini
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