3/2/2003 ore: 9:36

«L´Italia è una Ferrari in garage»; un Paese con sempre più poveri

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SABATO, 01 FEBBRAIO 2003
 
Pagina 12 - Cronaca
 
"L´Italia è una Ferrari in garage" Un Paese con sempre più poveri
 
Eurispes: inflazione al 13%, sparisce il ceto medio
 
 
 
Il rapporto 2003 dell´istituto di studi politici Numeri, tendenze e differenze. Concentrate al Nord il 47 per cento delle ricchezze
Il presidente Fara: la classe dirigente è inadeguata e non si accorge che la transizione è finita ed è nata la Terza Repubblica
L´evasione fiscale dell´economia sommersa costa 128 miliardi di euro
Una famiglia su cinque vive con 10 mila euro all´anno. La Calabria è la più disagiata
Una nazione a tre velocità: Nord, Centro e Sud vivono realtà separate "anche per l´incapacità dei politici di elaborare un progetto guida"
E´ in calo anche la fiducia nelle istituzioni: fanalino di coda il Parlamento, mentre i consensi maggiori vanno alla magistratura
 
MARIA STELLA CONTE

        ROMA - Una Ferrari chiusa in garage. O un cavallo di razza prima del Palio, con il mossiere che non si decide a dare il via alla partenza. L´Italia secondo Gian Maria Fara. Un´Italia che il presidente dell´Eurispes coniuga al plurale: quella della gente comune alle prese con le ansie quotidiane e quella della politica che continua a danzare nei saloni mentre il Titanic affonda; ma anche quella dei ricchi che si arricchiscono e quella dei poveri che impoveriscono; quella del nord e quella del sud. Due Italie. Sempre più distinte, sempre più distanti. E delle quali - ha spiegato ieri Fara presentando il XV Rapporto - la classe politica non sa cogliere le «enormi potenzialità: chi dovrebbe coglierle, infatti, è afflitto da mancanza di coraggio, da un esasperante immobilismo e non si accorge che la transizione è finita ed è nata la Terza Repubblica». E´ a dire, questa Repubblica, figlia di un federalismo incompiuto che ha dato ai poteri locali tanta forza quanto basta per condizionare, presto in modo determinante - sostiene il presidente - lo Stato centrale. «Di qui la necessità di ridefinire un nuovo ordinamento nazionale per evitare che la Terza Repubblica sia una nascita per distrazione».
        Partiti senza politica. Politica senza partiti. Nelle 1.300 pagine del Rapporto Italia, tabelle, grafici, numeri e percentuali, sono lì a dimostrare che c´è uno scarto troppo grande, e sempre maggiore, in un Paese che - Fara lo ribadisce - viaggia sbandando con il suo 13 per cento di inflazione; con una classe «politica dirigente nella quale nuovi manichei vorrebbero l´universo diviso tra bene e male», con ciò paralizzando l´intera società; con il 12 per cento del Paese che vive al di sotto della soglia di povertà e il 47 per cento della ricchezza complessiva concentrata nella mani del 10 per cento delle famiglie italiane più ricche, a loro volta concentrate prevalentemente al nord; con l´economia sommersa che pesa sul Pil ufficiale italiano intorno al 29-30 per cento (solo la Grecia, tra i paesi industrializzati, ci eguaglia) per una valore stimato in 306 miliardi di euro per il 2002 e 316 miliardi per il 2003: tanto per dare un´idea, Eurispess calcola che l´evasione fiscale connessa al sommerso vale nel 2002, 128 miliardi di euro che saliranno a 129 nel 2003 (250.000 miliardi di vecchie lire).
        Un Paese capace di produrre negli ultimi due anni nuova ricchezza (+10%) ma non una sua più equa distribuzione: il 19,5 per cento delle famiglie (quasi una su cinque) possiede meno di 10 mila euro, mentre il 32,8 per cento si colloca nella fascia dai 150 mila euro in su: la supremazia economica del Nord è ancora una volta schiacciante con il suo 29,2 per cento di famiglie con oltre 200 mila euro contro il 12,5 del sud. Quanto al reddito, quello medio della famiglie italiane è di 26 mila euro: al Nord diventa 30.678, al Centro 26.650 e al Sud 19.380. Ma all´interno del Sud c´è chi sta meglio e chi peggio, e posto pari a 100 il reddito medio pro capite italiano, la regione più disagiata è la Calabria con 59, poi la Sicilia con 62,2, la Campania con 67,8 e la Basilicata con 69,1.
        E´ per questo che Fara parla di un´Italia a tre velocità, un´Italia "snodata", dove Nord-Centro-Sud è come se vivessero realtà separate anche per «l´incapacità della classe politica di elaborare un progetto che guidi il Paese» e che eviti, magari, l´estinzione di un intera classe sociale: quella media. Tanto è elevato - indica il Rapporto - il rischio di impoverimento di questa fascia e sempre più indistinta la linea di demarcazione tra poveri e non poveri. Sarà anche per questo, per questa sensazione di smantellamento delle proprie energie vitali che un italiano su due (50,9 per cento) mostra un calo di fiducia nelle istituzioni: tra tutte, la magistratura è quella che raccoglie maggiori consensi, il Governo suscita qualche scontento e il Parlamento, con un 32,1 per cento, si aggiudica la massima sfiducia.
        Aumenta l´inflazione. Diminuiscono i consumi. Soprattutto quelli dei cosiddetti beni durevoli. Non di tutti: si salva l´hi-tech. Si salvano - a sorpresa - le auto di lusso. Le marche che hanno registrato gli incrementi maggiori sono Mercedes, Bmw e Ferrari. Quando si dice, la doppia faccia dell´Italia.

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