18/3/2010 ore: 9:20

«L’autunno italiano» protesta a Montecitorio

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Un attacco a tenaglia quello della Cgil al governo: a Roma da piazza Montecitorio con i lavoratori dell’Eutelia e delle altre aziende in difficoltà, a Busto Arsizio, Varese, con Epifani che alza la voce contro l’inerzia dell’esecutivo di fronte alla crisi. Mentre il Parlamento finalmente riesce a parlare di occupazione, ammortizzatori sociali e lavoro, dal congresso lombardo della Cgil il segretario generale del sindacato è tranchant: «Stiamo vivendo un clima politico che non fa bene al Paese, attraversato una crisi occupazionale molto grave». Bisognerebbe «concentrare gli sforzi per dare maggiore sicurezza alle famiglie dei lavoratori e dei pensionati, e invece non si fa nulla. Il governo non ha saputo valutare la portata della crisi e questo ci sta costando un prezzo troppo alto». Davanti alla platea lombarda del suo sindacato - riunita al Malpensa Fiere, dove sono intervenuti anche i candidati alla guida della Lombardia, Penati, Formigoni, Pezzotta e Agnoletto - Epifani si prende così una piccola rivincita su chi accusava il sindacato «di essere catastrofista, di esagerare quando avvertivamo che il 2010 sarebbe stato l’anno peggiore per l’occupazione. Ci dicevano che la nostra era una crisi diversa da quella degli altri Paesi. Oggi invece sono costretti a riconoscere che avevamo ragione, che la nostra battaglia era giusta».
DIFFICOLTÀ A dimostrarlo, secondo il sindacalista, sono i dati, che ci consegnano un’Italia in grave difficoltà, che rischia di perdere pezzi importanti della sua industria e di ipotecare il suo futuro. Il Pil del 2009 a meno 5 per cento - «che è la cifra più bassa tra tra i grandi dell’Europa» - il calo del25%della produzione industriale e il reddito andato distrutto. In particolare quello dei lavoratori dipendenti, dei precari, dei pensionati e di chi si trova in cassa integrazione. «Se qualcosa riparte – avverte Epifani – dipende solo dai mercati internazionali». Noi, al contrario, «non siamo arbitri della nostra politica industriale, di decidere su cosa investire, su cosa puntare per il rilancio ». Colpa del governo, che con Tremonti si è limitato a tagliare la spesa pubblica «secondo una logica indistinta», dalla ricerca alla scuola, allo sviluppo. Mentre Sacconi pensa di risolvere tutto con la cassa integrazione in deroga, lasciando fuori precari, atipici e disoccupati. Epifani invece prende spunto dallo slogan della Cgil lombarda guidata da Nino Baseotto: «Andare oltre». Comestanno facendo Francia e Germania che si stanno rafforzando con grandi progetti industriali. A noi, purtroppo, «manca un progetto industriale», una visione del rilancio

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