"Italia, meno crescita più disoccupati"
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DAL NOSTRO INVIATO
WASHINGTON - Il rischio di una depressione globale è scongiurato. La ripresa va «meglio del previsto» pur se è «di natura asimmetrica», ma la disoccupazione galoppa ovunque e ormai «pone grandi problemi sociali». Il Fondo monetario internazionale lancia l´allarme mentre sforna nuove stime. In sintesi: l´economia globale crescerà quest´anno del 4,2% e del 4,3 nel 2011, trainata dai paesi emergenti. L´Europa resta indietro rispetto agli Usa (più 3,1%) con uno striminzito più 1% (1,5 l´anno venturo). E per l´Italia c´è un taglio del Pil: 0,8% appena di crescita (1,2% nel 2011), in ribasso rispetto alle previsioni precedenti, con una disoccupazione che salirà all´8,7% quest´anno (dal 7,9), si manterrà all´8,6 nel 2011, comunque sempre al di sotto della media Ue (10,5%).
L´Italia è un caso a sé, nell´analisi dell´economista Jorg Decressin, «a metà strada» tra Germania e Francia per un verso, Grecia e Portogallo per un altro. Gli esperti Fmi non le dedicano neppure un rigo all´interno del librone che fotografa l´economia mondiale ma, a domanda, rispondono così: «Ha un elevato debito pubblico e in questo senso è vicina alla Grecia». Ma è molto diversa da Atene per altri parametri: «Ha un basso deficit di bilancio, un basso disavanzo di partire correnti e un basso livello di indebitamento nel settore privato» e da questi punti di vista è vicina ai big d´Europa anche se «non è la Germania».
No, non lo è. Guardando alle prime cinque economie dell´Unione monetaria, il paese viaggia sul penultimo vagone del treno della crescita. Peggio solo la Spagna con -0,4%, meglio la Francia (+1,5%), l´Olanda (+1,3%), la stessa Germania (+1,2%). A Washington, l´Italia è rappresentata dal governatore Mario Draghi, giunto ieri sera, e dal ministro dell´Economia Giulio Tremonti, atteso per oggi. Toccherà a loro discutere le analisi degli esperti Fmi.
Per il resto, nel volume congiuntural-statistico che il Fondo ha preparato ci sono come sempre luci e ombre. C´è la «buona notizia» secondo cui finalmente la ripresa è arrivata, pur se fragile e a diverse velocità. C´è la cattiva notizia del lavoro che svanisce: in molti paesi questo dramma assume dimensioni umane e sociali «più grandi di quel che appare dai dati». Non c´è una ricetta per alleviare il problema, se non il suggerimento ai governi perché rendano i salari più flessibili e provvedano a mettere in piedi adeguati supporti per i senza-posto. E, non ultimo, nelle 200 pagine di questo outlook c´è il richiamo a risanare i conti pubblici, dilatati a dismisura dagli stimoli all´economia decisi dai governi per stoppare la recessione: «E´ una priorità», ribadisce l´autore del testo, il capo economista Olivier Blanchard. Ben 2mila miliardi di dollari si potrebbero raccogliere se tutti i paesi del G20 adottassero la tassa sulle banche
Preoccupa infine il caso Grecia. Il Fondo non nasconde il rischio di una «crisi contagiosa», ma al tempo stesso è «fiducioso» che le misure di rigore intraprese dal governo di Atene possano evitarlo.