22/7/2005 ore: 12:24
"Istat" Rimbalzano le vendite al dettaglio
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ECONOMIA ITALIANA - pagina 21 LA SPESA DELLE FAMIGLIE • Per l'Istat a maggio l'aumento è stato dello 0,7% su base mensile, il più alto da un anno - Parla Marco Venturi (Confesercenti) ELIO PAGNOTTA La domanda interna conferma insomma di essere ferma. Secondo l'Istat, in maggio le vendite al dettaglio hanno fatto registrare un incremento limitato allo 0,9% su base annua. L'insoddisfacente crescita che si è verificata in maggio molto probabilmente indurrà la domanda interna a rimandare la riprese. Per quanto le vendite siano aumentate dello 0,8% nel settore alimentare e dell' 1% nel comparto non food, e variazioni positive si segnalano pure per pelli e calzature (+ 3,3%), foto ottica (+ 1,9%) e utensileria per la casa (+ 1,8%). Le difficoltà innescate dal continuo rialzo dei prezzi petroliferi sono infatti destinate a farsi sentire anche nei prossimi mesi. La depressa dinamica delle vendite sembra per di più destinata ad estendersi a tutti i settori. La ripresa rallentata è del resto confermata dalla dinamica del dato destagionalizzato: tra aprile e maggio infatti le vendite non sono andare oltre una crescita dello 0,7 per cento. Da aggiungere che in maggio la situazione si è appesantita in tutte le ripartizioni ad eccezione delle regioni centrali, dove è stata registrata invece una crescita del 2,2 per cento. La grande distribuzione procede piuttosto stancamente e ha limitato la sua espansione allo 0,9 per cento. Sempre più stentata la dinamica delle imprese che operano su piccole superfici, che hanno dovuto fare i conti con una contrazione dell' 1,4%. Nell'ambito della grande distribuzione, ad accusare un pesante passo falso sono stati gli ipermercati, che hanno perso il 3,6 per cento. Aumenti si segnalano invece negli altri settori, con una punta dell' 8,8% per gli esercizi specializzati. Sopra la media gli hard discount, dove le vendite sono salite del 2,4 per cento. «Come c'eravamo sorpresi, amareggiati per il mese precedente, così ora non dobbiamo gloriarci eccessivamente per questo dato» , ha commentato il presidente della Confcommercio Sergio Billè invitando a una lettura prudente dei numeri. L'Isae spiega che il deterioramento è dovuto quasi esclusivamente a valutazioni sfavorevoli sulle possibilità future di risparmio e sull'attuale convenienza ad acquistare beni durevoli. Restano inoltre prudenti le valutazioni sul quadro economico generale che tuttavia registrano «un lieve progresso» (da 76 a 76,4) dopo i forti cali degli ultimi mesi. |