27/3/2002 ore: 12:23

"Intervista" Speroni: sinistra vicina ai terroristi, difende Sofri e la Baraldini

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Speroni: sinistra vicina ai terroristi, difende Sofri e la Baraldini

«Non vedo perché Berlusconi dovrebbe ascoltare il capo dello Stato»

      MILANO - «Adesso non si dirà che è il sindacato che deve guidare il presidente del Consiglio!». E’ la prima riflessione, forse paradossale, sicuramente stizzita, che viene in mente a botta calda a Francesco Enrico Speroni, eurodeputato della Lega e capo di gabinetto di Umberto Bossi ministro, dopo le dichiarazioni del presidente della Repubblica sulla «maggioranza che deve saper governare nella dialettica e nel rispetto delle forze di opposizione».
      Sta dicendo che il presidente del Consiglio non dovrebbe tenere conto delle indicazioni del capo dello Stato?
      «Non vedo perché dovrebbe rispettare le indicazioni di Ciampi. Credo che a stemperare i toni dovrebbero essere in primo luogo loro, l’opposizione. Partiti e sindacati. Mi sarebbe piaciuto che Ciampi avesse detto al rovescio...».

      Cioè doveva criticare i toni dell’opposizione e non rivolgersi alla maggioranza?

      «Loro mi insultano, io reagisco. Chissà perché invece solo noi dobbiamo essere
      politically correct . Vogliamo parlare delle accuse lanciate quando sono morti i clandestini? Tutta colpa della legge sull’immigrazione Bossi-Fini ha detto la sinistra. Chi è stato allora a sparare i primi colpi, a dire che Bossi è nazista e che Speroni è razzista? Ritrattino, comincino loro a fare marcia indietro».
      Forse Ciampi intendeva rivolgersi alla maggioranza in quanto istituzione, forza che è al governo e deve rappresentare tutti e non una parte...

      «Perché certe regole devono valere solo per il governo? Il ruolo istituzionale ce l’ha il ministro ma ce l’ha anche un parlamentare come Bertinotti. O Diliberto. A proposito: lui è stato anche ministro della Giustizia...».

      E faceva dichiarazioni poco consone al suo ruolo?

      «Per tornare sulla storia della sinistra e dei terroristi, le chiedo: chi ha difeso Sofri e la Baraldini? Mi ricordo bene quando da ministro andò a ricevere con tutti gli onori all’aeroporto militare Silvia Baraldini. Le chiedo, allora: chi è vicino ai terroristi? Avrei visto molto volentieri la scelta di troncare ogni rapporto con i terroristi ma questa non c’è stata».

      Sta accusando i Comunisti italiani di collusione con il terrorismo? Ma la Baraldini, anche secondo gli americani che l’hanno condannata non ha ucciso nessuno...

      «Non voglio parlare di collusione ma perlomeno di attenzione, questo sì. La Baraldini non ha ucciso ma faceva parte di un gruppo armato e non si è certo pentita. Eppure è una specie di emblema della sinistra. In ogni caso non si può contestare che il terrorismo br sia di sinistra, su. Ora probabilmente è tutto diverso, non ci sono legami diretti con i partiti ma "compagni che sbagliano" è un’espressione che anni fa ho sentito usare a sinistra».

      Anche lei, come Bossi, ritiene che all’origine della violenza contro Biagi cia sia l’«esasperata protesta sindacale» voluta da Cofferati?

      «Continuando a dire in giro che modificando l’articolo 18 si licenzia la gente non si crea certo un clima sereno. I sindacati sono stati i primi a non volere il dialogo: fanno le prime donne offese, poverini. Mi sembra solo un pretesto. Prendano esempio da Sharon che non voleva trattare ma ora tratta anche se attorno a lui ci sono i massacri».
Enrico Caiano

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