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"Intervista" Sindacaliste che non ti aspetti: Nicoletta Rocchi

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    31 maggio 2007 - ANNO XLV N.22
      Pagina 102 - Economia

      Il nostro tempo
      Le sindacaliste che non ti aspetti

      Nicoletta Rocchi - Diessina, siede nella segreteria
      Cgil. Ma è convinta che la Tav sia una necessità.

      Dicono che è anarchica. Solo perché Nicoletta Rocchi non le manda a dire. Quando ragiona di banche, poi, sembra più liberista. Nata nel 1950, siede nella segreteria confederale della Cgil da cinque anni. È iscritta ai Ds, prenderà la tessera del Partito democratico. Ma ha stroncato la scalata dell’Unipol alla Bnl e si è schierata pro Tav, prendendosi accuse anche da sinistra.
        O si trova l’accordo sulle pensioni entro giugno, ha detto il ministro Padoa-Schioppa, o il governo fa da sé. Ci riuscirete?

        Io sono ottimista. Sul piatto c’è lo scalone, ma anche altre cose importanti come misure per i giovani, utili a creare una base di calcolo per pensioni che non siano da fame, tra qualche anno.

        Una parte della Cgil chiede già lo sciopero generale.

        Lo faremo se non avremo altra scelta. Siamo interessati a un accordo prima del Dpef, ma non con la fretta che ha il ministro dell’Economia.

        Donne e uomini in pensione alla stessa età. Che dice?

        Prima di equiparare l’età pensionabile, pensiamo a liberare le donne dal surplus di lavoro rispetto ai mariti. I nostri dati poi mostrano che oggi le donne vanno in pensione più tardi degli uomini, per una vita lavorativa
        più stentata.

        Le grandi aggregazioni tra banche. Da ex numero uno dei bancari della Cgil, che ne pensa?

        Negli ultimi 15 anni il settore bancario è quello che ha risposto meglio al bisogno di ammodernamento e riorganizzazione. Oggi i grandi gruppi nazionali possono competere ad armi pari in Europa. Le ricadute occupazionali le abbiamo gestite bene nel passato. Sapremo farlo anche oggi.

        Sul contratto dei dipendenti pubblici?

        C’è un accordo che mette a disposizione 3,7 miliardi. Per un piatto di lenticchie oggi, rischiamo di perdere la cosa più importante, che significa anche affrontare il tema della messa in efficienza della pubblica amministrazione.

        Perché la Tav è una necessità?

        Perché l’Italia ha bisogno di infrastrutture. Senza, siamo tagliati fuori. La Tav e il tunnel del Brennero significano due grandi corridoi che attraversano l’Europa. Il rischio che alta velocità e alta capacità passino da Francia e Germania c’è ancora. Bisogna convincere le comunità locali. Ma anche conciliare i loro interessi con quelli generali. (A.G.)

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