"Intervista" S.Mantegazza (Uila): Lavoro di qualità per la Pac
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ItaliaOggi (Economia e Politica) Numero 142, pag. 5 del 17/6/2003 da Bruxelles Dario Parente
Aiuti solo a chi rispetta la normativa e i contratti I sindacati agro-alimentari di tutta Europa manifestano oggi a Bruxelles per chiedere che la riforma della Politica agricola comune (Pac) salvaguardi l'occupazione e promuova la qualità del lavoro. Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil hanno organizzato in collaborazione con l'Effat, il sindacato europeo del settore agro-alimentare, un convegno al quale partecipa anche il commissario europeo all'agricoltura Franz Fischler. Dei contenuti della riforma e delle proposte del sindacato parliamo con Stefano Mantegazza, segretario generale della Uila. Domanda. Qualche mese fa si parlava di una revisione della Pac che avrebbe portato a qualche parziale aggiustamento; oggi siamo invece di fronte a una vera e propria riforma. Come mai? Risposta. La Commissione europea e i governi hanno capito che erano necessarie scelte più coraggiose per risolvere problemi dell'Unione europea: da un lato il prossimo allargamento a 25 paesi e i difficili rapporti con la pubblica opinione; dall'altro la prossima sessione del negoziato sulle regole del commercio mondiale. D. Quali sono le linee guida della riforma? R. L'obiettivo annunciato, certamente condivisibile, è quello di promuovere un'agricoltura sostenibile e più orientata verso il mercato. Le scelte per perseguire questo risultato, che sono tuttora in discussione, dovrebbero ruotare sostanzialmente intorno a due innovazioni: il sostegno del reddito degli agricoltori sarà assicurato tramite aiuti disgiunti dal vincolo produttivo; inoltre la concessione degli aiuti sarà condizionata al rispetto delle norme sull'ambiente, sul benessere degli animali e sulla qualità delle produzioni. D. E il sindacato perché è qui a Bruxelles? R. Perché rappresentiamo 6 milioni di lavoratori europei che in questa riforma sono considerati come dei fantasmi. D. Si spieghi meglio. R. La riforma assume, come strategico, il rapporto imprese-cittadini-consumatori. La sicurezza e la qualità delle produzioni, la tutela dell'ambiente, il benessere animale sono i pegni di questa alleanza. D. Il sindacato è contrario? R. No, è assolutamente favorevole. Con la nostra iniziativa vogliamo però fare presente che in tutta la proposta di riforma non solo non si parla di difesa dei livelli occupazionali ma non c'è neppure una parola sulla qualità del lavoro che, a nostro avviso, dovrebbe essere alla base di questa nuova strategia. Per esempio se l'agricoltura europea produrrà di meno, ma con più qualità, si pone, evidentemente, un problema di formazione professionale. Così come nelle zone dove le produzioni diminuiranno c'è il pericolo, per molti, di perdere il posto di lavoro. E alcune regioni italiane sono tra quelle più a rischio. Infine, e soprattutto, non è più accettabile che, in un'agricoltura che mira a trasformare l'Europa in una sorta di paradiso terrestre, esista ancora il lavoro nero, in dimensioni inimmaginabili. D. Quali sono le proposte del sindacato agro-alimentare per affrontare questi problemi? R. In primo luogo proponiamo che i nuovi aiuti erogati ai produttori non siano garantiti ugualmente a tutti: meno aiuti a chi smette di produrre, più aiuti a chi continua a creare sviluppo. Noi chiediamo che gli aiuti siano subordinati alla quantità di lavoro occupato e al rispetto dei contratti e delle leggi sociali. D. Insomma pochi aiuti a chi utilizza il lavoro nero? R. Trovo immorale che i soldi dei cittadini europei servano per arricchire dei produttori illegali, anche perché credo che difficilmente questi produttori possano assicurare delle produzioni di qualità. D. Per la formazione cosa proponete? R. Un piano comunitario per il settore agro-alimentare che miri a costruire le professionalità necessarie a sostenere il nuovo modello di agricoltura. D. Se la nuova Pac non coglierà le vostre richieste, cosa pensate di fare? R. È importante che sull'iniziativa unitaria dei sindacati italiani, tutto il sindacato agro-alimentare europeo sia qui a Bruxelles. Inoltre intendiamo aprire con le istituzioni comunitarie e con i governi europei un confronto che prosegua oltre la riforma della Pac. (riproduzione riservata) |