27/7/2004 ore: 11:45

"Intervista" N.Rossi: «Su pensioni e salario non si torna indietro»

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            martedì 27 luglio 2004
            sezione: ITALIA-POLITICA - pag: 10
            Il dibattito nel Centro-sinistra
            Parla l’economista ds Nicola Rossi
            «Su pensioni e salario non si torna indietro»
            BARBARA FIAMMERI
            ROMA • Il vento elettorale sale. E nell’opposizione si discute sulle vele da spiegare ma soprattutto sulla rotta da tracciare. «Le divisioni del Centro-sinistra non si annullano ma come dimostra il buon governo in tantissime amministrazioni locali, le distanze — da Mastella a Bertinotti — possono essere fortemente ridotte e garantita la governabilità se gli obiettivi centrali sono comuni». Nicola Rossi, economista e autorevole esponente dell’area moderata dei Ds, risponde così alle sollecitazioni che provengono da vari settori (vedere l’editoriale del Sole-24 ore di domenica) perché il centro-sinistra si dia una solida base programmatica e vada oltre il "collante antiberlusconiano" che sembra tenerlo insieme.

            L’opposizione è unita quando deve criticare Berlusconi ma basta evidenziare gli errori dell’attuale Governo per candidarsi a guidare il Paese?

            Ovviamente no. Non si deve perdere tempo a disfare quanto è stato fatto dall’attuale esecutivo in questi anni. Dobbiamo invece porci obiettivi seri e perseguibili, partendo da un forte collante comune che è rappresentato dalla difesa e dal rafforzamento anche finanziario dello Stato sociale, e prima di tutto di scuola e sanità pubblica.

            Già ma intanto Rifondazione comunista ripropone l’idea del salario come variabile indipendente...

            Tornare indietro non serve. Il salario non è una variabile indipendente e l’averlo capito è stata una conquista anche della sinistra. Ma il problema che milioni di famiglie non riescono ad arrivare a fine mese è altrettanto evidente e anche questo è un problema che merita una risposta concreta.

            Ovvero?

            Anzitutto la platea a cui dobbiamo rivolgerci non è solo quella dei lavoratori dipendenti, basti pensare alle migliaia di giovani che iniziano come autonomi. Si deve puntare a sostenere i redditi di lavoro bassi attraverso un sistema fiscale che premi e non penalizzi chi lavora. Le ribadisco il nostro obiettivo è rafforzare lo stato sociale.

            Anche le pensioni sono stato sociale. Che ne farete della riforma Maroni che sta per essere votata dal Parlamento?

            Il nostro eventuale ingresso al Governo arriverà quando mancherà poco all’entrata in vigore della riforma, se verrà approvata. Credo che sarebbe opportuno mantenere le cose come stanno perché anzitutto occorre dare serenità e sicurezza ai cittadini senza procedere a continui cambiamenti. E questo vale anche per il fisco: zero condoni e rimborsi subito rimborsati, a partire da quelli iva, questo mi piacerebbe, offrire certezze.

            Berlusconi però ha assicurato che le tasse le abbasserà?

            Per ora abbiamo visto il contrario. Qualunque intervento fiscale deve essere compatibile altrimenti si traduce in un danno e non in un vantaggio per i cittadini. Basti pensare ai tagli agli enti locali e agli aumenti che hanno determinato e determineranno. Bisogna offrire risposte concrete.

            E il rafforzamento dello stato sociale, concretamente, come si realizza?

            Se l’obiettivo è comune occorre trovare le soluzioni per raggiungerlo e questo ad esempio significa ridurre gli sprechi. Pensi alla sanità e al peso che sulla spesa ha il costo dei farmaci.

            Con l’ultima finanziaria di Centrosinistra furono aboliti i ticket per far pace con Rifondazione in vista delle elezioni...

            I ticket sono ormai di competenza regionale. Credo invece che ci siano, grazie alle nuove tecnologie, modalità di controllo sulla qualità e quantità della spesa farmaceutica che offrano notevoli margini di risparmio.

            Se tornerete a Palazzo Chigi non è che poi racconterete agli italiani di un nuovo «buco» nei conti pubblici?

            Un’operazione trasparenza sui conti andrà fatta e alcune verità stanno già emergendo, ma certo mi auguro che nessun ministro andrà in Tv a parlare di buchi come fu fatto nell’estate del 2001. Quanto alla neccessità di reperire risorse è evidente che se si parte dal presupposto di raggiungere l’obiettivo di rafforzare lo Stato sociale ciascuno dovrà rinunciare a qualcosa. Il Centro-sinistra che vincerà le elezioni non sarà quello del ’96.

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