"Intervista" M.Sacconi: «Non ci sarà un effetto elezioni»

mercoledì 10 marzo 2004
L'intervista
Sacconi: «Non ci sarà un effetto elezioni Primo sì del Senato il mese prossimo»
ROMA - Che senso ha avuto portare nell’aula del Senato la riforma delle pensioni per un attimo e poi rispedirla in commissione fino al 19 aprile? «È stato giusto incardinare la riforma nei lavori dell’aula. A questo punto possiamo dire che sarà approvata dal Senato entro aprile. Ed è ragionevole pensare a una terza e definitiva rapida lettura alla Camera». Il governo, una settimana fa, aveva spiegato di voler accelerare. Invece siamo davanti a un nuovo rinvio. «No. Abbiamo sempre detto che prima sarebbe stata approvata la riforma federalista e poi quella delle pensioni. L’esame del federalismo sta richiedendo più tempo del previsto». E il segnale che si voleva mandare all’Europa? «Rimane urgente. Il fatto di approvare la riforma al Senato entro aprile non cambia molto i termini». L’approvazione definitiva alla Camera avverrebbe però a maggio. Si può credere a un via libera a solo un mese dalle elezioni di giugno? «Sì. Fare la riforma resta per la maggioranza un valore. Dopo il via libera al federalismo, per la delega non ci saranno problemi». Ma i lavoratori faranno un nuovo sciopero generale il 26 marzo. «Non è uno sciopero che ha al centro le pensioni, ma la crescita dell’economia, come è giusto che sia, se l’intenzione è quella di rilanciare il dialogo sociale». Cgil, Cisl e Uil dicono che volete tagliare le pensioni per finanziare la riduzione delle tasse sui ricchi. «Non è così. Non tagliamo, ma freniamo l’espansione della spesa previdenziale secondo tempi ben più lunghi di quelli brevi in cui si deve realizzare la riduzione della pressione fiscale. Che comunque serve a incoraggiare la ripresa. La prossima tappa sarà l’abolizione dell’Irap. E qui vorrei ricordare che non c’è la sbandierata sintonia tra le parti. Tutte le imprese, dalle più piccole alle più grandi, sono infatti favorevoli alla riforma fiscale». I sindacati invece chiedono di sospenderla. «Noto una contraddizione. Da una parte chiedono un enorme aumento della spesa corrente, dalla sanità all’assistenza, dalla casa all’ambiente, e dall’altro rifiutano la riduzione della pressione fiscale per rilanciare la crescita. Se seguissimo questa impostazione, non genereremmo le maggiori risorse da distribuire con i servizi sociali». I sindacati chiedono anche più sostegni per chi perde il lavoro. «Giusto. È già previsto nel disegno di legge 848 bis. Che potrà essere discusso in commissione Lavoro del Senato entro il 19 aprile, così da avere il provvedimento in aula subito dopo le pensioni». Ma nell’848 bis c’è anche l’intervento sull’articolo 18 dello statuto dei lavoratori (disciplina dei licenziamenti) contestato dalla Cgil. «L’848 bis deve essere approvato integralmente, perché è frutto dell’equilibrio tra parti raggiunto col Patto per l’Italia. E il Patto va rispettato».
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