"Intervista" Il ministro Damiano replica a Confindustria
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lunedì 14 maggio 2007
Pagina 6 - Economia
«Alle imprese questo governo ha già dato molto»
La replica di Damiano a Confindustria «A luglio 5 miliardi con il cuneo fiscale»
di Giampiero Rossi / Milano
OBIETTIVI - «Abbiamo fatto poco per le imprese? A me pare che, al contrario, questo governo si sia fatto carico sin dall’inizio del tema dello sviluppo del paese e le imprese trarranno benefici da questa azione dell’esecutivo già a partire dal mese di luglio».
Il ministro del Lavoro, Cesare,Damiano, risponde così all'ennesima invettiva del presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, che non perde occasione per lamentarsi del presunto disinteresse del governo di centrosinistra per le imprese. E ribadisce il lungo elenco di iniziative a sostegno dello sviluppo.
Ministro Damiano, secondo Montezemolo da luglio l’Italia sarà il paese con il maggior peso fiscale d’Europa e che per le imprese avete fatto poco.
«Le imprese hanno ottenuto importanti risultati dall’azione di governo. E il primo è la riduzione del cuneo fiscale, che significa la diminuzione di ben tre punti del costo del lavoro. Dal primo luglio, quando questa misura entrerà in vigore dopo le ultime discussioni con Bruxelles, le imprese avranno su base annua e in modo strutturale un risparmio di 5 miliardi di euro, cioè il doppio della cifra che attualmente pensiamo di destinare allo stato sociale. Non mi pare poca cosa».
Evidentemente a Montezemolo sembra ancora poco...
«Strano, perché proprio secondo i calcoli di Confindustria questa misura inciderà anche sull’Irap, determinandone una riduzione del 26%. Inoltre il presidente del Consiglio ha parlato chiaramente di nuove risorse a sostegno del lavoro, delle famiglie e anche delle imprese. E il governo ha anche aperto il tavolo di confronto sullo sviluppo e la competitività, che per quanto mi riguarda affronterà il tema del salario di produttività nella contrattazione aziendale, che noi vogliamo incentivare, e il tema degli straordinari. Mi permetto anche di ricordare la lotta intransigente che abbiamo intrapreso contro il lavoro nero, che è uno stimolo alla concorrenza leale delle imprese».
Montezemolo dice anche che il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa è isolato all’interno del governo e che la sua è la posizione più corretta sul tema della riforma delle pensioni. Lei che ne pensa?
«Tutti auspichiamo che la concertazione possa concludersi entro giugno, prima che inizi la discussione sul Dpef. Ma il tempo della concertazione deve essere quello utile a raggiungere un accordo con le parti sociali, perché quello è l’obiettivo. Tutti sappiamo bene che con la legge in vigore attualmente dal primo gennaio 2008 i lavoratori saranno costretti ad andare in pensione con i 60 anni di età o i 35 anni di contributi. Noi con gli “scalini” vogliamo scendere al di sotto di quei limiti, quindi migliorare la situazione».
ma questa è la posizione del ministro Damiano o di tutto il governo?
«Io questa posizione l’ho illustrata in sede di concertazione con una relazione sulle linee guida. Quindi è la posizione del governo».
Però anche i sindacati hanno qualche rimostranza. Come intende muoversi il governo?
«Esiste sempre una dialettica tra governo e parti sociali, l’importante è discutere delle cose che si intendono fare realmente e il governo lo ha fatto ai tavoli di confronto e mi pare che i sindacati abbiamo considerato le nostre proposte una buona base di partenza per la discussione. Resto convinto che abbiamo presentato diversi punti qualificanti».
Quali sono, secondo lei?
«Sulle pensiono, per esempio, non deve passare inosservato il fatto che i lavoratori avranno garantiti i diritti acquisiti e che, cioè chi andrà in pensione nel 2007 lo farà secondo i vecchi requisiti, quindi non deve preoccuparsi. Poi gli obiettivi prioritari sono quelli di un innalzamento delle pensioni più basse e di una tutela pensionistica per i giovani, attraverso l'adozione di misure di solidarietà nel sistema previdenziale, con l’ampliamento dei contributi figurativi ai fini previdenziali per i periodi di disoccupazione, con l'estensione delle tutele sociali e contributive per i lavoratori flessibili, con la totalizzazione dei contributi versati a i diversi fondi e casse professionali e il riscatto più favorevole degli anni di università. Davvero non mi sembra si parli di poca cosa, per i pensionati e per i giovani».
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