12/9/2005 ore: 12:23

"Intervista" G.Gattamorta: «Per gli stranieri? Una giungla»

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      Ravenna
    lunedì 12 settembre 2005
      LAVORO
        Gianluca Gattamorta (Filcams Cgil) replica al presidente albergatori Ascom: «La manodopera extracomunitaria è una fonte di servizi a basso costo»
          ‘Per gli stranieri? Una giungla’
            Il sindacalista parla di impieghi ‘part-time’ che durano mezza giornata, pagati con meno di 3 euro l’ora
              «Ho letto il giornale tutta l’estate senza mai intervenire, ma dopo quell’intervista non mi sembrava più il caso di stare a guardare». A parlare è Gianluca Gattamorta (Filcams Cgil) che replica così al presidente Albergatori Ascom, Terenzio Medri.

              Cosa non condivide della ricostruzione di Medri?
                «L’affermazione che i lavoratori stranieri costino quanto gli italiani è falsa. Stando agli stranieri che vengono alla Cgil, la manodopera extracomunitaria è una fonte di servizi a basso costo: sono persone meno tutelate e quindi più ricattabili. Non è tanto questione di paga, quanto di contratto. È il caso, ad esempio, di impieghi part-time che in realtà durano 10, 12 ore senza giorno di riposo, con il risultato che la paga è in realtà inferiore ai 3 euro l’ora. Oppure il lavoro nero e grigio, i contratti firmati subito assieme al foglio delle dimissioni, o le due copie trattenute entrambe dal datore di lavoro, che così è libero di modificare i dati».

                Un trattamento riservato talvolta anche agli italiani che si affacciano nel mondo del lavoro.
                  «Senza dubbio, ma è tutto collegato all’apertura dei mercati a Est. Prima gli italiani potevano contrattare con più forza, mentre ora c’è una corsa al ribasso con la manodopera straniera. In certi settori un italiano deve lavorare alle stesse condizioni di un romeno, oppure rinunciare. Questo è il vero motivo per cui si dice che gli italiani non vogliono più fare certi lavori».

                  Medri lasciava intendere un dato confortante: l’intolleranza danneggia anche l’economia.
                    «Non ne sono convinto. L’extracomunitario in giro va bene dal lunedì al venerdì, ma nel fine settimana ‘deve’ stare a casa. Anche la battaglia per le quote stagionali è solo ricerca di manodopera facile: gente che posso intimidire con poco, dicendo che l’anno dopo posso lasciarla a casa. Nel commercio c’è molto controllo e regolarità, ma nel turismo no».

                    Quanto alla richiesta di maggiori servizi per gli immigrati?
                      «Sono totalmente d’accordo, ma occorre chiarire una cosa: l’Ufficio immigrazione a Cervia è un servizio per gli albergatori, che incide molto poco sull’attività dei dipendenti. I servizi però vanno potenziati, sia perché la vita di queste persone è già difficile, sia perché aiuterebbe a controllare le aziende. Guardi che non è un caso se per il presidente del Consiglio l’economia italiana è sommersa al 40 per cento: è un dato che trova riscontro anche qui a Cervia. Così però i guadagni degli imprenditori impoveriscono lo stato sociale e danneggiano le molte imprese regolari».

                      Lei cosa suggerirebbe?
                        «La mia proposta è aiutare i molti bravi imprenditori, che non possono reggere il confronto con la concorrenza di chi non rispetta le leggi. Facciamo una certificazione di qualità sociale, sensibilizziamo i turisti, rendiamo svantaggiosa l’illegalità. La civiltà non è incompatibile con il mercato».

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