"Intervista" G. Cobolli Gigli: «La linea del governo è corretta ma ci vuole la ripresa generale»
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07 Settembre 2004
COBOLLI GIGLI: LA GRANDE DISTRIBUZIONE NON PUO’ RILANCIARE LA DOMANDA DA SOLA
«La linea del governo è corretta ma ci vuole la ripresa generale»
intervista Vanni Cornero
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LA strada imboccata dal governo per raffreddare i prezzi dei prodotti di largo consumo è quella giusta, ma la ripresa dei consumi avverrà solo nel medio periodo e difficilemente entro il 2004». La pensa così Giovanni Cobolli Gigli, presidente della Faid (l’associazione che raggruppa i maggiori marchi non cooperativi della grande distribuzione) oltre che presidente ed amministratore delegato del Gruppo Rinascente.
La sua valutazione del problema è quindi all’insegna di un moderato ottimismo? «Il momento è critico, inutile negarlo, ma con opportuni accordi e misure di controllo sui prezzi si può superare. Non riesco, invece, a vedere più di tanto quella ripresa dell’economia in Italia di cui parlano le indicazioni di Confindustria e quelle che sono arrivate dal forum di Cernobbio».
Quindi? «Quindi trovo molto giusta questa attenzione da parte del governo nel cercare di comunicare e di fare in modo che il consumatore sappia che i prezzi vengono controllati. Perché bisogna anche cercare di ridare fiducia alle persone».
I punti indicati dal ministro Marzano: liberalizzare i saldi e le aperture festive dei negozi, riorganizzare la rete distributiva dei carburanti aprendo stazioni di servizio nei centri commerciali sono stimoli ad una maggior fiducia? «Sono tutti segnali che portano verso una maggior liberalizzazione che è il nostro auspicio. Il ministro conosce perfettamente quello che è il nostro ampio paniere di richieste, perché l’abbiamo incontrato il 6 di agosto ed anche prima. E’ chiaro che Marzano ha voluto prima di tutto interpellare le Regioni, da cui dipendono gran parte di queste decisioni».
Voi come grande distribuzione non siete stati convocati dal ministro? «Non ancora. Però, come dicevo, il ministro sa quello che vogliamo e immagino vorrà ascoltarci a chiusura delle consultazioni».
E quale sarà la linea che esporrete a Marzano? «Noi siamo sensibili e favorevoli alle richieste del governo. Da tempo stiamo agendo per contenere i listini. Certo, anche per noi aumentano tutti i costi in maniera molto superiore di quanto stanno aumentando i ricavi e quindi facciamo presente che se vogliamo andare avanti in un virtuoso contenimento dei prezzi, dobbiamo trovare anche un aiuto da parte dell’industria. Che peraltro ci sta lanciando dei segnali, seppur informali, di disponibilità. Già in passato, come nel periodo di change-over dell’euro, siamo riusciti a fare operazioni di blocco dei prezzi: c’è stato un accordo tra industria e distribuzione che si potrebbe replicare per una moratoria sugli aumenti da settembre a dicembre».
All’azione di contenimento prezzi che avete attuata autonomamente finora è corrisposto un aumento dei consumi? «No. I consumi sono in calo ovunque. E’ in calo il paniere di acquisto del cliente, particolarmente nell’alimentare. Noi manteniamo i prezzi costanti, o addirittura li limiamo, ma è difficile riuscire a stimolare da soli una ripresa dei consumi: ci vuole una ripresa dell’economia generale».
E lei questa ripresa non la vede proprio? «Io in queste settimane di rientro dalle ferie non vedo nessun segnale di ripresa dei consumi. Anzi, ho la sensazione che lo stipendio di agosto, quello che finanzia settembre, in parte sia già stato speso per pagare altre cose, tipo le vacanze, per cui, come dicono alcune statistiche molti italiani si sono indebitati».
Qundi cosa serve? «Una collaborazione tra tutti gli attori della filiera. Lo abbiamo già suggerito da tempo, quindi penso che quando il ministro deciderà di convocarci non riunirà soltanto la distribuzione, ma anche i produttori. Ritengo sia auspicabile, perché, così come vedo responsabilità per quel che riguarda il contenimento dei prezzi in noi distributori, le vedo anche nell’industria. Quindi credo che anche gli industriali possano essere disponibili ad un’azione concertata sui listini che ridia slancio ai consumi».
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