7/4/2003 ore: 10:17

"Intervista" Carlos Fuentes: «Questa guerra ha fatto molti cadaveri giuridici»

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              lunedì 7 aprile 2003

              l’intervista
              Carlos Fuentes
              scrittore

              Il romanziere messicano: la protesta non è contro gli americani ma contro Bush, il cui governo fiction ci fa rimpiangere Clinton
              «Questa guerra ha fatto molti cadaveri giuridici»

              Carlos Fuentes è uno degli ultimi grandi
              scrittori latino americani, generazione di
              Garcia Marquez e Alvaro Mutis. Saggi e
              romanzi sono tradotti in tutto mondo. Ha
              insegnato ad Harvad, Princeton e alla Columbia
              University. È stato ambasciatore del
              Messico in Francia. Vive a Londra. In polemica
              con altri scrittori europei e latini, fino a
              qualche tempo era convinto che gli intellettuali
              non fossero ormai necessari alla politica
              come invece gli sembrava indispensabile
              negli anni '60. Questa guerra gli ha fatto
              cambiare idea. Riportiamo di seguito una
              sua intervista rilasciata alla Cnn latino-americana
              il 4 aprile 2003.
              In America Latina, in Europa, in
              Asia per non parlare del mondo arabo
              continuano le critiche contro gli
              Usa e la loro guerra. Dopo due settimane
              la gente ancora non si rassegna.
              Cosa ne pensa?
              «Devo subito correggere la domanda.
              Nessun sentimento contro gli Stati Uniti.
              È un'opposizione al governo di George W.
              Bush: ha rovesciato la politica di Clinton e
              fa rimpiangere un desiderio non realizzato,
              vedere Al Gore alla Casa Bianca. Con
              Al Gore, dopo l'11 settembre, gli Usa si
              sarebbero concentrati nella lotta al terrorismo
              senza deviare verso l'invasione unilaterale
              e illegale alla quale stiamo assistendo».
              Ma la gente che protesta nelle strade
              del mondo brucia la bandiera
              stelle e strisce, dà l'assalto alle ambasciate
              degli Stati Uniti, si parla di
              boicottare i prodotti americani…
              «Sono manifestazioni contro il governo
              Bush, lo ripeto. Un governo fiction come
              ha detto uno dei registi che ha vinto
              l'Oscar. Credo anche governo illegittimo
              per non aver ottenuto la maggioranza dei
              voti della gente. Ha resuscitato il maccartismo
              che anni fa animava solo alcuni senatori
              e adesso trionfa alla Casa Bianca. Si
              perseguita chi non è d'accordo, ci si affanna
              a far tacere le voci dei dissidenti come
              non succedeva negli Stati Uniti dagli anni
              del senatore Mc Carthy, anni di caccia alle
              streghe. In America Latina l'opposizione è
              precisa: contro Bush, non contro il popolo
              americano. Non sarebbe successo se ci fosse
              stato Clinton. Clinton ha saputo gestire
              crisi internazionali rispettando istituzioni
              e diritti, consultando gli alleati dei quali
              rispettava le opinioni».
              Ormai la guerra è arrivata a Baghdad.
              Cosa succederà ?
              «Tanti morti, soprattutto civili. Ma la
              vittima più importante è il diritto non rispettato,
              come non sono state considerate
              le organizzazioni internazionali: Onu,
              Unione Europea, Nato. Vi è una serie di
              cadaveri giuridici difficili da resuscitare.
              Siamo di fronte ad una situazione di completa
              incertezza. Non so leggere nella sfera
              di cristallo, ma credo che la guerra si esten-
              derà oltre i confini dell'Iraq. Non immagino
              come reagirà la popolazione irachena,
              soprattutto se vi sarà la lotta corpo a corpo
              nelle strade di Baghdad e come bombardare
              la città mentre i soldati americani ed
              inglesi stanno combattendo contro la popolazione
              civile. Non so cosa succederà,
              come non so come possono reagire Iran e
              ogni paese islamico, da Damasco all'Algeria
              passando per Il Cairo. Siamo solo all'inizio
              di qualcosa. Non sappiamo cosa succederà
              dopo il trionfo militare alleato, ma
              immagino che questa guerra finisca male
              per il governo Bush perché destinata ad
              allargarsi oltre le possibilità che qualsiasi
              governo del mondo possa sopportare».
              Uno dei direttori della Cia, ha parlato
              all'università di Los Angeles.
              L'importante funzionario ha detto
              che stiamo vivendo la quarta guerra
              mondiale considerando la guerra
              fredda, guerra numero tre. Nemici
              da battere sono «i religiosi dell'
              Iran, i fascisti dell'Iraq e della Siria
              e gruppi estremisti islamici come al
              Qaeda»….
              «Vorrei sapere cosa pensate voi dei
              fondamentalisti della Casa Bianca: invocano
              la guerra pregando a testa bassa. Anche
              loro sono estremisti religiosi».
              Mentre parliamo Baghdad è sotto
              le bombe. gli ospedali sono pieni di
              bambini feriti, tanti morti. Quante
              generazioni dovranno passare perché
              il popolo iracheno possa dimenticare
              la guerra e costruire il proprio
              futuro liberandosi dei fantasmi?
              «Le conseguenze di questa guerra sono
              incalcolabili e già cominciano a manifestarsi.
              Perché le vittime civili sono ormai
              tante e aumenteranno nei prossimi giorni.
              Ma la vittima più importante resta la libertà
              di informazione, la censura e le limita-
              zioni imposte all'informazione in Iraq e
              sull'Iraq».
              La Casa Bianca ripete che la coalizione
              impegnata a cacciare Saddam
              si impegna a rimpiazzarlo con un
              governo democratico: migliore o
              peggiore di quello di Saddam?
              «Sarà un governo soggetto al dominio
              coloniale degli Usa. A volte si fanno paragoni
              con ciò che è successo in Giappone
              nel 1945, ma in Giappone resisteva l'eredità
              imperiale e legittima di Hirohito, anche
              se sottomesso al proconsole generale
              McArthur. In Iraq non c'è la stessa situazione.
              Nascerà un proconsolato nordamericano
              con un governo fantoccio agli occhi
              degli iracheni e del mondo intero. Questo
              governo inconsistente dovrebbe risanare
              le divisioni religiose tra sciti, sunniti, curdi.
              La situazione diventerà sempre più confusa.
              E come risponderà la Turchia se i
              curdi che combattono assieme agli ameri-
              cani otterranno il loro stato indipendente?
              E cosa potrà succedere se il principio di
              guerra preventiva diventerà la regola sulla
              quale basare le relazioni internazionali ?
              Bush ha gettato il mondo in un caos come
              non si vedeva dai tempi di Hitler».
              A questo punto la domanda è obbligata:
              cosa pensa di Saddam?
              «Un despota, tiranno sanguinario che
              ha sterminato il suo popolo mentre gli Usa
              continuavano ad armarlo. Non dimentichiamolo.
              Il segretario della Difesa Rumsfled
              nel 1981 è andato a Baghdad a consegnare
              ad Hussein le armi di distruzione di
              massa. Washington ha inventato il mostro
              e adesso è spaventata per averlo creato. Ma
              voglio dire di più: il presidente spagnolo
              Aznar ha dato il via alla guerra nel meeting
              delle Azzorre; Aznar, è stato il primo capo
              di governo di un paese occidentale a visitare
              Saddam nel 1997, dopo la prima guerra
              del Golfo. Un mondo di ipocriti».

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