"Intervista" Buttiglione: Ticket sui farmaci per ricerca e famiglia»

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22 Settembre 2003 intervista Alessandro Barbera
BUTTIGLIONE: BISOGNA TROVARE NUOVE RISORSE «Il ticket sui farmaci per ricerca e famiglia»
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ROMA COMPETITIVITÀ e famiglia. Per il ministro delle Politiche Comunitarie Rocco Buttiglione sono i due nodi che restano da sciogliere nella maggioranza per chiudere l’accordo sulla Finanziaria. «Non c’è il rischio che l’Udc faccia mancare il suo voto all’interno del Consiglio dei ministri», sottolinea Buttiglione, che però avverte: per evitare «l’assalto alla diligenza» in Parlamento è necessario «dare risposte», in particolare sul tema delle risorse per le famiglie. Per reperirne di nuove, Buttiglione considera percorribile sia la strada del ticket farmaceutico che quella di una nuova tassa per alcolici e tabacchi. Signor Ministro, a che punto sono le trattative? «Attendiamo e vediamo. Abbiamo tuttora due grandi preoccupazioni. La prima è la necessità di un pacchetto competitività. Sappiamo che non dà risultati immediati, ma è la vera risposta ai nostri problemi. Pensiamo alla questione della Cina. La risposta non è nei dazi come dice Bossi. Servirebbero a poco, perché il nostro problema non è che compriamo troppe merci cinesi, è che negli Stati Uniti la loro merce batte quella italiana. Dobbiamo fare cose che i cinesi non sanno fare». In concreto? «Vuol dire puntare su scuola, università, ricerca scientifica, brevetti, innovazione e sviluppo all’interno delle aziende. Si tratta di rilanciare una politica industriale che non abbiamo più, si tratta di battere la concorrenza dei Paesi emergenti sul tema dell’innovazione, non su altri. Sappiamo che i vincoli sono tanti, ma possiamo usare bene i pochi soldi che ci sono. Su questo punto vedo che ci si sta muovendo: la detassazione degli investimenti sull’innovazione e la ricerca, riorientare verso innovazione e sviluppo la legge 488, la riforma dei servizi pubblici locali. Sarebbe paradossale che l’Italia nella sua Legge Finanziaria si limitasse a galleggiare senza un’idea sull’innovazione». L’altra preoccupazione è quella della famiglia, ovviamente. «In un Paese che invecchia, se non ci sono nuove iniziative, sarà difficile o impossibile difendere i sistemi pensionistici. Chi pagherà in futuro il contributo delle pensioni? E’ una domanda alla quale è difficile sottrarsi. Senza bambini l’Italia muore. Bisogna sostenere le famiglie giovani e le famiglie che si prendono cura degli anziani, perché diversamente l’anziano viene scaricato sul sistema economico, con costi crescenti per l’apparato pubblico. Sulla famiglia bisogna fare uno sforzo in più. Io avrei voluto fare altre cose, ma mi rendo conto che non ci sono risorse». Le divergenze su questo punto restano? «Si. Voglio sottolineare che questa è una Finanziaria difficile, che deve passare in Parlamento senza essere oggetto di un “attacco alla diligenza”. E la sua approvazione senza grandi modifiche è possibile se si tiene conto davvero delle esigenze irrinunciabili di tutti nella fase di preparazione. Non c’è il rischio che l’Udc faccia mancare il suo voto in Consiglio dei Ministri sulla manovra, però non possiamo vincolarci in Parlamento a far passare in blocco una Finanziaria che non contenga nulla per la famiglia». Il ministro Tremonti dice che mancano le risorse. «Non stiamo ragionando di grandi cifre. Stiamo parlando dello 0,04% del Pil italiano. Quattro delle vecchie lire su diecimila. Su alcune voci si può ancora intervenire. C’è l’ipotesi del ticket. Ma voglio sottolineare anche l’appello del ministro Sirchia a stili di vita che pesano sul sistema sanitario. Un prelievo su tabacco e superalcolici sarebbe utile per la salute delle persone e per quella del bilancio dello Stato. Lei sa costa quanto costa un pacchetto di sigarette a Londra? E le parla un moderato fumatore e un consumatore di whisky».
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