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"IlPresidente" L'Udc non ci sta: ottime parole

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    marted? 16 maggio 2006

    Pagina 7 -Primo Piano

    IL CENTRODESTRA SI DIVIDE LA LEGA APPARE ISOLATA AL FIANCO DI BERLUSCONI, ANCHE DA AN GIUDIZI POSITIVI

    Ma l’Udc non ci sta: ottime parole

    Ugo Magri
      ROMA
      Il discorso del neo-Presidente non ? piaciuto nemmeno un po’ a Silvio Berlusconi, che in cuor suo avrebbe desiderato un grazie dopo cinque anni di governo, qualche espressione di riconoscimento, un piccolo segnale di attenzione come contraccambio della scheda bianca. Invece niente. Giorgio Napolitano ?ha citato tutti ma non ha speso una parola per ricordare il mio governo?, ? stato lo sfogo del Cavaliere con i suoi. Ecco perch? nessuno, di Forza Italia, s’? lasciato andare a giudizi positivi. Tutti hanno colto l’amarezza dipinta sul volto di Berlusconi, la sua ostentata indifferenza mentre l’intero emiciclo (o quasi) era in piedi ad applaudire, il cocciuto no comment opposto ai cronisti. Con Berlusconi che l’ha presa cos? storta, non era il caso di sprecare elogi.
        Perfino Sandro Bondi, che nei giorni scorsi aveva apprezzato la cultura socialdemocratica di Napolitano, descritto come ?male minore?, ieri ? stato un ghiacciolo: ?Affresco interessante, in gran parte condivisibile. Resta tuttavia complessivamente il sapore di una cultura datata e conservatrice?. Fabrizio Cicchitto, lapidario: ?Il discorso non ha parlato nel profondo a quella met? del paese che ha votato centro-destra?. Renato Schifani, sincero: ?Crediamo che l’assenza di un esplicito ringraziamento al governo Berlusconi sia un’involontaria svista e non una volontaria dimenticanza...?. Parte molto in salita il rapporto tra Forza Italia e Quirinale, Napolitano non ? l’uomo che Berlusconi avrebbe voluto sul Colle. Di sicuro, non ? il candidato ideale del Carroccio, che ieri ha bocciato senza mezze misure il suo discorso.
          Bobo Maroni, unico leghista di rango presente in aula (Roberto Calderoli ha preferito starsene a Milano per partecipare al Consiglio federale) s’? dichiarato ?assai deluso?. Non gli ? piaciuto che Napolitano mai, neppure una volta, abbia usato il termine ?federalismo?, preferendo invece indugiare ?sulla comune identit? nazionale e sulla indivisibilit? della Repubblica?: indizio, secondo Maroni, di ?una chiara e preoccupante volont? di conservazione dello status quo?. Fumo negli occhi pure ?l’aperto richiamo in favore dell’immigrazione?, per non dire della ?concessione all’ala radicale della sinistra con l’accento sulla presunta precariet? diffusa?.
            Sommando insieme i rilievi, ne vien fuori un quadretto molto negativo. E se il centro-destra si esaurisse qui, Napolitano non potrebbe aspettarsi nulla di buono dalla Casa delle libert?. Ma oltre a Forza Italia e alla Lega c’? pure An, che ieri ha compiuto una valutazione molto pragmatica del discorso, apprezzandone (con il portavoce Andrea Ronchi) l’appello al riconoscimento reciproco e l’impegno a garantire entrambi gli schieramenti.
              Soprattutto c’? l’Udc, cui l’esordio del Presidente ? parso pari alle attese. Pier Ferdinando Casini l’ha definito semplicemente ?ottimo?, superlativo che non richiede aggiunte. Marco Follini ? andato perfino oltre, scorgendovi ?il filo di un tessuto istituzionale che in questa legislatura dovremo essere capaci di cucire insieme?, la trama di future intese a tutto campo con i centristi dell’altra sponda. Entrambi hanno colto l’essenza delle parole di Napolitano, l’auspicio di una politica pi? condivisa e meno rancorosa, le istituzioni come casa di tutti, la garanzia che non vi saranno prevaricazioni. Laddove Berlusconi resta nello stato d’animo di chi ha visto la vittoria scivolargli tra le dita, dunque non riesce ad apprezzare nulla. E non vede l’ora che cali il sipario sui passaggi di consegne per dedicarsi, assicura Paolo Bonaiuti, ?alla battaglia di opposizione nel Parlamento e nel paese?.

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