15/10/2010 ore: 11:23

"Hanno paura di ciò che dirà la piazza"

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ROMA - Noi pensiamo ai «nostri», ai gruppi stranieri o ai provocatori - semmai dovessero arrivare - ci devono pensare le forze dell´ordine. A poche ore della manifestazione che la Fiom-Cgil ha organizzato a Roma per «la difesa del lavoro e della democrazia» le tute blu di Maurizio Landini non ci stanno a parlare di scontri, di tensioni, di disordini perché «non ci sarà niente di tutto questo».
Per il leader della Fiom chi infuoca il clima in questo modo lo fa perché «ha paura di quello che la piazza, in modo democratico e assolutamente non violento, saprà dire». Ovvero che «il lavoro è l´elemento centrale sul quale il paese deve ragionare per uscire dalla crisi». Poi certo il ministro Maroni, quando parla di «elementi della sinistra riformista nel mirino di gruppi violenti» dovrebbe «prestare più attenzione ai termini usati», ma questo clima mediatico con il quale si tenta di avvolgere la manifestazione «sarà smentito dai fatti». «In piazza domani ci saranno tutti i lavoratori e tutte le persone che pensano che il lavoro, i diritti, la democrazia siano la base dalla quale partire per trovare un nuovo modello di sviluppo». E «invito tutti quelli che la pensano così a venire, perché adesso è il momento di esserci».
Dei «nostri», di tutti quelli che sono d´accordo su questi temi, Landini si fida. Li invita a «rispettare i modi e le forme della democrazia, come hanno sempre fatto» ma nient´altro: la Fiom , precisa, non ha previsto per la manifestazione misure straordinarie o servizi d´ordine rafforzati. «Ma di che stiamo parlando? Ci siamo organizzati come tutte le altre volte».
Ma agli altri, ci deve pensare il ministro Maroni. «E´ sbagliato e pericoloso alimentare un clima mediatico che cerca di modificarne il senso e le ragioni della manifestazione». Ma comunque sia, «garantire la sicurezza e l´ordine pubblico nel paese è un compito e una responsabilità istituzionale del ministero degli Interni - commenta - Ciò è ancor più vero aggiunge se il ministro Maroni e i servizi parlano di possibili infiltrazioni di gruppi stranieri che, com´è noto, non sono metalmeccanici, né tantomeno sono stati invitati al corteo».
Quanto ai numeri, alle persone attese, è chiaro che non si potrà non fare il paragone con la manifestazione che Uil e Cisl hanno messo in atto sabato scorso (centomila secondo gli organizzatori). Landini non fa stime «quando ho visto quella piazza piena ho solo pensato che è questa è democrazia, fatta di confronti e di numeri. Ora invito tutti a valutare e a tenere conto di quella che sarà la nostra piazza piena».

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