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gioved? 5 ottobre 2006
Pagine 4 - Interni
INTESA TRASVERSALE PER LIMITARE IL PESO DELLA SINISTRA MASSIMALISTA NELLA MAGGIORANZA. E CAPEZZONE RIUNISCE I ?VOLENTEROSI? DEI DUE POLI: DA NICOLA ROSSI A BONDI E TABACCI
Moderati a tavola, nel men? c’? Prodi
L’Unione scricchiola sempre pi? e anche l’Udc si converte: pronti alla spallata
ROMA Flash di un governo in affanno. Al ministero delle infrastrutture da mesi va avanti uno strano teatrino tra Antonio Di Pietro e un suo deputato, Aurelio Misiti. Quest’ultimo, da quando si ? insediato il nuovo governo, sar? che ? stato presidente del consiglio superiore dei Lavori Pubblici, ma dice in giro che il vero ministro ? lui. Tant’? che Di Pietro, fumantino di carattere, prima gli ha tolto la stanza che Misiti si era fatto dare accanto alla sua. Quindi, un altro ufficio che il cosidetto “ministro ombra” era riuscito ad accaparrarsi davanti a quella del ministro “vero”. Infine, lo ha relegato alla fine di un lungo corridoio. Ora Misiti circola solo al piano di sopra, nell’ufficio dell’uomo che ha voluto alla presidenza del consiglio superiore dei lavori pubblici, quel Marcello Mauro che ha bloccato per l’ennesima volta il Mose.
Di teatrini del genere in queste settimane se ne sono visti tanti anche a Palazzo Chigi. Ad esempio, la scorsa settimana, nei giorni del varo della nuova legge finanziaria, uno dei quattro sottosegretari alla presidenza del consiglio arriv? a dire sia pure sottovoce che il ministro dell’Econonomia Tommaso Padoa-Schioppa rischiava di diventare ?un caso clinico?. Mentre lo stesso Romano Prodi, sia pure scherzando, nella notte che ha preceduto il varo della finanziaria davanti ai capigruppo della maggioranza ? arrivato a dire al caro Tommaso: ?Perch? ridi sempre con tutti i guai che ti stanno arrivando addosso??. O, ancora, sempre nella riunione che approv? la principale legge economica del governo, il ministro Linda Lanzillotta zitt? bruscamente un altro ministro, Vannino Chiti, che aveva fatto qualche appunto sulla parte riguardante gli enti locali: ?Le tue son tutte cazzate?. Adesso, invece, ? la stessa Lanzillotta a dichiarare che la finanziaria rischia di essere un salasso per gli enti locali. Del resto da qualche giorno proprio i ministri che l’hanno approvata vanno in giro in ordine sparso: Francesco Rutelli spiega ai quattro venti che la parte sul Tfr va modificata, mentre per Cesare Damiano non si tocca.
Per cui a ben vedere l’episodio dell’altra sera di Clemente Mastella che esce fuori dall’aula di Palazzo Madama gridando ?Di Pietro mi ha rotto i c...?, non ? un caso isolato. Semmai ? stata l’immagine pi? eclatante della sofferenza che c’? nella maggioranza. Malgrado questo, per?, i capi dell’Unione pensano ancora di tirare dritti. Romano Prodi ? diventato il custode dell’?autosufficienza della maggioranza? e incurante delle ripercussioni che potrebbero esserci sul governo ha dato un’accelerazione al processo di costituzione del partito democratico. Francesco Rutelli e Massimo D’Alema lo hanno assecondato. Quest’ultimo, infatti, dopo aver ridimensionato il premier sull’affare Telecom, si muove secondo una logica che non prevede grandi mutamenti di scenario fino alle elezioni europee: ?Prima di quella scadenza - ripete ai suoi sfoggiando un’espressione enigmatica da cui non si percepisce se davvero lo pensa - non credo che succeda niente?.
E’ davvero cos? o i capi dell’Unione stanno peccando di ottimismo e di presunzione? La verit? ? che la partita sulla finanziaria rischia di mettere in moto processi difficilmente gestibili. Se la sinistra massimalista ? contenta (ieri ? stata cancellata dal testo anche la norma che rifinanziava automaticamente le missioni dei nostri militari all’estero), l’area moderata-liberal-riformista dello schieramento ? davvero in ambasce. Ieri il presidente della commissione attivit? produttive, il radicale Daniele Capezzone, ha messo in piedi un’iniziativa trasversale, “il tavolo dei volonterosi”, nel quale esponenti di maggioranza e opposizione si confronteranno per individuare insieme possibili modifiche alla legge sul fisco, sul tfr e su altri punti qualificanti. L’obiettivo ? quello di cambiare l’impostazione di una legge in cui la sinistra massimalista ha fatto la parte del leone. Dentro ci sono esponenti di primo piano come Nicola Rossi, gi? consigliere economico di Massimo D’Alema, Sandro Bondi, uomo di fiducia di Silvio Berlusconi, l’ex-dc Bruno Tabacci, e tanti altri. ?Vedrete - prevede il segretario repubblicano, Francesco Nucara - che ? solo l’inizio di un processo che potrebbe cambiare anche il quadro politico. Magari per far fronte alla situazione drammatica del paese arriveremo ad un governo istituzionale. Chi lo guider?, D’Alema o altri, si decider? alla fine?.
L’operazione, nei fatti, ? un modo per svincolare i settori moderati e riformisti dell’Unione dal ricatto della sinistra massimalista. E di iniziative del genere se ne vedranno altre. ?Noi - annuncia il capogruppo dei mastelliani alla Camera, Mauro Fabris - non facciamo tavoli, ma faremo fatti?. Del resto il malessere ? diffuso: in una riunione dell’Ulivo deputati come Rolando Nannicini, Marina Sereni e Walter Tocci hanno spiegato che la legge, per usare un eufemismo, va modificata profondamente. E un dalemiano eretico come Giuseppe Calderola va ancora pi? in l?: ?Si sta mettendo in moto - osserva - un processo politico che non so dove porter?. C’? un’atmosfera di “libera tutti” in giro. Del resto se la Finanziaria colpisce il mio retroterra politico e culturale, se fa passare per nuovi ricchi giornalisti e medici ospedalieri, c’? qualcosa che non va. Poi Prodi potr? anche mettere la fiducia, ma questo processo non si fermer? alla finanziaria?.
E tutti questi movimenti stanno sorprendendo per la loro rapidit? anche il centro-destra. Silvio Berlusconi, ad esempio, ha messo da parte la prudenza degli ultimi mesi: ?Questo ? un governo che rischia davvero di implodere. Di essere una breve parentesi. E noi per non fare la parte degli scemi dobbiamo giocare il nostro gioco. Ad esempio, dobbiamo appoggiare gli emendamenti che vengono dalla Margherita, dai riformisti, da Mastella, dai radicali per mettere all’angolo l’ala massimalista. Poi, ma solo poi, se non ci riusciremo, andremo in piazza. E dobbiamo essere sempre pi? attenti al Senato. L? tutto ? in movimento. Dini e i suoi si stanno facendo vivi. Come pure i senatori all’estero. Inoltre dobbiamo assecondare la richiesta dei radicali che reclamano l’elezione di tre senatori. Io non so se il governo imploder? ora o tra sei mesi, ma il malcontento nel paese ? enorme. Prima della finanziaria noi del centro-destra eravamo avanti di 6 punti, con Forza Italia al 28,8%. Per questo dobbiamo politicizzare al massimo le amministrative della prossima primavera?.
Un discorso condiviso anche da Gianfranco Fini. ?Questi non tengono - ha spiegato ai suoi - ecco perch? dobbiamo aiutare i moderati del centro-sinistra nel loro tentativo di modificare la legge?. E, fatto nuovo, anche Casini comincia a pensare che Prodi rischia di non farcela, di non superare il prossimo anno. ?Noi - confida in Transatlantico un inedito Lorenzo Cesa - dobbiamo tentare la spallata. Dobbiamo mandarli a casa. Siamo pi? prudenti sull’andare in piazza proprio perch? non vogliamo ricompattarli?. Com’era nelle previsioni, quindi, la vera battaglia in questa legislatura si svolger? al Senato e non sulle piazze. E sull’altro versante c’? chi comincia ad essere davvero preoccupato. ?Con tre senatori in pi? - osserva sconsolato a Palazzo Madama uno dei confessori di Franco Marini, Giorgio Pasetto - non si pu? governare per una legislatura. C’era la speranza che con il tempo qualcuno dell’opposizione passasse di qua. Ma con quello che sta succedendo ? pi? facile che succeda il contrario. Basta guardare i movimenti di Dini per capire dove si sta dirigendo?.
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