6/7/2006 ore: 9:58

"Governo" Le lobby pronte al grande agguato

Contenuti associati

    gioved? 6 luglio 2006

    Pagina 4 - Economia & Lavoro


    ONOREVOLI PROFESSIONISTI DIETRO LA RIVOLTA DEL TASSAMETRO SI MUOVONO NOTAI, MEDICI E FARMACISTI
      Le lobby pronte al grande agguato

      retroscena
      PAOLO BARONI
        ROMA
        Se i taxisti fanno da testa d’ariete delle categorie in rivolta contro il decreto sulle liberalizzazioni ? evidente che il governo ha tutto l’interesse a tenere duro e a concedere loro poco o nulla. I blocchi, le proteste e per certi versi anche una buona dose di violenze, probabilmente, Bersani e Prodi l’avevano anche messa in conto conoscendo un po’ questa categoria e i suoi referenti politici, con l’area pi? populista di An che soffia sul fuoco. Dunque non solo non si cede, ma non ci si deve nemmeno far distrarre: mentre i taxisti sfilano in piazza e mettono a soqquadro le citt?, le lobby ben pi? potenti dei notai e degli avvocati, dei banchieri come delle assicurazioni, lavorano sotto traccia.
          Ognuno muove le sue pedine e le sue conoscenze, fa pressione sui ministri di riferimento (Giustizia, Sanit?, ecc.), attiva i suoi terminali in Parlamento. ?Adesso ci fa impressione vedere i taxi che bloccano le citt? - spiegano al ministero di via Veneto - per? noi dobbiamo stare attenti soprattutto a quello che succeder? in Parlamento, alla parolina inserita all’ultimo minuto che pu? stravolgere interi pezzi del decreto?.
            Il ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani in questi giorni lo sta ripetendo in tutte le sedi, dagli schermi della tv al Parlamento, il decreto non si ritira (?ci mancherebbe: non scherziamo!?) e non si trasforma in disegno di legge. Si pu? integrare, modificare, correggere: questo s?. Ma solo se serve a migliorare, non certo per annacquarlo. Sulla stessa linea molte altre prese di posizione venute dall’interno dell’esecutivo (Amato, Nicolais, Bonino, Santagata) e dalla maggioranza.
              Ordini professionali e associazioni, assorbito il primo shock, ora stanno preparando la controffensiva. Per tutti vale innanzitutto la scusa della ?mancata concertazione?, in realt? poi dentisti e veterinari contestano soprattutto le norme sui pagamenti degli onorari che vietano i versamenti in contanti. Le assicurazioni hanno gi? fatto sapere che l’abolizione dell’agente monomandatario produrr? disastri, mentre le banche per ora non si muovono ma solo perch? aspettano che Corrado Faissola prenda la guida dell’Abi (la settimana prossima), e poi anche loro partiranno lancia in resta.
                Avvocati e notai, assieme ai farmacisti, in questa fase sono i pi? combattivi. E in Parlamento si sono gi? fatte sentire le loro avanguardie. Primo fra tutti Alfredo Biondi, avvocato di grido e presidente del Consiglio nazionale di Forza Italia: ?Bersani ? un recidivo - proclama - col suo decreto vuol solo mercificare la libera professione forense?. Paolo Frassinetti, avvocato e deputato di An: ?Si rischia di stravolgere l’intero sistema delle libere professioni: in Parlamento daremo battaglia?. Ieri An ha deciso di avviare una ?campagna di ascolto con ordini e categorie? partendo dai farmacisti. In loro aiuto, per?, in questi giorni erano gi? scesi in campo l’Udc Maurizio Ronconi, l’ex presidente della Commissione sanit? del Senato Antonio Tomassini di Forza Italia e la sua collega di partito Chiara Moroni, vicepresidente del gruppo alla Camera.
                  Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani e presidente della Commissione attivit? produttive della Camera, mette in guardia dai possibili agguati: ?Praticamente un terzo di deputati e senatori ? iscritto ad un ordine o ad un albo professionale. A parole sono tutti liberisti, ma ovviamente nessuno vuole che si tocchi il suo giardino, la sua casa o le sue cose?. I numeri parlano chiaro: su 952 parlamentari ben 274 viene dal mondo delle professioni. Il gruppo pi? numeroso ? quello degli avvocati, 110 in tutto, con un picco del 16% tra le fila di Forza Italia. I giornalisti sono 93, 45 i medici (che potrebbero far da sponda ai farmacisti), seguiti da 16 commercialisti, 6 architetti e 4 geometri. ?E’ vero, tra noi parlamentari ci sono tanti professionisti - spiega Michele Vietti, avvocato civilista dell’Udc e padre di una riforma incompiuta delle professioni quando era sottosegretario alla Giustizia - ma quando si entra in Parlamento occorre tradurre gli interessi di cui siamo portatori in un interesse collettivo superiore?.
                    I consumatori non si fidano e per questo gi? luned? scorso hanno chiesto a Bersani di blindare la riforma mettendo la fiducia. Bersani ci sta pensando? Per ora il ministro dichiara di rimettersi ?alla sovranit? del Parlamento? e assicura che ?un pool? all’interno del governo ?presidier? la materia, poi si vedr?. La Cgil gli fa da sponda: ?il governo non deve cedere un millimetro di fronte alle corporazioni - dichiara Marigia Maulucci -. Resistere, resistere, resistere!?.

                  Close menu