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"Governo" La Russa-Masaniello guida la rivolta delle corporazioni (A.Statera)

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    gioved? 27 luglio 2006
      Pagina 15 - Economia
        IL CASO
          Farmacisti e panificatori uniti contro le liberalizzazioni. In testa il deputato di Alleanza Nazionale

          E in piazza il La Russa-Masaniello
          guida la rivolta delle corporazioni
            Sgarbi, figlio di farmacista, parla di "sacralit? persa" con i supermercati. E i migliaia di laureati senza bottega?
              Si agita lo spettro delle multinazionali: pochi gruppi che conquistano il mercato grazie alle economie di scala

              Alberto Statera
                Baffi e pizzetto nelle immagini d?epoca napoletane del 1647, baffi e pizzetto oggi a Roma sotto il sole che cuoce e gli elicotteri che frullano in cielo per Condoleezza Rice e Kofi Annan, ma anche per le corporazioni in rivolta. Guarda, guarda ? proprio lui, ? Masaniello che, luciferino, saltabecca scalmanato alla testa della protesta "plebea" dei panificatori a Montecitorio e di quella "borghese" dei farmacisti sotto il ministero dello Sviluppo Economico. Ignazio La Russa, dignitario di Alleanza Nazionale, avvocato di vecchia stirpe meridionale trapiantata a Milano e assai ben incistata nel mondo degli affari siculo-lombardi, ? anche fisicamente una specie di clone di Tommaso Aniello, detto Masaniello, quando, lasciati i panificatori, che contano poco in ragionieria lobbistica e che sembrano pi? ragionevoli dei dottori, corre tra un migliaio di camici bianchi in sciopero.

                E alla loro testa marcia ad assediare il ministero di Pierluigi Bersani, ex presidente della regione pi? rossa d?Italia, oggi deregolatore e liberalizzatore della pi? bell?acqua, un mix imprevedibile di Einaudi e Tocqueville.

                Sono tanti, sono arrabbiati i farmacisti, ma, nonostante gli sforzi, non ricordano la classe operaia in marcia di Pellizza da Volpedo, n? i tassisti che una settimana fa protestavano a piazza Venezia, a Linate e alla Stazione Centrale di Milano. Meno muscoli oggi, pi? abbronzature da spiaggia, pi? "Rolex submarine" e "push up La Perla" sotto i camici delle dottoresse.

                Lui, La Russa-Masaniello, ? l? in mezzo, saltellante come l?antico capopopolo napoletano, questa volta a tentare di rubare la scena al suo camerata Gianni Alemanno, ala sociale di Alleanza Nazionale, pi? propenso alle corporazioni "basse", come quella dei tassisti, che a quelle "alte", pi? "operaio" e meno "borghese". Qualcuno tra gli scioperanti - 35 gradi all?ombra - quatto quatto, piega il camice, rif? il nodo della cravatta e svicola verso "Tullio", celebre trattoria di qualit?, o verso il guardiaporte gallonato dell?"Aleph", un "Boscolo Luxury Hotel", proprio l? a dieci metri, aria condizionata a manetta, colazione leggera, carta dei vini bianchi di prim?ordine.

                La rivolta "borghese" di piazza ha un che di inverosimile, se vogliamo di grottesco. Basta leggere i cartelli. Ma chi fa lobby per questi? Possibile che gli strateghi della Federfarma, che coster? milioni di euro all?anno, siano cos? ingenuamente insulsi. Allora viva i tassisti, che danno la linea, che nelle settimane di protesta, quando non hanno menato le mani, hanno prodotto anche slogan pregevoli. Dice una scritta farmacista su "t-shirt" bianca: ?Bersani le leggi non si inventano in una notte, si concertano?. Ma guarda un po?, per difendere i privilegi s?invoca l?odiata concertazione, come per i metalmeccanici. E un altro cartello: ?Bersani, la Coop sei tu, chi pu? darti di pi?. Concertazione s?, ma in salsa classista: ?Da dottori a commessi di supermercato, Bersani ce lo potevi dire prima di farci laureare?.

                Ecco uno dei punti centrali della vertenza, la "sindrome del dottore", che si aggiunge a quella - quasi sempre prevalente - del timore per il portafoglio, che sul cuore dei farmacisti spesso riposa. Ce la spiega con efficacia Vittorio Sgarbi, eclettico critico d?arte o non sapremmo come altro definirlo, ma figlio di farmacisti di provincia: ?Ho parlato con mio padre Giuseppe che, con quattro parole, mi ha riassunto la questione: il farmacista ? come un sacerdote che dice messa, se lo mettiamo nei supermercati diventa un commesso e perde tutta la sua sacralit?. Capito? Migliaia di laureati che non hanno la fortuna di avere un babbo speziale e una farmacia di famiglia possono rimanere disoccupati perch? se no i membri della corporazione devono condividere il sacerdozio e perdono la loro sacralit?. Se ? cos?, quale corporazione ? pi? corporazione di questa? Giuseppe Sgarbi - ci garantisce suo figlio - aggiunge esattamente quel che ieri molti farmacisti rolexati andavano dicendo sotto le finestre del ministro Bersani e dopo aver deciso la protesta a oltranza: che il governo Berlusconi ?faceva schifo?, ma che questo si sta dando molto da fare per raggiungerlo.

                Poi c?? la questione delle multinazionali, che tutti i "liberalizzati", dai tassisti ai banchieri, dagli assicuratori ai panificatori, indicano come la peste prossima ventura, che - secondo loro - devaster? le membra di quest?Italia, in realt? un?Italia da "Medioevo istituzionale", come l?ha definita Sabino Cassese, nella quale "il cittadino ha un posto secondario", salvo che non appartenga a una delle trenta professioni amministrate dallo Stato attraverso gli Ordini. Pochi grandi gruppi che con economie di scala conquistano il mercato e fanno fuori le corporazioni protette dagli Ordini. Ma, ammesso che sia cos? - e fortemente ne dubitiamo - al cittadino senza Ordine cosa importa se ? servito meglio e risparmia ?

                Trenta professioni, secondo il censimento del professor Cassese, ma quella dei farmacisti negli ultimi mesi ha goduto della massima attenzione - non proprio benevola - del dottor Antonio Catrical?, presidente dell?Autorit? Antitrust, autore di un?"Agenda liberalizzazioni" nutrita quanto quella del professor Francesco Giavazzi. Tra i tanti pareri sul mercato dei farmaceutici firmati da Catrical?, sentite questo, che spiega semplicemente uno dei noccioli del problema: ?L?Autorit? ritiene improcrastinabile la liberalizzazione della vendita dei farmaci di automedicazione, consentendone la commercializzazione anche presso i punti di vendita della distribuzione organizzata. Infatti, una volta che nel punto vendita vengano garantiti un adeguato spazio a questi prodotti e l?eventuale assistenza informativa alla clientela, l?ampliamento del numero dei punti vendita di questi farmaci determinerebbe un aumento della concorrenza e quindi un forte incentivo per le farmacie a praticare sconti sul prezzo di questi farmaci?.

                Il dottor Catrical? la fa dotta, ma chiunque si sia trovato col mal di testa a New York e abbia comprato per qualche dollaro in un drugstore una confezione di un centinaio di aspirine non ha necessit? di soverchie spiegazioni.

                L?argomento del farmacista come il sacerdote che dice messa, francamente non ? invece dei pi? utili neanche al pi? smaliziato lobbista.
                  Forse per questo il lobbying dei dottori farmacisti ? passato dalle logge e dai corridoi ombrosi del Parlamento alle piazze assolate, con la scuola di successo dei tassisti. Dopo le palate di fango che il ministro liberalizzatore si ? preso per la tardiva concertazione con gli "chauffeur" scalmanati, altri arretramenti governativi, per la verit?, sembrano alquanto improbabili. Ma, per favore, non ci private lo stesso degli irresistibili happening in piazza di Ignazio La Russa- Masaniello.

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