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"Governo" A Brescia l'assemblea degli avvocati «processa» Ichino

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    venerd? 14 luglio 2006

    Pagina 17 - Primo Piano

    E a Brescia l’assemblea degli avvocati ?processa? Ichino
      Dopo le critiche del giuslavorista la proposta di ricorso all’Ordine per ?provvedimenti disciplinari?

      Paolo Bricco
        Pietro Ichino nel mirino degli avvocati. La Camera Penale di Milano e i legali di Brescia sembrano intenzionati a mettere sotto accusa l'editorialista del ?Corriere della Sera?, autore mercoled? di un commento, ?Lo strano sciopero degli avvocati?, che ha turbato e diviso profondamente la categoria.

        Contro il giuslavorista gli avvocati di Brescia si erano gi? sollevati mercoled? pomeriggio. Tanto da convocare ieri una conferenza stampa sull’argomento insieme agli avvocati della Lombardia orientale. Due giorni fa si era svolta una assemblea infuocata nella locale sezione dell'Ordine. ?Fra i molti interventi pronunciati in un incontro davvero concitato - racconta al ?Corriere? il presidente dell'associazione, Tullio Castelli - c'? stato anche quello di un collega che ha sollevato l'ipotesi di sollecitare l'Ordine di Milano, a cui appartiene Ichino, a prendere provvedimenti di tipo disciplinare nei confronti del giuslavorista. A suo avviso, ci sarebbero infatti gli estremi di un procedimento di questo tipo?.

        Secondo gli accusatori la responsabilit? di Ichino sarebbe quella di avere vituperato la categoria, oltre che di avere anche fornito informazioni sbagliate, ad esempio dando una scorretta interpretazione degli obblighi giuridici e deontologici dei professionisti che scelgono di astenersi dal lavoro. Luned?, per il giuslavorista, si profila quindi un vero e proprio giorno del giudizio. ?All'inizio della prossima settimana - spiega infatti Castelli - il nostro Consiglio dovr? valutare se fare o meno una segnalazione di questo genere all'Ordine di Milano?.

        Certo, il clima che mercoled? si respirava a Brescia, fra i 175 avvocati presenti, non era per niente favorevole a Ichino. ?Quando ? stata formulata la proposta - precisa il presidente dell'Ordine - nessuno dei presenti ha obiettato alcunch?. Una durezza verso le tesi di Ichino (favorevoli a una radicale modernizzazione e apertura del mercato) che in realt? ? figlia anche dell’altrettanto duro giudizio dato sui contenuti della riforma Bersani, finalizzata a introdurre forti elementi di liberalizzazione in questa come in altre professioni. ?Anche di questo - riferisce Castelli - si discuter? nel consiglio della prossima settimana. I nostri iscritti hanno dimostrato mercoled? una significativa compattezza contro il decreto. Per questa ragione, decideremo cosa fare e come proseguire nella nostra lotta?.
          Al Consiglio direttivo di Milano non sono piaciute le tesi esposte dal giurista: per esempio, le motivazioni dello sciopero giudicate di segno corporativo e le critiche alle modalit? di sciopero ?a singhiozzo?, un po' s? e un po' no a seconda delle esigenze del legale. In un proprio documento la Camera penale evidenzia come non ci sia nessun interesse di ?bottega?, mentre l’astensione dalle udienze viene ritenuta uno degli strumenti in difesa del ?giusto processo?, valido ?pi? in generale, per contrastare le sempre incombenti tentazioni autoritarie?. Inoltre, si sostiene che tutte le regole formali e procedurali, da ottemperare in caso di sciopero, sono state rigorosamente rispettate. Quindi, in un passaggio molto duro di questa presa di posizione, il Consiglio direttivo denuncia ?la grave offesa all'onorabilit? e dignit? degli avvocati penalisti e riserva ogni iniziativa all'esito dell'assemblea nazionale? che si tiene oggi nell'aula magna del Palazzo di giustizia di Milano e che coincide con l’inizio dell’astensione dalle udienze di sette giorni indetta dall’Unione delle Camere penali italiane. Del resto gi? nell’assemblea della categoria a Roma, sempre mercoled? scorso, erano volate parole grosse e anche insulti all’indirizzo dell’editorialista. A dimostrazione di un clima davvero pesante.

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