28/4/2004 ore: 11:07
«Gli slogan del primo maggio non si toccano»
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mercoledì 28 aprile 2004 |
Cgil, Cisl, Uil: sì alle bandiere della pace e del lavoro, no allo stravolgimento della festa. Epifani: no al ricatto dei sequestratori «Gli slogan del primo maggio non si toccano» |
ROMA Nessuno potrà cambiare le parole d'ordine del primo maggio. Né i sequestratori né altri. Guglielmo Epifani, segretario della Cgil, risponde così a chi mette in relazione le manifestazioni per la festa del lavoro e la richiesta di scendere in piazza contro il governo fatta dagli uomini che tengono in ostaggio tre italiani in Iraq. Il che non vuol dire che il tema non possa essere toccato. Tuttavia, spiegano uniti i sindacati, ben vengano le bandiere della pace, ma una manifestazione dei lavoratori non può diventare qualcosa di completamente diverso, soprattutto se la richiesta proviene dal video di un gruppo di terroristi. «Non si risponde a questo tipo di messaggio, se messaggio lo vogliamo chiamare», dice Epifani. «Per quello che ci riguarda - aggiunge - confermiamo autonomamente le decisioni di iniziativa già assunte. Il primo maggio sarà la festa del lavoro, come tutti gli anni, con le nostre parole d'ordine: lavoro, pace, diritti nell'Europa che si allarga. Non c'è motivo di cambiare le nostre parole d'ordine, stante anche la coerenza che, su queste parole d'ordine, ha avuto da tempo il movimento sindacale». Dello stesso parere anche i segretari di Cisl e Uil. No, dunque, all’ipotesi di cambiare una manifestazione dei lavoratori organizzata a Gorizia che ha un particolare valore in vista dell’allargamento dell’Unione Europea. E no allo stravolgimento del tradizionale concerto di Piazza San Giovanni. «Non tentate di strumentalizzare l'iniziativa del sindacato, in questa fase non serve a nessuno», afferma Savino Pezzotta, che aggiunge: «Noi non abbiamo mai accettato nella nostra storia i diktat dei terroristi: pertanto è come se non esistessero». E proprio per questo, «gli obiettivi del Primo maggio restano quelli definiti dal sindacato: pace, lavoro e attenzione all'allargamento a est dell'Europa: un'Europa che diventa più grande è una sicurezza maggiore per l'insieme dei lavoratori. Questi sono gli obiettivi che ci siamo prefissi per il primo maggio - conclude Pezzotta - e non a caso la manifestazione nazionale quest'anno si terrà a Gorizia, che è la città simbolo della divisione che aveva attraversato l'Europa, e il rapporto tra occidente e est europeo. È per noi un elemento di speranza, anche dal punto di vista della pace, perché più confini si tolgono più pace c'è». «Il Primo maggio è la festa del lavoro - si associa Luigi Angeletti della Uil - la festa dei lavoratori. Questo è il tema della nostra manifestazione, e oggi sarà ancora più importante perchè proprio il primo maggio ci sarà l'allargamento a 10 nuovi Paesi dell'Europa». gi.vi. |