27/10/2006 ore: 11:11

"Genova" Ipercoop: la tragedia di due vite parallele

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    venerd? 27 ottobre 2006

    Pagina 15 - Cronache


    La tragedia di due vite parallele

    Quasi coetanei, avevano in comune gusti, delusioni, ceto sociale

    reportage
    PIERANGELO SAPEGNO
      inviato a CHIAVARI

      L'infermiere che le sorreggeva la testa nell'ambulanza diceva ?tieni duro, ce la fai?. Glielo diceva mentre lei moriva: emorragia interna, un colpo di bisturi, un taglio sopra il cuore. Lui, invece, faceva le ultime curve sulla salita di Cerisola, sopra il golfo del Tigullio. Entr? in casa e mamma Anna gli disse: ?Sei gi? qui??. Lui url?: ?Non mi rompere i coglioni!?. Lei doveva essere morta, l'ambulanza entrava nell'ospedale di Lavagna. Lui, ancora, alla madre: ?Lasciami in pace, vado a lavorare alle 9?. E ci and?, l'altra sera, all'Asl di Chiavari. Due italiani normali, generazione da pochi sogni e molte sconfitte, un uomo e una donna, 41 e 38 anni, potevano incontrarsi per amore e si conosciuti nella morte, un assassino e la sua vittima, tutt'e due per caso, lei facendo pi? del suo lavoro di addetta alla sicurezza, lui per la vergogna di non aver pagato un cd dei Toto da 10 euro e 50 centesimi.

      Le canzoni di Bob Dylan
      Hanno preso l'assassino di Monica Di Mari, non era lo slavo dei giornali ma un infermiere che guadagnava come lei, meno di mille euro al mese, e sedeva sulla sdraio in giardino a sentire musica country quando lei andava allo stadio per vedere il Genoa. Uno che ascoltava Bob Dylan e l'avr? sentito cantare che ? inutile ?essere condannati a chiedere a qualcuno qual ? il senso della vita. E' la vita il senso della vita?.

      Anche a lei piaceva Bob Dylan. Glielo facevano ascoltare il pap? Piero, piccolo imprenditore, e la mamma Gianna Abate, sindacalista della Cgil. Monica Di Mari e il suo assassino, Mauro Balletto, hanno in comune molte cose: musica, et?, classe sociale, che un tempo avrebbero definito piccola media borghesia, le simpatie un po' fricchettone, le delusioni in amore e una famiglia divisa. Uno pensa che due strade cos? vicine poi si incontrano nell'amore. Non nella morte. Invece, lei l'altro giorno l'ha visto sui monitor della Ipercoop di Carasco mentre si infilava in tasca un cd. Bastava dirlo alla guardia. Invece, and? gi? a riconoscerlo. Lo prese e gli disse: ?Tira fuori quello che hai nella giacca?. Lui estrasse un bisturi, una lama che le squarci? il petto. In una Ipercoop come questa a Carasco, in un posto in fondo cos? banale e cos? comune, Monica e Mauro hanno incrociato e finito in un attimo le loro storie. Lei aveva appena mandato un messaggio a Stefano Questa, altro grande tifoso del Grifone: ?Mi sono liberata dal lavoro. Vengo anch'io a Verona luned?, per il Genoa?. Lui era appena uscito di casa salutando la vicina di casa. ?Era un bravo tipo?, dice lei adesso, ?a volte un po' volgare quando scherzava. Mi diceva ciao troia?. Il fatto ? che Mauro non era tanto buono a parlare: ?Era un timido?, raccontano di lui alla Residenza per Anziani dove lavorava come infermiere. Paolo Cavagnaro, direttore generale dell'Asl di Chiavari, aggiunge che ?era sempre disponibile e gentile?. Come la Monica, che faceva pi? di quel che doveva, come spiegano Giorgio Strano e Fabio Servidei, sindacalisti della Uil: ?Il suo lavoro doveva essere svolto da persone armate e lei non lo era?. E' cos? che Monica e Mauro si sono incontrati. Lui era stato fermato un anno fa in un supermercato a Genova. Pure quella volta aveva fregato un cd. E aveva un punteruolo in tasca. Oltre alla denuncia gli avevano fatto un po' di minacce: ?La prossima volta vai in galera?. Ma adesso non si capisce se la signora Anna, sua mamma, lo sapesse. E' magra, alta, appoggiata allo stipite della porta che sta per svenire. ?Era malato, non stava bene. Soffriva troppo?.

      Una famiglia felice
      Mauro ? figlio della signora Anna e di un bancario. Famiglia felice e benestante. Vivono a Rapallo. Poi, il padre sparisce quando lui ha due anni. Mauro cresce ?come un solitario?, nel racconto dei vicini che lo descrivono cos?: ?Non ? che fosse scostante, ma sapeva stare da solo e lo preferiva. Lavora da rappresentante in Lombardia. Torna in Liguria agli inizi degli Anni Duemila. Conosce Lucia, dipendente anche lei dell'Asl, e se ne innamora. Si iscrive alla scuola delle Giannelline, di Chiavari, per prendere il diploma da infermiere professionale. Ci riesce in due anni. Si sposa, fa un figlio che si chiama Lorenzo. Ma il matrimonio naufraga e quando si lascia con Lucia, il bimbo ha la stessa et? che aveva lui il giorno che i suoi si divisero. ?E' la vita il senso della vita?. Lui era tornato a stare con la mamma.

      Anche Monica in quel periodo stava cercando lavoro. Lei aveva una bella famiglia, pap? e mamma sempre insieme. Poi era successo che quando aveva 18 anni, i genitori si erano mollati di botto. Monica aveva perso la testa per un ragazzo ed era andata a vivere con lui. Facevano lavori da fricchettoni, 15 giorni a cogliere le mele in Austria o le fragole in Spagna. Dopo 10 anni, l'amore era finito e sua mamma s'era ammalata di tumore. Si era attaccata a questa vita da infermiera. Ti sto vicino io, le diceva. Lei ? morta due anni fa, quando anche Mauro era rimasto solo. Suo padre le aveva trovato questo posto all'Ipercoop: 600 euro al mese. Aveva cominciato da poco. Anche a Mauro il contratto lo avevano fatto da poco, marzo 2006. Marted? sera si sono trovati cos?. Lui per uccidere lei. Come diceva Bobby Long in quel film con John Travolta, certe cose capitano per forza: ?Perch? noi conosciamo Dio e lui conosce noi. E c'? un motivo se lui ti ha portato qui?.

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