6/11/2006 ore: 12:24
"Gdo" Il «duro» che ha inventato i supermarket all’italiana
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Pagina 24 - Economia Il ?duro? che ha inventato i supermarket all’italiana da Milano ?I vecchi, quando accarezzano, hanno il timore di far troppo forte?, cantava il grande Fabrizio De Andr?. Vero, bench? questo sia un timore totalmente estraneo a Bernardo Caprotti. Carezze, deve averne sempre dispensate poche, il patron di Esselunga. Sia ora che ha scollinato gli 80 anni, sia prima, durante tutta una vita percorsa a muso duro, controvento, senza mai dribblare. Come quei centravanti d’antan, spalle larghe e piedi ruvidi, per i quali esisteva solo il gol. Niente gioco di squadra. Meglio: niente squadra. Come si conviene nel miglior costume italico, Caprotti inizia tra la diffidenza generale. L’Italia dei mille campanili ? la stessa abituata ad avere il droghiere sotto casa e a ciacolare col panettiere mentre compra un chilo di michette. L?, dal Caprotti, dove le corsie linde paiono quelle asettiche di un ospedale, il rischio ? invece quello di imbattersi in cassiere algide e rigide come un binario. Dunque, sentenziano i detrattori, Esselunga non funzioner?. Funzion?, invece. Alla maniera di Caprotti. Che senz’altro part? ispirandosi a quel totem della grande distribuzione che risponde al nome di Wal-Mart, ma che ci mise subito del suo, andandosi a cercare di persona la ?roba? da vendere, in nome della qualit?. ?Lavoriamo all’americana, ma vogliamo fare delle cose belle, eleganti, funzionali?, ha chiarito Caprotti in una delle rarissime interviste. Cose belle come i negozi disegnati da star dell’architettura (da Ignazio Gardella - ?Un amico, ma era difficile pagargli le parcelle? - a Mario Botta) o le campagne pubblicitarie affidate ad Armando Testa. Questo per dire che il signor Esselunga non ? un rozzo. Al contrario, ama la pittura e l’armonia delle linee, tanto quanto detesta buonismo e sindacati, con i quali battaglia da decenni. Conservatore tutto d’un pezzo, tra i primi finanziatori di Forza Italia, Caprotti ha cuore e portafoglio a destra e - forse - un unico dio: il cliente. In nome del quale - dicono i suoi accusatori - tratta i dipendenti con il piglio autoritario di un vecchio padrone delle ferriere, sottoponendoli a turni massacranti, obbligandoli a lavorare anche nelle feste comandate, imponendogli turn-over esasperati. Qualcuno giura di averlo visto aggirarsi in incognito tra gli scaffali dei suoi supermarket, cos? da verificare de visu l’andazzo: un Grande fratello senza telecamere. Che per? d? lavoro da quasi 50 anni. Di sicuro, Caprotti non guarda in faccia a nessuno. N? i nudisti, cui ha rivolto il garbato invito di andar a mostrar altrove le terga, chiudendo l’area naturale di Villata, in Corsica; n? fornitori provvisti di quarti di nobilt? come i Barilla, banditi a lungo dagli store Esselunga dopo una lite. E neppure il figlio Giuseppe, al quale a un certo punto aveva deciso di affidare le chiavi del vapore. Salvo poi sfilargliele, non senza far tabula rasa del management, perch? troppo sbilanciato sull’e.commerce, sul biologico, sulla comunicazione, sui temi filo-ambientalisti. Tornato in sella, pap? Caprotti ha tagliato i costi, riducendo per? in contemporanea anche il prezzo di 8mila articoli. Da uno cos?, non ti puoi aspettare carezze. Che sappia far funzionare un’impresa, s?. Magari meglio delle Coop. |