23/10/2006 ore: 11:23
"Gdo" Caprotti in trincea
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Pagina 17 - Economia e Finanza SUPERMERCATI IL PADRE-PADRONE DEL GRUPPO COMPRA PAGINE DI GIORNALE PER SMENTIRE LE VOCI DI CESSIONE Caprotti in trincea: ?Esselunga? Mai alle Coop? MILANO Un’inserzione di mezza pagina per dire che le Coop, le odiate cooperative, non avranno l’Esselunga. Per dire che la politica ? bene che resti fuori dalle scelte imprenditoriali, anzi, che non se ne occupi proprio e non si presti al gioco di chi vorrebbe camuffare dietro un’improbabile difesa dell’italianit? del settore le proprie strategie di espansione. Duro, durissimo il comunicato firmato Esselunga, se non scritto certo dettato dal padre-padrone del gruppo, Bernardo Caprotti. Arrabbiato, peggio, indignato, dice chi lo ha visto e sentito in questi giorni, per l’attacco mediatico contro l’azienda da lui fondata negli Anni 50 (anche con un finanziamento di Nelson Rockefeller) e che oggi ha il 9% nel settore supermercati e ipermercati, ha fatturato 4,4 miliardi nel 2005 con 130 punti vendita e 15 mila dipendenti. Una settimana fa ? riapparsa la voce, non nuova, di una possibile cessione di Esselunga all’inglese Tesco. E fin qui pazienza, visto che il futuro per un gruppo di propriet? di un signore che di anni ne ha compiuti 81, che due anni fa ha ripreso dal figlio Giuseppe la guida della societ?, che durante l’estate si ? ricomprato parte delle quote della capogruppo Supermarkets dopo averne scorporato (ne La Villalta) il patrimonio immobiliare, ? un futuro tutto da decidere ma immaginabile: o finisce in Borsa con un’azionariato che Caprotti sogna diffuso tra investitori istituzionali, operatori del settore, fornitori, dipendenti, clienti, oppure finisce in mano a un concorrente: non a Tesco, con cui i rapporti dicono non siano buoni, e nemmeno ad Asda, controllata da Wal-Mart, ma semmai ai belgi della Delhaize. Possibile. Ma che per condizionare le strategie di Esselunga si sia messa di mezzo la Coop pronta, dopo le voci (smentite) su Tesco, a candidarsi come campione nazionale (?siamo pronti a fare la nostra parte?) e trascinandosi appresso il ministro Paolo De Castro (?faremo di tutto perch? Esselunga resti italiana?), questo a Caprotti ? andato di traverso. E ha voluto precisare a modo suo, con un’inserzione a pagamento, come gi? aveva fatto sette anni fa per comunicare il suo no al ridimensionamento di Linate a favore di Malpensa: Coop, ha fatto scrivere questa volta Caprotti, ?? un’azienda inconciliabile e incompatibile? con Esselunga, i modelli industriali, commerciali, logistici ?sono differenti?, diversi ?sono i valori che ispirano le persone?. Insomma, il disegno Coop, ?mascherato da difesa dell’italianit?, per ?eliminare il concorrente pi? temibile, la catena di supermercati che ha i prezzi pi? bassi d’Italia?, non passer?. Parola di un imprenditore con di fronte a s? il dilemma amletico di cosa fare di Esselunga in futuro: quotarla? Forse. Venderla? Magari. Ma mai alle Coop, mai. |