12/10/2006 ore: 11:30
"Finanziaria" «Via la riforma del cuneo se continua il muro sul Tfr»
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Pagina 1 e 3 - Economia IL COLLOQUIO se continua il muro sul Tfr? Una mossa mediaticamente sorprendente, e anche politicamente coraggiosa. Sfidare quello che De Gasperi chiamava il ?quarto partito?, nel momento in cui proprio i ?produttori? guidano il dissenso contro la Finanziaria. Ma pi? che sfidare, il ?custode dei numeri? del centrosinistra vuole convincere. Ieri ? andato a Viale dell?Astronomia, venerd? andr? a Milano al direttivo dell?Assolombarda, e vedr? a pranzo Formigoni, la Moratti e Penati. Dopo le infuocate polemiche di questi giorni, ? l?avvio di una ?strategia dell?attenzione?, verso le imprese e verso il Nord. A dispetto delle voci maligne che lo vorrebbero depresso per il ?fuoco amico? che subisce, demotivato per le troppe critiche che riceve, e sempre sul punto di dimettersi dall?incarico che ricopre, Padoa-Schioppa sfodera una grande tranquillit? e una solida sicurezza. ?Certo, le critiche le sento e le leggo. Ma mi creda, pian piano le polveri si stanno depositando, e il profilo vero di questa Finanziaria sta venendo a galla. Ed ? un profilo che mi soddisfa, perch? abbiamo fatto una manovra seria ed equilibrata, tanto in senso economico quanto in senso sociale?. Di fronte alle contestazioni di Montezemolo e degli industriali il ministro non si lascia intimidire. ?Al direttivo - chiarisce - ho detto chiaro quello che penso. ? ora che le imprese diano un giudizio un po? pi? equilibrato su quello che la Finanziaria fa a beneficio delle imprese e su quello che fa per il bene del Paese. Capisco l?interesse particolare, ma dagli industriali, che sono attori socialmente responsabili, io mi devo aspettare un respiro diverso, che sappia tener conto dell?interesse generale. Loro, che giustamente hanno sempre sottolineato l?esigenza della stabilit? finanziaria, oggi devono dire innanzitutto se il risanamento dei conti si doveva fare o no. Devono dire chiaramente se questa manovra ci rimette o no in linea con gli impegni che abbiamo assunto in Europa. Quando un?organizzazione importante come la Confindustria esprime un giudizio su una legge complessa come la Finanziaria, io mi aspetto questa capacit? di discernimento, politico e analitico...?. Questa capacit? si riassume nella metafora della matrioska: ?C?? un sistema di bambole russe - spiega - dove la pi? grande, cio? l?interesse generale, deve stare necessariamente fuori e contenere la pi? piccola, cio? l?interesse particolare...?. Il ministro snocciola con puntiglio i benefici che la manovra offre alle imprese: ?Tra riduzione del cuneo fiscale, credito d?imposta e fondi per la ricerca, la Finanziaria dirotta sulle aziende un terzo delle risorse destinate allo sviluppo. Non era mai accaduto in passato. Per questo non capisco la reazione degli industriali. E gliel?ho detto apertamente: mi rammarica molto il fatto che il 95% della comunicazione tra governo e impresa sulla Finanziaria si sia concentrato tutto sul problema del trasferimento del Tfr all?Inps. Una palese forzatura, che ha creato gravi distorsioni al dibattito?. Uno ?scippo?, l?ha definito la Confindustria. ?Ma quale scippo??, ribatte stupito Padoa-Schioppa. ?L?ho rispiegato un?altra volta agli industriali: la norma sul passaggio del 50% del Tfr inoptato al fondo gestito dall?Inps riguarda solo il flusso, e ho sottolineato pi? volte la parola flusso, e non lo stock. Le imprese non subiranno aggravi di costo, ma semmai otterranno vantaggi. Per le pi? grandi, a fronte dei maggiori tassi pagati sui prestiti bancari rispetto alla remunerazione del Tfr, lo Stato rimborser? differenziali superiori, e per le pi? piccole siamo pronti ad esaminare gli eventuali problemi di liquidit? insieme al sistema bancario che gi? si ? detto disponibile. Dunque, dov?? lo scandalo??. Irritato da questa ?campagna mediatica che distorce la realt?, il ministro rilancia l?altol? alla Confindustria: ?Lo dico chiaro, come ho gi? fatto a Serravalle Pistoiese e a Capri, e senza che le mie parole suonino come terroristiche o ricattatorie. Se gli imprenditori sono davvero convinti che i benefici della riduzione del cuneo fiscale siano azzerati completamente dall?intervento sul Tfr, e se intendono continuare a portare avanti questa tesi del tutto priva di fondamento, sappiano che noi siamo pronti a revocare entrambi i provvedimenti: sia il cuneo, sia il Tfr. Se ? questo che vogliono, siamo pronti. Ma il mio consiglio ?: ci pensino bene. Facciano bene i loro calcoli, e mettano al lavoro il loro ufficio studi. E forse alla fine capiranno di aver preso un abbaglio...?. Non ? una ?minaccia?, ?anche perch? ho anche spiegato che siamo pronti a recepire suggerimenti costruttivi, ovviamente a condizioni che non alterino i saldi finali?. Ma ? ?un avviso?, questo s?. ?Gli industriali - dice Padoa-Schioppa - mi hanno ascoltato, con attenzione e cortesia. Ma spero soprattutto che, questa volta, mi abbiano capito, e che agiscano di conseguenza, dimostrando senso di responsabilit?. Perch? questa manovra guarda davvero al futuro del Paese?. Su questo punto, il responsabile del Tesoro si sente rafforzato anche del via libera della Commissione Europea. ?Quello di Bruxelles - sostiene - ? stato un passaggio importante. Prima dell?approvazione della manovra non ho voluto anticipare nulla ad Almunia, proprio per fugare sospetti di influenza impropria da parte del governo. Per questo mi ? giunto ancora pi? gradito il giudizio che il commissario ha formulato sulla Finanziaria e sul Tfr, ancora prima che io arrivassi in Lussemburgo?. Ma il buon esito dell?esame europeo non cancella i punti critici della manovra, e meno che mai i rischi di rottura dei fragili equilibri interni alla maggioranza. Anche su questo Padoa-Schioppa ? ottimista. ?Da giugno ripeto che il "trittico" sul quale si regge la manovra ?: efficienza, stabilit?, equit?. La Finanziaria ? costruita su ciascuno di questi tre pilastri, e non a caso tiene insieme l?intero arco della coalizione, che va da Mastella a Rifondazione. Resto convinto che l?impianto tiene, dal punto di vista economico e politico?. Eppure, per usare la formula felice inventata da Zygmunt Bauman, permane l?impressione di una ?politica liquida?. Che attraverso i suoi atti, e la Legge Finanziaria ne ? il principale, non sa far presa sul Paese, n? trasmettere quello che Ciampi definisce ?il senso di una vera missione?. Padoa-Schioppa ? amico da una vita dell?ex capo dello Stato. Condivide lo spirito delle sue parole. Ma anche su questo ha qualche osservazione da fare: ?Capisco il problema della "missione". ? evidente che dobbiamo passare dal decennio della stabilit? e della lotta all?inflazione a quello della crescita e del rilancio della produttivit?. Ma da parte mia voglio ribadire alcuni leit-motiv che mi sono cari. Primo: questo Paese deve smettere di giocare di rimessa, e deve ritrovare una sua "ambizione nazionale". Secondo: l?Italia deve ambire all?eccellenza, perch? ha i numeri e le qualit? per farlo. Terzo: dobbiamo tornare a scommettere sui giovani, e in questa chiave ? impostato anche l?impegno a riformare le pensioni, questione che riguarda proprio la vita futura dei giovani, molto pi? che la vita attuale degli anziani. Di tutto questo, se si legge bene il testo, c?? traccia qua e l? nella Finanziaria...?. Eppure, proprio questo sembra invece il punto debole della manovra: ci sono troppe tasse, e mancano le riforme strutturali sui quattro grandi capitoli del settore pubblico che lo stesso Padoa-Schioppa aveva indicato tra le priorit? nel Dpef di luglio. Il ministro dissente: ?Mi dispiace, ma considero queste critiche non supportate dai fatti. Intanto, noi facciamo una manovra severa per liberarci una volta per tutte dall?incubo del risanamento di bilancio. Dopo di che, fin dal prossimo anno, il nostro obiettivo ? abbattere sensibilmente la pressione fiscale, e dirottare il maggior gettito che arriva dal recupero dell?evasione sulla riduzione delle aliquote. E poi si rilegga l?intero articolato della manovra, e guardi alle novit? che riguardano i ministeri, dalla Difesa alla Pubblica Istruzione al Tesoro. Sfido lei, e sfido chiunque altro, a trovare un governo che negli ultimi vent?anni abbia fatto pi? di quello che abbiamo fatto noi...?. Orgoglio a parte, l?ennesimo ?tecnico? prestato alla politica non si nasconde dietro un dito. ? il primo a riconoscere i limiti di un governo di coalizione in cui esistono ?due partiti comunisti?. Ma ? anche il primo a sapere che, nei prossimi mesi, servir? una spinta riformatrice pi? forte e pi? visibile: ?Dopo la Finanziaria ? chiaro che le grandi riforme, a partire da quella sulla previdenza, sono al primo punto dell?agenda di governo. E sono irrinunciabili, se vogliamo davvero che questo Paese esca dal declino, e impari finalmente a saper correre con la testa, e non pi? solo a tentare disperate rincorse con il cuore. Ma ci vuole pazienza. I problemi sono complessi. Questo lo sa benissimo proprio Ciampi: quanto tempo ci mise il mio amico Carlo Azeglio, nel 1996, a convincere l?Italia a seguirlo nell?avventura di Maastricht??. |