12/10/2006 ore: 11:38
"Finanziaria" Redditi, classe media addio (A.Statera)
Contenuti associati
Pagina 4 - Economia Inchiesta arriva il "Ceto arcobaleno" Nelle grandi citt? chi guadagna 70 o 100mila euro non appartiene all?alta borghesia L?analisi di Campiglio: quello che manca ? la mobilit?, la fascia di mezzo ? intrappolata A Milano si pu? vivere con 1400 euro solo possedendo la casa e facendo lavori in nero I confini della questione sono chiari come li ha spiegati qualche giorno fa Eugenio Scalfari: nella Finanziaria il governo ha individuato il crinale per redistribuire risorse tra i 40 e i 50 mila euro di reddito. Chi sta sopra d? e chi sta sotto riceve. Ma ? veramente questa la soglia che delimita quell?imprendibile concetto di ceto, che dovrebbe designare comuni stili di vita? Intanto, se vogliamo stare alle statistiche di Visco, che di certo non fanno felice il viceministro alle Finanze, sedici milioni e mezzo di lavoratori dipendenti e di pensionati su un totale di 35 milioni, cio? circa la met?, ha un reddito che oscilla tra i 10.330 e i 25.000 euro lordi. A questi si aggiungono circa un milione e centomila imprenditori, professionisti e agricoltori, che salgono di 400 mila (su un totale di quasi quattro milioni) se si passa alla fascia pi? bassa di reddito pari a - non ridete - 7.500 - 10.330 euro lordi all?anno, che significa ben meno di mille euro netti al mese. Secondo i criteri canonici, tra 10 mila e 25 mila euro dovrebbe essere allora l?inafferrabile ceto medio, la fascia intermedia, n? poveri n? ricchi. Ma ? credibile? Nel promettere che poi non citeremo pi? un numero, se non proprio costretti, chiediamo e ci chiediamo: ma vi sembra ragionevole che nell?Italia che viviamo quotidianamente tra Suv Cayenne da 100 mila euro, posti barca, case da 10 mila al metro, pizze Margherita da 20 e cappuccino e cornetto da 2 o 3 euro, chi al vertice della piramide media guadagna 1500 euro al mese pu? considerarsi ceto medio, secondo la definizione dei criteri che sociologi ed economisti ci impongono da mezzo secolo? E pu? considerarsi ricco chi porta a casa tra i 40 e i 50 mila euro o addirittura 70 mila? Nei giorni scorsi abbiamo intervistato un medico ospedaliero da 70 mila euro lordi all?anno, un barista da 100 mila (evasore per la met?) e un ristoratore da 470 mila che, contribuente fedele, paga 200 mila euro di tasse. I primi due sanno benissimo che i poveri sono altri, ma si autocollocano decisamente nel ceto medio, perch? i loro stili di vita - nessun lusso, spesso dodici ore al giorno di lavoro - non hanno nulla a che vedere con quelli che evoca il concetto di borghesia, nella sua accezione un po? ottocentesca sinonimo di alta borghesia. Il terzo ? sicuramente in una fascia di privilegio. Ma allora come la mettiamo? Dove va veramente collocata l?asta che designa una ?societ? costituita dal ceto medio nei fatti e nei sentimenti ?, come dice Paul Krugman intonando il ?Requiem per la gloriosa middle class?? Siamo andati a chiederlo a Luigi Campiglio, economista e prorettore dell?Universit? Cattolica di Milano, che negli ultimi anni ha studiato intensamente la questione. Ma il professore, con stile british, ci spiazza subito: ?Possiamo pure decidere che il ceto medio proprio non esiste?. E, dopo averci raccontato pi? o meno tutta la storia borghese dei Buddenbrook, passa a Johann Sebastian Bach, di cui ci legge una lettera scritta da Lipsia per cercare un posto di lavoro in Turingia: ?Il mio attuale lavoro mi rende circa 700 corone e quando il numero dei funerali ? un poco superiore al normale il numero di compensi aumenta proporzionalmente; ma quando il tempo ? buono il numero dei decessi diminuisce. In Turingia con 400 corone potrei vivere pi? facilmente che non qui con il doppio, a causa del costo della vita?. Tre secoli fa Bach, da genio par suo, aveva colto, secondo il professor Campiglio, il problema. Anzi, uno dei problemi, dell?attuale inafferrabile ceto medio italiano, un ceto di ?intrappolati? perch? la ?mobilit? sociale? in questo paese, che ? stata assai elevata in passato, diventa sempre pi? bassa: chi nasce figlio di operaio in genere fa l?operaio, poco pi? o poco meno, chi di imprenditore fa l?imprenditore. Chi ? in mezzo al plotone, insomma, sta fermo o arretra. Prendiamo un insegnante che guadagna 1200 o 1300 euro al mese in un paese pugliese non molto distante poniamo da Foggia. E? sopra la ?collar line? del ceto questo signore? Altroch?, ? ben pi? che un proletario, perch? magari vive in uno di quei 2.138 comuni dove le case costano 220 euro a metro quadro o, nel peggiore dei casi, nei 3.490 nei quali il costo di un appartamento sale a 660 o a 1.100 euro al metro. E dove per una pizza si spendono 2 euro, contro i 10 di Milano, se va bene. ?Geografic class?: quell?insegnante pugliese ? sicuramente un privilegiato rispetto al suo collega milanese ?deprivilegiato?, visto che il professor Campiglio ha calcolato che una famiglia tipo a Milano ha bisogno per vivere decentemente di 1371 euro, ammesso che possegga una casa di propriet?, ma magari il professore milanese riesce a fare pi? lezioni private ?in nero?. Per tanti anni, quando la ?serra? democristiana riscaldava i ceti medi italiani, i ministeri pi? ambiti di tutto il governo - ricordate il ministro abruzzese Remo Gaspari? - erano le Poste e la Pubblica istruzione, non per altro, ma perch? il massimo di clientela partitica era il poter trasferire i postini e gli insegnanti dal Nord verso i loro paesi del Sud, dove i ?deprivilegiati? tornavano automaticamente privilegiati. Poi c?? la ?Family class?. Per semplificare, un single trentenne con un reddito di 2.000 euro a Roma, con casa ereditata dal babbo e dalla mamma, ? quasi uno yuppie, un fighetto che la sera si pu? fare anche ristorante e discoteca. Il suo omologo monoreddito, con moglie e due figli, ? uno che a fine mese non sa come fare a pagare 800 euro di affitto in periferia, uno alle soglie della povert?. Altro che ceto medio, un ceto ?leopardato?. Il professor Campiglio giura che non ? un fatto ideologico, non lo dice perch? ? prorettore della Cattolica, ma pensa con risolutezza che la logica vorrebbe l?introduzione di un ?quoziente familiare?, un riequilibrio fiscale automatico come esiste in Francia fin dal 1945. |