6/11/2006 ore: 10:58

"Finanziaria" La requisitoria: Manca l’obiettivo

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    domenica 5 novembre 2006

    Pagina 5 - Primo Piano

    Processo a
    Padoa-Schioppa

    La requisitoria
    Manca l’obiettivo
      Comunicazione
      Una d?b?cle
      quando Rifondazione
      ha contaminato
      la manovra
      sulle aliquote Irpef

      La prima argomentazione dell’accusa riguarda una generale mancanza di chiarezza nel disegno della Finanziaria: non ? parso chiaro quale ne fosse l’obiettivo, se la stabilit? dei conti, l’equit? fiscale o lo sviluppo, e questa indeterminatezza ? aggravata dalle continue modifiche dei contenuti nelle trattative della coalizione, che ha creato una comunicazione reiterata e sistematicamente negativa, il cui simbolo sono le tasse sui Suv di fatto annunciate cinque volte. L’opposizione denuncia inoltre un eccesso di drammatizzazione (?una situazione peggiore di quella del ‘92?) al fine di scaricare sul precedente governo le difficolt? di quello attuale. Una particolare d?b?cle comunicativa ? giunta quando gli intenti di rivalsa classista di Rifondazione hanno contaminato la manovra sulle aliquote Irpef che fissava la soglia di benessere per gli individui in 40 mila euro.
      La seconda imputazione riguarda le dimensioni della manovra finanziaria. Erano sufficienti infatti meno di 15 miliardi di euro di aggiustamento netto per ricondurre il deficit tendenziale del 2007 dal 4% al 2,8%. Al contrario la manovra dovrebbe risultare vicina ai 40 miliardi. Una forma di intrusione dello Stato che intermedierebbe, senza stretta necessit?, 20-25 miliardi di euro per le cosiddette ?politiche di sostegno dello sviluppo?. Troppo interventismo, secondo l’accusa, in una fase storica in cui i governi dei paesi pi? efficienti tendono a ridurre la spesa pubblica e a concentrarla con sistema sugli investimenti che garantiscono un elevato moltiplicatore.
      La composizione della manovra ? il terzo capo a carico del ministro: sarebbe sbilanciata dal lato delle entrate in una misura che va oltre i due terzi del totale, anche se ancora un consuntivo non ? possibile, n? ? chiaro il riparto di spese e risparmi tra governo centrale ed enti locali. Come ? noto - anche se le conferme econometriche non sono poi tanto evidenti - le restrizioni di bilancio dovrebbero avere effetti meno depressivi (talvolta addirittura stimolanti) per lo sviluppo se sono composti da tagli di spese anzich? da aumenti di entrate.
      Il quarto argomento ? quello, caro al Financial Times, di cosmesi fiscale e si concentra sulla decisione di trasferire i flussi del Tfr all’Inps (a meno che il lavoratore non opti per i fondi pensione). Come osserva ?lavoce.info? si tratta di un prestito forzoso per finanziare le spese infrastrutturali che crea un debito dello Stato nei confronti dei lavoratori, scaricandone il costo sulle generazioni future. Ma il dato forse meno rassicurante ? che pone lo Stato in conflitto d’interesse con lo sviluppo futuro dei fondi pensione.
      Il quinto argomento riguarda il mancato aggancio della Finanziaria con le riforme strutturali della spesa.
      I contratti del pubblico impiego, per esempio, sono rifinanziati a fronte di una generica promessa sindacale ?a riformare il comparto?.
      Cos? pure il memorandum siglato dai sindacati sulla riforma delle pensioni non sembra averne vincolato le dichiarazioni successive a un semplice no ai sacrifici.

      [c.bas.]

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