18/10/2005 ore: 12:25
"Finanziaria" L’Istat: il caro-affitti è una piaga sociale
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LA FINANZIARIA 2006 PER L’ISTITUTO STATISTICO IL PROBLEMA CASA È STATO UNA DELLE PRIME RAGIONI DELLA CADUTA DEI CONSUMI Famiglie giovani a basso reddito che vivono in affitto nelle grandi città: questa, secondo l’Istat, è una «area di disagio e vulnerabilità sociale» su cui se possibile dovrebbero essere indirizzati aiuti pubblici. Alla vigilia della discussione sulle «fasce deboli» tra cui ripartire la somma una tantum prevista nella manovra 2006, il presidente dell’istituto statistico, Luigi Biggeri, ha dato questo inatteso suggerimento - non facile da tradurre in misure concrete - alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. L’aumento dei prezzi di acquisto e di affitto della casa, rileva Biggeri, «è in atto da alcuni anni»; se tra l’altro si desidera incoraggiare gli italiani ad avere figli, occorre tenere presente che nelle situazioni di oggi le elevate spese per la casa, unite a una maggiore necessità di risparmiare per il futuro a causa delle modifiche al sistema previdenziale, possono scoraggiare le giovani coppie. I tassi bassi hanno spinto molti a contrarre mutui per acquistarla, la casa, ma questo si traduce in oneri ovviamente ancora più pesanti sui redditi, con una media nazionale di 420,03 euro al mese, e punte di 450-460 per i giovani non sposati o sposati senza figli. Impegnate a pagare un mutuo sono quasi 2,2 milioni di famiglie, ovvero il 13,1% tra tutte quelle che vivono in una casa di proprietà; ma come è facile immaginare la percentuale è molto più alta tra le famiglie giovani (ben il 37,7% di quelle con capofamiglia sotto i 35 anni, con una punta del 50% nelel coppie senza figli) e bassissima tra quelle anziane. Anche i mutui, come gli affitti, rivelano valori immobiliari più alti nel Centro, con 462,44 di spesa media mensile per la rata, rispetto al Nord, 428,97. E’ stato il maggior sforzo sopportato negli ultimi anni per l’acquisto della casa uno dei motivi che hanno indotto gli italiani a contenere gli acquisti di beni durevoli. Il calo è iniziato nel 2000; nel 2004 l’Istat rileva una stabilizzazione con alcuni segni di inversione di tendenza, per le automobili (soprattutto usate), le biciclette, i frigoriferi, i videoregistratori. Da un altro studio consegnato alle Camere ieri, sul possesso di beni durevoli tra il 1997 e il 2004, risulta che gli acquisti di automobili avevano cominciato a diminuire nel 1998, quelli di telefonini più tardi, per avvenuta saturazione, perché ormai l’apparecchio ce l’hanno quasi tutti (ce n’è almeno uno nel 72,9% delle famiglie). |