28/9/2005 ore: 11:31
"Finanziaria" I commenti di V.Errani, L.Montezemolo, G.Epifani
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REGIONI NEL MIRINO «Un uragano finanziario» E’ durato poco più di un’ora l’incontro tra il governo, regioni e enti locali. Lo stretto necessario perchè il ministro dell’Economia Giulio Tremonti potesse illustrare nelle linee generali le misure in preparazione, e i rappresentanti di regioni, province e comuni potessero adeguatamente rifiutarli lansciando invece sul tavolo un loro documento. Ammonterebbero a 3 miliardi i tagli ai trasferimenti, cifra che non comprenderebbe la spesa per la sanità e che sarebbe ancora lontana dall’essere decisa. Uscendo da palazzo Chigi lo ha confermato il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani che ha parlato di un quadro «da una parte preoccupante e negativo, dall'altra non ancora definito». Errani ha chiesto al governo «di cambiare la rotta perchè la politica portata avanti in questi anni non ha dato risultati». In cambio le Regioni hanno proposto una collaborazione per tre progetti di rilancio del sistema paese. Anche il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando ha spiegato che la riunione «è stata interlocutoria: Pochi numeri sono stati forniti dal governo». Più netto il presidente dell’Anci e sindaco di Firenze Leonardo Dominici: «Il governo ci ha annunciato tagli molto pesanti». Perplesso il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola che ha commentato: «E’ difficile esprimersi sul nulla». Enrico Gasbarra, presidente della Provincia di Roma accusa il ministro Tremonti di aver «scatenato contro Regioni, Province e Comuni un vero uragano finanziario». Negativo anche il giudizio delle regioni autonome che «che non sono assolutamente disponibili a rinunciare alla propria sovranità istituzionale», ha affermato Aurelio Marguerettaz, assessore al Bilancio della Valle d'Aosta. «Ridurre i contributi» Silenzio della Confindustria. Il presidente Luca Cordero di Montezemolo non ha preso la parola durante l’incontro fra il governo Berlusconi e le parti sociali dedicato all’esame della legge finanziaria. «Aspettiamo che il governo precisi le sue proposte» hanno fatto sapere fonti dell’organizzazione. Dopo aver avanzato da tempo le proprie proposte, la Confindustria attende cioè che vengano chiariti gli orientamenti del governo: il ministro dell’economia Giulio Tremonti ha indicato solo alcuni orientamenti di fondo lasciando aperta la strada a soluzioni alternative. Per tutta la giornata di ieri si erano rincorse le voci sulle misure allo studio. E su queste ha ragionato la Confindustria che si è poi trovata di fronte, a Palazzo Chigi, a scenari ancora aperti per quanto l’ipotizzato taglio del costo del lavoro e il ventilato abbandono da parte del governo della preannunciata riduzione dell’irap. Cosa accadrà per il costo del lavoro e l’irap? La Confindustria ritiene essenziale arrivare a meno tasse e meno contributi, per liberare risorse per gli investimenti in questa fase di ritirata dell’economia. Da tempo sollecita l’alleggerimento della pressione fiscale e degli oneri che gravano sul costo del lavoro, a livelli record in Europa. «C’è il tema dell’Irap, della riduzione degli oneri impropri e del cuneo fiscale sulla busta paga, fondamentale anche in funzione del potere d’acquisto dei lavoratori» ha puntualizzato ieri mattina a Bologna Montezemolo. L’idea di tagliare il costo del lavoro delineata da Tremonti potrebbe riflettere questa impostazione. Ma la Confindustria appare molto cauta. L’effettiva efficacia delle misure concepite va valutata insieme alla sorte dell’Irap il cui taglio è da mesi annunciato da Berlusconi. Ferma comunque la richiesta di abbassare l’Irap (che potrebbe essere bocciata fra qualche mese dalla corte di giustizia europea). «Si muovono a casaccio» Il segretario della Cgil Guglielmo Epifani comincia con queste parole: «Capisco il momento, ma ci saremmo aspettati qualcosa di più». Il leader della Cisl Savino Pezzotta chiude così: «Non ci resta che piangere». Dopo aver ascoltato l’esposizione del ministro dell’economia Giulio Tremonti sulla prossima legge Finanziaria, nell’incontro con il governo i giudizi dei sindacati sono molto severi. Il verdetto è totalmente negativo. «Il governo si muove a casaccio» dice Epifani, definendo «sostanzialmente deludente» l’incontro. «Non ci facciamo alcuna illusione» incalza il segretario della Uil Luigi Angeletti. Insomma «dirsi delusi è poco» commenta ancora Pezzotta. E il motivo è presto detto: «Il quadro che ci hanno presentato è un quadro senza certezze addirittura per quanto riguarda il saldo della manovra» spiega il numero uno della Cgil affermando che «la cifra lievitava durante l’incontro». Epifani ha anche dichiarato che fra le misure indicate «non c’è nulla sul controllo dei prezzi, nè sulle risorse da reperire in maniera alternativa ai tagli, nè sull’evasione fiscale, nè per i pensionati, nè per il fondo per i non autosufficienti, nè per il fondo sociale». E oltretutto «le stesse misure per le imprese non sono state chiarite e nemmeno si capisce come si finanziano». Pertanto «non ci sono state risposte, nè indicazioni come afferma Pezzotta secondo il quale «sono scomparse anche le cose lette sui giornali». Il segretario della Cisl fa notare che il governo «non sembra intenzionato» a tassare le rendite finanze e non si dice «niente» per il Mezzogiorno e la famiglia. Angeletti ritiene «un’operazione tragica» ridurre o fiscalizzare i contributi perchè questo andrebbe a danno delle «pensioni future». Inoltre chiede di aprire un confronto per rivalutare le pensioni e di detassare per tre anni gli aumenti salariali. |