27/9/2006 ore: 11:31

"Finanziaria" Governo e sindacati, intesa sulle pensioni

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    mercoled? 27 settembre 2006

    Pagina 7 - Economia/La manovra d'autunno

    LA NUOVA PREVIDENZA - L’INCONTRO A PALAZZO CHIGI FINO A TARDA NOTTE HA AVVICINATO DI MOLTO LE PARTI. MA C’? IL PROBLEMA DELL’IVA AUTO CHE FA SCHIZZARE IL DEFICIT AL 4,8%
      Governo e sindacati, intesa sulle pensioni
        Passi avanti sulla riforma. Contributi per gli autonomi salgono al 20%, coefficienti pi? rigidi

        Alessandro Barbera
        ROMA
        Per governo e sindacati si tratta dell’accordo che salva una giornata diversamente disastrosa. Fra bozze apparse e poi smentite, l’indiscrezione del Tesoro che vede schizzare il deficit del 2006 al 4,8% (la causa sono arretrati da pagare dopo la sentenza Ue sull’Iva delle auto), un incontro non proprio soddisfacente fra Padoa-Schioppa e Prodi con il leader degli industriali Montezemolo, il ministro dell’Economia strappa l’impegno dei sindacati a sedersi al tavolo delle trattative per discutere - a partire dal nuovo anno - di una revisione organica della riforma Dini delle pensioni. Che significa anche il s? alla revisione dei coefficienti di trasformazione per le pensioni future del 6-8%. Una misura che non vale una lira di risparmi per la Finanziaria ma molto nel lungo periodo. Nel ?memorandum d’intesa? che i leader di Cgil, Cisl, Uil e il governo hanno discusso fino alla tarda serata di ieri a Palazzo Chigi ci sono anche le misure che permetteranno invece di fare cassa subito: l’aumento dei contributi previdenziali per gli autonomi (dal 17,7% al 20%) e lavoratori parasubordinati (dal 19 al 23%), la conferma del prelievo sulle pensioni d’oro (sar? probabilmente del 3% su quelle superiori ai settemila euro mensili), l’attribuzione del Tfr non versato ai fondi pensione all’Inps. Di tutto il resto si discuter? nel 2007, compresa la revisione dello ?scalone? previsto dalla riforma Maroni che a partire dal primo gennaio 2008 farebbe salire in un giorno l’et? pensionabile da 57 a 60 anni.
          Confindustria
          Per Prodi e Padoa-Schioppa l’incontro con i sindacati ? stato l’ultimo impegno di una giornata campale, in gran parte consumata a tentare di mettere a punto i tagli alla spesa per ministeri ed enti locali. Circa dieci miliardi dei trenta che la manovra, sulla carta, dovr? garantire. Il primo appuntamento alle 8.30 ? con il leader di Confindustria Luca di Montezemolo. Un incontro dedicato all’illustrazione della manovra e che, secondo le ricostruzioni, non avrebbe soddisfatto Montezemolo. Perch? al di l? dell’impegno di tagliare il cuneo fiscale, per Confindustria la Finanziaria che il governo sta mettendo a punto non appare ?abbastanza rigorosa?.
            In serata, per evitare illazioni, Montezemolo lo dice pubblicamente: ?C'? una serie di temi e di punti ancora da chiarire e approfondire?.
              La bozza
              Subito dopo l’incontro con il perplesso Montezemolo Prodi e Padoa-Schioppa devono fare i conti con un’altra tegola: la pubblicazione sulle agenzie di stampa di una bozza della manovra. Al suo interno ci sono molte delle misure di cui si parla da settimane: dalla fusione dell’Inps con altri quattro enti previdenziali ad un piano di riorganizzazione della macchina dello Stato. Ma nonostante questo, e soprattutto a causa delle ipotesi di tagli alla scuola, i sindacati del pubblico impiego insorgono e minacciano lo sciopero generale. Il governo ? costretto a smentire l’esistenza della bozza.
                I coefficienti
                Padoa-Schioppa ieri ha comunque ottenuto una misura importante da presentare ai mercati e alla Commissione europea in attesa di conoscere la composizione qualitativa della manovra che dovr? far rientrare l’Italia nel 3% del rapporto deficit-Pil. La revisione dei coefficienti ? il meccanismo in base al quale vengono calcolate le pensioni di chi - sono i lavoratori pi? giovani - avr? la pensione con il metodo cosiddetto ?contributivo?. La revisione abbasser? i rendimenti delle pensioni Inps per chi andr? in pensione a partire dal 2014, ma render? sostenibile una spesa che diversamente sarebbe esplosa. Secondo i calcoli del Dpef senza revisione nel 2050 la spesa previdenziale salir? di due punti di Pil, poco meno di trenta miliardi di euro.

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