"Farmacisti 2" «Giusto penalizzarli per calmierare i prezzi»

20 Giugno 2004 |
Il sindacalista
«Giusto penalizzarli per calmierare i prezzi Sono loro a influenzare le scelte dei pazienti»
ROMA
Roberto Polillo, responsabile delle politiche della Salute della Cgil, lei è pro o contro la proposta dell’Osservatorio?
«In una situazione in cui le farmacie sono diventate dei supermercati, dove si vende di tutto persino scarpe e indumenti, una penalizzazione è più che giusta se questa ha come fine una spesa farmaceutica calmierata. Consideriamo pure che il farmacista ha influenza sul paziente e può dare consigli sulla scelta del farmaco».
Significa che condiziona il mercato?
«Specie nei piccoli centri ci si affida molto al parere del farmacista. Va anche detto che proprio nei piccoli centri certo non ci si arricchisce. Bisognerebbe comunque agire su due fronti».
Quali?
«Aumentare l’appropriatezza nelle prescrizioni e utilizzare farmaci che a parità d’efficacia costano meno. Poi penalizzando di più le case farmaceutiche che eccedono sui costi dei fatturati facendo aumentare la pressione commerciale sui medici. E non trascurerei il fatto che mentre in Germania e in Francia le aziende fanno ricerca, in Italia fanno fondamentalmente commercializzazione».
Che altro bisognerebbe fare?
«In Emilia Romagna il 30% della spesa farmaceutica passa attraverso la distribuzione diretta da parte di farmacie ospedaliere e comunali. Questo sia per i dimessi dagli ospedali sia per i cronici. La medicina non si compra più in una farmacia privata ma in un nosocomio. Qui la spesa del farmaco si riduce del 50% perché il rimborso della regione al privato è di 100 mentre al pubblico è di 50 visto che al grossista la regione paga il 50% in meno».
Iniziative tutte locali.
«Infatti dovrebbero essere ancora le Regioni a promuovere un tavolo d’intesa. Significa riunire professionisti del ramo, farmacologi, la società scientifica e gli utenti per decidere tutti insieme i protocolli. Con un occhio sempre puntato alla formula “costi-benefici”. Ricordiamoci che il farmaco è una risorsa che spesso viene utilizzata male».
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