"Europa" I sindacati tedeschi si arrendono
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Pagina 28 - Economia |
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IL CASO Da domani riprende il lavoro. Il leader dei metalmeccanici ammette: "Abbiamo perso" I sindacati tedeschi si arrendono stop allo sciopero sulle 35 ore
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANDREA TARQUINI BERLINO - Per la prima volta in mezzo secolo, i potenti sindacati tedeschi alzano bandiera bianca. E´ una svolta nella tradizione politica e sociale della democrazia postbellica. La direzione della Ig Metall, la potente centrale dei metalmeccanici, ha annunciato ieri che proporrà la cessazione da domani dello sciopero indetto nei cinque Laender orientali per imporre l´estensione anche all´ex Ddr della settimana lavorativa accorciata a 35 ore senza decurtazioni del salario. «Abbiamo perso, abbiamo incassato una sconfitta», ammettono amari i portavoce sindacali. «Colpa del vostro oltranzismo e della vostra mancanza di senso della realtà», ribatte il leader di Gesamtmetall, l´organizzazione imprenditoriale, Dieter Kannegiesser. La disfatta del sindacato, e la revoca quasi senza precedenti di un´agitazione sempre più impopolare, segna un vento nuovo nel clima politico e sociale tedesco. La svolta fa tirare un sospiro di sollievo all´industria dell´auto, vitale per l´export e la congiuntura, e potrà aiutare il cancelliere socialdemocratico Gerhard Schroeder a imporre al paese e alla sua recalcitrante base di sinistra le contestate riforme di welfare, mercato del lavoro, sanità e pensioni. «E´ il fallimento», ha ammesso triste Klaus Zwickel, leader storico della Ig Metall, spossato di stanchezza dopo una inutile notte di negoziati. Il sindacato e gli imprenditori, incoraggiati da governo e opinione pubblica avevano infatti ripreso venerdì pomeriggio le trattative. Ma non è servito a nulla. Troppo lontane e inconciliabili erano rimaste le rispettive posizioni, con Ig Metall decisa a ottenere la piena equiparazione di orario e paga tra Est e Ovest, e gli imprenditori arroccati sul no più netto: non ci sono soldi, la produttività all´est è inferiore, hanno replicato. Ieri mattina alle 6, il negoziato è finito. E vista la crescente ostilità del paese a un´agitazione che stava bloccando l´industria dell´auto anche all´ovest, Zwickel e i suoi vice, Juergen Peters e Hasso Duevel, si sono decisi ad arrendersi. L´agitazione, in corso da settimane nei Laender orientali, aveva creato gravi danni all´industria dell´auto all´ovest che non riceveva più forniture di parti e indotto. La Bmw, la prestigiosa casa bavarese delle sportive di lusso, aveva dovuto interrompere la produzione della "serie 3", il modello medio, con una serrata in due dei tre impianti occidentali. E da venerdì si era fermata Wolfsburg, l´immensa città-fabbrica dove Volkswagen produce Golf e Lupo, i modelli di punta. Lo sciopero appariva dunque all´opinione pubblica, ai media e anche a una parte crescente della base sindacale come una pericolosa avventura per il paese. La fine dell´agitazione può segnare l´inizio del tramonto per i più forti sindacati d´Europa. E arriva nel momento migliore per il governo rossoverde guidato dal Cancelliere Schroeder. L´esecutivo è infatti riunito da ieri in clausura nel castello orientale di Neuhardenberg, e con ogni probabilità annuncerà oggi un anticipo di un anno dei tagli alle tasse. In tal modo, Schroeder vuole tentare di rilanciare consumi e congiuntura e di infondere ottimismo al paese.
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