12/12/2002 ore: 11:45

"Europa" Contro la crisi Berlino allunga lo shopping

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(Del 12/12/2002 Sezione: Economia Pag. 16)
SINORA IL SABATO SI CHIUDEVA ALLE QUATTRO, MA GLI ESERCENTI NON FANNO FESTA
Contro la crisi Berlino allunga lo shopping
Dal 2003 i commercianti potranno restare aperti fino alle venti


              Francesca Sforza
              corrispondente da BERLINO
              Erano rimasti solo i tedeschi, in tutta Europa, a chiudere i negozi alle

              quattro del sabato pomeriggio, frustrando così la normale propensione
              al consumo del cittadino medio occidentale. Con una legge che ci si
              attendeva da almeno dieci anni, il governo Schroeder ha finalmente messo
              fine a una delle anomalie più vistose del sistema Germania. Da gennaio
              2003, quando la legge entrerà in vigore, i commercianti potranno tenere
              aperti i negozi fino alle otto di sera del sabato pomeriggio e, nei casi in cui
              si prevede l´apertura domenicale ? limitata in genere al periodo prenatalizio
              e a qualche altra rara festività ? potranno evitare di chiudere alle due di
              pomeriggio del sabato precedente e prolungare fino a sera l´orario di chiusura.
              Negli altri giorni della settimana, si continuerà a osservare gli orari di sempre:
              a seconda della catena, i supermercati rimangono aperti fino alle sei, alle sette
              o alle otto di sera; i piccoli negozi, invece, chiudono quasi tutti tra le cinque e
              le sei del pomeriggio, con rarissime eccezioni. Per la spesa in notturna, i berlinesi
              continueranno ad avere a disposizione il supermercato nella stazione di
              Friedrichstrasse, aperto fino alle undici e caratterizzato da lunghissime file alle
              casse, o i provvidenziali piccoli alimentari a gestione turca, che non brillano per
              ricercatezza dei prodotti ma permettono di fare fronte alle esigenze primarie del
              consumatore che non ha altra scelta.
              «Una svolta storica», ha commentato con soddisfazione il superministro

              dell´economia Wolfgang Clement. La vecchia regolamentazione risaliva infatti
              ai tempi del boom economico degli anni Cinquanta, quando si voleva impedire
              ai datori di lavoro di sfruttare impiegati e commessi fino a tarda ora senza i dovuti
              adeguamenti salariali. La situazione economica, da allora, è molto cambiata, e con
              lei le abitudini dei consumatori, ma i diversi tentativi di modificare le regole di
              apertura e chiusura dei negozi si scontravano ogni volta contro il no dei sindacati
              e con la volontà dei governi a non farseli nemici. Due anni fa, quando i
              rappresentanti dei Laender, passando sopra alle differenze di partito, presentarono
              al governo una proposta per prolungare l´orario fino alle otto di sera, la risposta
              di Gerhard Schroeder fu lapidaria: «Il governo non ravvisa al momento il bisogno
              di una simile riforma».
              Diversa, da sempre, la posizione dei verdi, dei liberali e dei cristiano democratici, che

              da sponde opposte chiedevano una maggiore modernizzazione del commercio tedesco
              e la fine di una regolamentazione così restrittiva. Nel giorno in cui anche i
              socialdemocratici si sono convinti della sensatezza della riforma, il sindacato è rimasto
              il solo a protestare: «L´americanizzazione della società tedesca ? ha detto Frank Bsirske,
              il presidente dei sindacati confederati Ver.di ? porterà alla perdita di nuovi posti di lavoro
              e alla chiusura dei piccoli esercizi, che non potranno reggere i costi imposti dalle nuove
              regole». Ma il destino dei piccoli esercizi, osservano gli esperti dell´istituto economico
              Ifo, sembra segnato proprio dalla cattiva abitudine ad aprire troppo tardi (in molti casi
              dalle 12 alle 13) e a chiudere troppo presto.
              «In un paese in cui la tendenza al consumo è rimasta piuttosto bassa negli ultimi due

              anni ? osserva il dottor Nierenhaus, analista dell´Ifo ? una riforma come questa non è
              ancora abbastanza coraggiosa. Bisognava liberalizzare di più, e permettere agli esercizi
              che lo chiedevano l´apertura domenicale. Le abitudini sono cambiate, le famiglie fanno
              più volentieri la spesa nei fine settimana che nei giorni normali. E´ tanto difficile da
              capire?». Nella Nollendorfplatz, a Berlino, c´è un negozio di mobili che alla porta ha
              appeso il seguente cartello: «Siamo aperti dal lunedì al venerdì dalle 13 alle 17 e il sabato
              dalle 12 alle 16. Se volete, potete chiamarci a questo numero per un appuntamento».
              Al cellulare risponde una signora: «Sto facendo un po´ di spesa prima che chiudano i
              negozi, se vuole può passare domani verso le undici, apro apposta per lei».
Francesca Sforza

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