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domenica 30 aprile 2006
Pagina 7 - Primo Piano
La battaglia per il Quirinale
Silvio lancia Letta ma pensa a Ciampi e Amato
retroscena/1 AUGUSTO MINZOLINI
ROMA Lo schema per la partita istituzionale pi? importante, quella sul Quirinale, ? semplice. Come pure la tattica. Silvio Berlusconi l’ha imparata a memoria e concordata con Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini. Il primo passo il premier lo ha gi? fatto ieri, proponendo uno schema diverso rispetto a quello che ha in testa il suo avversario Romano Prodi: il Cavaliere ha contrapposto al metodo che sia l’Unione a proporre una rosa di nomi tra i quali il centrodestra dovrebbe scegliere il nuovo Capo dello Stato, l’esatto contrario, cio? ha rivendicato per il centrodestra, che non ha incarichi istituzionali, il diritto di proporre una terna che poi dovrebbe essere vagliata da Professore e soci. E ha anticipato che tra quei nomi ci sar? sicuramente quello del suo sottosegretario Gianni Letta che ?gode di stima? in entrambi gli schieramenti.
Si badi bene, Berlusconi non si fa illusioni, ma ci prova. E’ pi? che altro un approccio per comprendere quali sono i reali margini di una possibile trattativa. Il primo a sapere che difficilmente riuscir? a spuntarla su uno schema del genere, infatti, ? proprio il Cavaliere. Ma l’attuale premier, che si dimetter? marted? prossimo, da sperimentato negoziatore tenta questa carta anche perch? non vuole pagare troppo dal punto di vista politico un eventuale candidato espresso dal centrosinistra. Se proprio deve arrivare a quest’ultima ipotesi, vuole che nell’immaginario collettivo tutti sappiano che quel nome lo hanno voluto gli altri. Questi calcoli, da che mondo ? mondo, fanno parte dei giochi per il Quirinale.
Se poi scavando scavando si va a indagare su quali obiettivi il Cavaliere in questa fase considera realistici, si scopre che sono solo due: o la riconferma di Ciampi, caldeggiatissima da Fini e Casini, che di fatto, tenendo conto dei dati anagrafici, equivarrebbe a un rinvio e, quindi, alla possibilit? di giocare di nuovo la partita tra qualche tempo, quando, non si sa mai, anche il suo nome potrebbe avere pi? chance (e per questa prospettiva, spinto dai suoi alleati, Berlusconi potrebbe anche assumere un’iniziativa nei prossimi giorni). Oppure c’? l’ipotesi di sempre, quella dell’esponente del centrosinistra di cui Berlusconi, a ragione o no, pi? si fida: Giuliano Amato. Solo che quel nome il leader del centrodestra non lo proporr? mai, semmai ? pronto a subirlo magari senza protestare troppo (?E’ un nome - ha gi? dichiarato ieri - che riguarda loro?). ?Scontando il fatto - spiega uno degli strateghi del Cavaliere - che Prodi non accetter? mai un nostro nome, i nomi che rimangono in ballo sono proprio quelli di Ciampi e Amato. O meglio, ce ne sarebbe stato anche un altro, quello di Franco Marini, ma ? difficile che Prodi lo proponga per il Colle per poi dover ingaggiare un’altra battaglia per il nuovo presidente del Senato. Ovviamente, c’? sempre l’ipotesi di scuola che Marini, che oggi al Senato ha fatto un discorso al di sopra delle parti, per andare al Quirinale decida autonomamente di assecondare, infischiandosene del Professore, l’approdo di un esponente del centrodestra a Palazzo Madama. Ma ? una partita che ? tutta da giocare e siamo solo alle prime schermaglie?.
Il Cavaliere, per?, gi? sta preparando il terreno per imporre le sue strategie. Ieri ha subito posto un ?altol? alle candidature post-comuniste che circolano per il Quirinale, cio? quelle di Massimo D’Alema e di Giorgio Napolitano. ?L’elezione di un uomo della sinistra al Quirinale - ha spiegato - equivarebbe ad una dittatura della maggioranza visto che la sinistra controlla tutte le pi? alte cariche dello Stato. Credo che sia giusto rappresentare nelle istituzioni quella met? di italiani che ci hanno votato. Ecco perch? noi rivendicheremo la prerogativa di presentare una rosa di nomi. Se loro rifiuteranno la nostra offerta sentiremmo il dovere di un’opposizione dura e totale. Non solo nelle aule?.
E per rendere pi? efficaci le proprie argomentazioni il premier ? ricorso al passato: ?Nel 2001 noi abbiamo votato due presidenti delle Camere del centrodestra. Ma il Capo dello Stato era un uomo che certamente non aveva una matrice di destra e questo senza mettere in discussione l’imparzialit? della persona. Insomma ci fu un bilanciamento?. Un ?bilanciamento? che, secondo il Cavaliere, non ci sarebbe oggi se si tiene conto delle due personalit? che il centrosinistra ha portato ai vertici dei due rami del Parlamento. ?Hanno ancora in testa - ? il giudizio su entrambi che ha confidato ieri ai suoi - lo schema dialettico del servo-padrone: da una parte il padrone, dall’altra gli operai. Bertinotti resta un sindacalista marxista di cultura vetero comunista?. Ed ancora: ?Bertinotti sar? pure simpatico ma intanto nel suo discorso di insediamento si ? dimenticato di salutare una figura istituzionale come quella del premier, ancora ricoperta dal sottoscritto. Eppoi si evince che sar? un presidente della Camera politicizzato. Rester? cio? il punto di riferimento di Rifondazione comunista e girer? l’Italia solo per predicare l’antifascismo e la lotta sociale?.
Appunto, ci vorrebbe un ?bilanciamento? che nella testa del Cavaliere potrebbe essere rappresentato al meglio da Letta o da un altro esponente del centrodestra. In alternativa il gi? sperimentato Ciampi o, senza che lui muova un dito, Amato. E D’Alema, che Giuliano Ferrara vorrebbe tanto al Colle? A Berlusconi piacciono le diavolerie del suo consigliere di un tempo - non si mai -, solo che si domanda perch? dovrebbe essere proprio lui a disinnescare la ?mina vagante? del centrosinistra.
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