2/5/2006 ore: 10:21

"EtMaintenant..." Quelle schede così simili e tanto diverse

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    domenica 30 aprile 2006

    Pagina 2 - Primo Piano


    A PALAZZO MADAMA LA STRATEGIA ANTI-FRANCHI TIRATORI
      Quelle 165 schede cos? simili e tanto diverse

      Entrambi i Poli hanno reso riconoscibili i loro voti
        retroscena
        Giovanni Cerruti
          ROMA
          Una busta bianca davanti, la pipa nella mano sinistra, la biro nella destra. ?Senatore Franco Marini?, legge il presidente Scalfaro. E Franco Marini calca una crocetta sulla busta. Seduto accanto ha Giorgio Benvenuto, che conta i ?Franco Marini?. In piedi Willer Bordon sta come un radar e controlla il totale. Lo scrutinio ? sul finire, le crocette sono 44 e il radar a mani aperte comincia il conto alla rovescia. Meno 8, 7, 6... Mass?, questa volta ? andata. Inutile che Marini, il senatore Franco Marini, dica ?calma, calma!?. E quale calma, il radar Bordon sta segnalando ?Pi? tre, pi? tre. Tre voti in pi?!?.
            E nessun Francesco, nessun Giulio Marini o Franco Mariti. E’ andata, Franco Marini pu? salire con la sua pipa in cima all’aula, per il primo saluto. Prima, per?, avr? da firmare i fogli che son serviti alla conta, anche se sembra strano che i senatori ?probi viri? si dedichino alla collezione di souvenir. E poi salutare e ringraziare, con un abbraccio e un bacio, Rita Levi Montalcini. E fare ciao, lass? nelle tribune, a Romano Prodi e Fassino e D’Alema, arrivati proprio sul pi? bello. E un bacio da Livia Turco, due da Anna Finocchiaro. E pure la stretta di mano da Roberto Castelli che si ? messo in coda.
              La busta con le 44 crocette sparisce in una tasca della giacca di Marini, cos? come altri fogli con altre crocette scompaiono dai banchi dei Ds e di Rifondazione. Dall’alto, per tutto lo scrutinio, era possibile notare con quanta meticolosit? Marini registrasse le 44 crocette da una parte e, quando invece Scalfaro leggeva ?Franco senatore Marini?, e succede tre volte, sull’angolo della busta finiva appena un tratto di penna. Nei banchi di Rifondazione segnavano i ?Marini Franco?, in quelli Ds i ?Franco Marini?. Insomma, basta con i giochini, ora va eletto Franco Marini.
              Scalfaro non ha ancora letto i risultati, ma questa volta nessuno ha pi? fretta o fregole di contestazioni. E’ gi? cominciata la festa, le crocette hanno azzerato le paure, e con la tensione crolla e finisce che Marini si dimentichi un saluto a Giulio Andreotti, lo sfidante. Che se ne andr?, a passettini, quasi invisibile, senza aspettare la fine del discorso di Marini. Piccolo incidente, lo risolveranno al telefono. Piuttosto, a pochi metri da Marini, si possono vedere altre strette di mano di senatori del centrosinistra. Ad incassarle ? Clemente Mastella, passato dai sospetti ai ringraziamenti.
                E proprio da Mastella, quando Scalfaro non aveva ancora cominciato a leggere le schede verdi, si erano avuti abbondanti segnali di bel tempo in aula e tanti voti a Marini (Franco). L’altra notte la rissa era vicina. Sempre tre voti mancavano al conto della maggioranza, e dalla Margherita il senatore Giovanni Procacci aveva accusato proprio Mastella e gli altri due senatori dell’Udeur. In un angolo del Transatlantico del Senato, a mezzogiorno, Mastella poteva annunciare che ?Marini stavolta passa, perch? io non ce l’ho con Franco?. Che ? una bella frase ambigua, lontana da un ammissione di colpe.
                  Anche se nessuno lo ammetter? mai, per la terza votazione il centrosinistra ha deciso di smetterla con le magre figure. Ieri Marini doveva passare, e passare con almeno i 162 voti della maggioranza dei senatori. Guai a chi insiste e pure a chi si distrae, come s’? accorto Walter Vitali, l’ex sindaco ds di Bologna che si ? presentato in ritardo ed ? stato rampognato dal collega Guido Calvi. Sempre nel suo angolo del Transatlantico, sornione, Mastella poteva aggiungere: ?Voglio vedere come mi trattano, altrimenti a settembre venite tutti a Telese e vi dir? che faccio?.
                    Tutto il Transatlantico sa, o giura di sapere, che Mastella vuole il ministero della Difesa, e se non glielo danno saranno guai. Ora resta da vedere se avr? da Prodi fucili e carri armati. Nell’attesa, in questa votazione che finalmente andr? a buon fine, meglio cautelarsi con i vecchi e cari sistemi da Prima Repubblica. Controllare i voti dei propri senatori, rendere riconoscibili le schede in quattro blocchi. ?Franco Marini?, per i Ds. ?Marini Franco?, per Rifondazione. ?Sen. Franco Marini?, per la Margherita. ?Marini Sen. Franco?, per i tre dell’Udeur. E lo stesso Marini (Franco, presidente del Senato) che ha dovuto partecipare a questa resa dei conti.
                      Ha avuto tre voti in pi?, presi ad Andreotti che si ? fermato a 156. Una sola scheda bianca. Ovvio che sia cominciata la caccia a chi dal centrodestra ha mandato voti e segnali. Sospettati gli ex dc, e magari pure ex Cisl come Marini, che stanno nell’Udc di Pierferdinando Casini. Nelle prime votazioni il soccorso dal Polo sarebbe stato anche pi? robusto, tanto da annacquare possibili franchi tiratori del centrosinistra. Ma dalle 14,50 di ieri a paure e sospetti per il momento addio. Anche quelli di Marini (Franco, il presidente) costretto a contare con 44 croci i voti dei suoi senatori pi? vicini.

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